Nota del consigliere regionale Blasioli sul pastrocchio combinato da Ersi e Regione Abruzzo sul concorso per istruttori

02 Febbraio 2024 - 16:36:35

Un pastrocchio amministrativo, non c’è altro modo di definire quello che
stanno combinando Ersi e Regione Abruzzo sui concorsi banditi dall’Ente
Regionale per il Servizio Idrico per 5 istruttori amministrativi e un
istruttore informatico.

Ricostruiamo la faccenda. Lo scorso 28 febbraio, l’Ersi – ente nato con
Legge Regionale del 2011 e reso operativo nel 2018 al fine di superare
le funzioni degli Ato in materia di controllo e di governo del servizio
idrico integrato abruzzese – bandisce i due concorsi sulla base del
fabbisogno approvato dal Consiglio Direttivo, l’organo di governo
dell’ente. Il fabbisogno, che prevedeva un totale di 11 assunzioni, per
i due profili citati più altri due profili da funzionario tecnico e
amministrativo, era stato elaborato tenendo conto delle necessità
dell’ente, delle leggi e dell’esigenza di salvaguardia del bilancio.

A fine marzo e a fine aprile si tengono le prove scritte, comprese
quelle per istruttore informatico e istruttore amministrativo. Già in
questa sede, specificatamente nella prova per istruttore amministrativo,
si verificano i primi problemi: a seguito di contestazioni vengono
infatti annullate due domande, in quanto nessuna delle opzioni di
risposta può ritenersi indiscutibilmente esatta.

L’esito della prova scritta viene dunque aggiornato e pubblicato il 12
maggio per il profilo in questione, mentre per quanto concerne quello di
istruttore informatico i risultati sono già noti dal 3 aprile.

A fine maggio e a fine giugno infine si svolgono regolarmente le prove
orali per tutti i profili ricercati. Tutto lascia presagire la
pubblicazione della graduatoria, ma è proprio qui che comincia il
pastrocchio.

Dopo aver speso i soldi per effettuare le prove e retribuire i membri
delle commissioni, l’Ersi infatti si accorge di non poter effettuare le
assunzioni previste a causa di un errore di calcolo nel fabbisogno del
personale. Il 5 luglio quindi, subito dopo la fine delle procedure
concorsuali, il Consiglio Direttivo chiede al Servizio Personale di
rideterminare il fabbisogno. Dalla lettura della delibera del Consiglio
Direttivo emerge una dimenticanza chiave: non si è tenuto conto della
norma che permette agli enti di nuova formazione, per il primo
quinquennio, di effettuare nuove assunzioni nel limite del 50% delle
entrate complessive, e comunque entro il limite 60% della dotazione
organica.

A ciò si aggiungono errate valutazioni sui costi per l’Irap e altre
stime erronee di natura fiscale che di fatto avrebbero portato l’ente a
spendere per le nuove assunzioni ben oltre il 50% delle entrate
complessive. Insomma un pastrocchio, sancito con la Delibera del
Consiglio Direttivo numero 14 del 24 luglio 2023. Anche perché l’Ersi,
come detto, per i concorsi ha investito fondi pubblici: quasi 14.000
euro per le commissioni e quasi 50.000, seppur suddivisi per i 4
concorsi, per le piattaforme informatiche. Risorse spese in parte
inutilmente, visto che, a seguito della Delibera del Consiglio
Direttivo, l’Ersi riformula il piano assunzionale decidendo di assumere
prioritariamente i 3 funzionari amministrativi e 2 funzionari tecnici,
cosa che effettivamente avviene, ma di rimandare quelle per i profili da
istruttore amministrativo e informatico. Per queste posizioni infatti
non vengono nemmeno approvate le graduatorie, in quanto, non avendo la
possibilità di assumere i vincitori, l’Ente sarebbe chiaramente esposto
alle richieste di risarcimento danni.

È a questo punto che entra in scena la Regione, o meglio, il Consiglio
Regionale. A fine novembre, il Progetto di legge “Premio di giornalismo
Giuseppe Zilli” diviene in aula la solita legge omnibus a causa dei
tanti emendamenti presentati dalla maggioranza, tra cui, quello che
all’Art. 20 permette, per gli anni 2023 e 2024, alla Regione di
“trasferire all’Ersi la facoltà assunzionale, stornando dalla propria”.
In sintesi: la Regione potrebbe trasferire all’Ersi la propria capacità
di assumere personale.

Una norma piuttosto inconsueta, che tenta di porre rimedio al
pastrocchio di Ersi – in quanto acquisendo ulteriore capacità
assunzionale l’Ersi potrebbe tornare alla programmazione originaria – ma
che in realtà ne crea un altro. Nel corso dell’ultimo Consiglio
Regionale, infatti, arriva un nuovo emendamento, ovviamente affibbiato
ad un progetto di legge che nulla a che fare con la materia, come è
solito fare il governo regionale di centrodestra. Con quest’emendamento
la Giunta Marsilio vuole abrogare il citato Articolo 20 della legge
precedente. All’emendamento è allegata infatti una relazione in cui i
proponenti, Sospiri e De Annuntiis, spiegano come la Regione non possa
fare quanto previsto in quell’articolo poiché l’Ersi non è un suo ente
strumentale, perché è preposto a compiti non attribuibili alla Regione,
e poi perché è dotato di una propria autonomia amministrativa,
gestionale e finanziaria, oltre ad avere propria personalità giuridica.
Addirittura, i firmatari spiegano come la norma produca distorsioni
nell’ambito della finanza pubblica, perché permetterebbe a un ente privo
di capacità assunzionale di effettuare assunzioni.

Davanti a tali affermazioni, ci saremmo aspettati l’approvazione
dell’emendamento. Invece no, il pastrocchio continua, perché
l’emendamento viene sostituito interamente da un sub emendamento che lo
ha stravolto, occupandosi di altro.

Insomma, il pastrocchio continua, anzi si aggrava. Cosa sarà dunque di
quella norma alla luce di quanto scritto nella relazione
dell’emendamento? Resterà vigente ma inapplicata? L’Ersi potrà fare le
assunzioni previste? Chi risponderà dei soldi spesi per effettuare
concorsi che non porteranno, al momento, nemmeno alla pubblicazione
delle graduatorie?

Noi una risposta non ce l’abbiamo, ma sappiamo che a rimetterci, come
sempre, saranno gli abruzzesi e i candidati, che hanno speso tempo e
soldi per un concorso del quale, a distanza di sei mesi, non conoscono
nemmeno l’esito. Esito che rischiano di non conoscere mai, visto che,
pubblicando la graduatoria senza dare luogo alle assunzioni, come detto,
l’Ersi si esporrebbe a ricorsi per perdita di chance lavorativa.