31 Gennaio 2024 - 11:19:54
di Martina Colabianchi
Sulla ricostruzione della scuola primaria Giovanni XIII prosegue lo scontro politico dopo la denuncia del consigliere Paolo Romano che, in un intervento di qualche giorno fa, aveva accusato l’amministrazione comunale di un assordante silenzio rispetto ai ritardi nella restituzione alla comunità dell’unica scuola che si intende mantenere in centro.
Al sindaco, che ieri aveva risposto al consigliere di L’Aquila Nuova affermando che i ritardi sarebbero dovuti alla decisione dell’ex amministrazione Cialente di cedere al Provveditorato queste pratiche, risponde proprio lo stesso consigliere di minoranza:
“Mi preoccupa che il sindaco Biondi sia poco lucido e poco preparato sulla ricostruzione scolastica e mi irrita particolarmente che tenti di barare persino sulla mancata ricostruzione dell’unica scuola in centro. La ricostruzione della scuola Giovanni XXXIII fu affidata dal Comune al Provveditorato nel 2018, anno nel quale Biondi siglò un accordo con Anac e Provveditorato per la ricostruzione delle scuole; in base a quell’accordo definito con toni trionfalistici “il punto di svolta sulla ricostruzione scolastica”, il Provveditorato avrebbe dovuto svolgere l’attività di centrale unica di committenza per le opere di importo inferiore alla soglia di rilevanza europea, mentre per le somme che superavano tale limite avrebbe dovuto essere stazione appaltante“.
“In questi quattro anni di silenzio sulla Giovanni XXXIII, – prosegue Romano – è Biondi stesso ad ammettere di aver scritto al Provveditorato una volta, nel 2021: deduco che se il Provveditorato dovesse tardare fino a fine mandato a farsi dare il progetto definitivo dall’aggiudicatario, il sindaco continuerebbe a tacere; sembra che l’unica scuola elementare che rimane in centro storico non valga la pena di nessuna ulteriore interlocuzione. Il sindaco invece dovrebbe, a mio avviso, non solo chiedere conto dei ritardi epocali, ma anche riprendere in capo al Comune l’appalto dei lavori, così come ha già fatto in passato per la scuole Celestino V, Pettino Vetoio, Santa Barbara e persino per l’hotel Campo Imperatore. A maggior ragione se nel decreto Milleproroghe del 2020 l’accordo con il Provveditorato sembra essere scaduto: sarà mia cura, comunque, interrogare ufficialmente il sindaco in aula sulla vicenda a beneficio della cittadinanza”.
“È finito il tempo delle mistificazioni, degli insulti gratuiti, dei comunicati piccati che arrivano nelle redazioni a sera per evitare il sano contraddittorio con l’opposizione: la città intera sta giudicando insufficiente l’operato di questa amministrazione sulle scuole e oggi paga poco, quando addirittura non è ridicolo, tirare in ballo la precedente amministrazione“, ha concluso Romano.
Ma il consigliere di L’Aquila Nuova non è l’unico a rispondere a tono al primo cittadino. L’ex assessore ala ricostruzione Pietro Di Stefano, citato direttamente da Biondi sulla vicenda, accusa infatti il sindaco di scaricare, “come al solito“, “le responsabilità sull’amministrazione comunale che precedeva la sua: mai, però, che abbia l’onestà di riconoscere i suoi limiti“.
“Ma le date lo smentiscono, poiché Biondi diventa sindaco nel giugno del 2017; il finanziamento della scuola arriva nel dicembre dello stesso anno (concesso dal Governo Gentiloni proprio grazie alla programmazione della precedente amministrazione Cialente); il bando di gara per la progettazione è, invece, del 2020: se Biondi avesse davvero voluto riappropriarsi delle procedure sulla scuola avrebbe avuto ben tre anni per farlo. E oggi gli basterebbe alzare il deretano dalla sedia e capire cosa succede invece di accampare scuse“.
“Sono passati oltre sei anni ormai e dovrebbe rendersi conto che con quelle accuse rivolte ad altri cade nel ridicolo. Se poi vuole citare e chiamare in causa il Provveditorato alle opere pubbliche, allora si documenti su quanto importante e responsabile lavoro ha fatto quell’ufficio e quanto si sono impegnate quelle persone proprio nelle settimane successive al sisma“, conclude Di Stefano.