06 Febbraio 2024 - 12:53:06
di Martina Colabianchi
“Il centrodestra non può dichiarare che il Daspo Urbano sia uno strumento essenziale per la sicurezza cittadina quando la delibera, licenziata dalla giunta a settembre 2023, approda in consiglio comunale a febbraio 2024; la verità è che non ci credono manco loro nel Daspo urbano, altrimenti non avrebbero lasciato passare quasi sei mesi per la definitiva approvazione in aula. Allargare le zone di daspo a quasi tutto il centro storico avrebbe avuto un senso se questa misura – che esiste dal 2018 – non avesse finora prodotto numeri imbarazzanti: da fonti ufficiali della municipale abbiamo saputo che in questi anni è stato emesso dall’amministrazione un solo daspo“.
Così, in una nota, il consigliere di minoranza Paolo Romano sul via libera, ieri in Consiglio comunale, del provvedimento presentato dall’assessore Laura Cucchiarella sul Daspo urbano. La misura, nello specifico, prevede un allargamento del perimetro di applicabilità del Daspo che, ricordiamo, consiste in un allontanamento di chi delinque da determinati luoghi della città.
Con il nuovo provvedimento, al terminal bus di Collemaggio, ai parcheggi antistanti l’ospedale San Salvatore e piazza D’Armi, alle aree limitrofe ai plessi scolastici, a parchi, giardini pubblici e aree verdi cui già si applicava il Daspo, si sommano ora il centro storico ricompreso entro le mura, le aree dove insistono le fermate degli autobus, le stazioni ferroviarie, gli ospedali, cliniche e laboratori medici, tutte le piazze della città e delle frazioni.
La sicurezza urbana, però, avrebbe bisogno di ben altri strumenti secondo Romano che, uno a uno, li elenca:
“Ha bisogno di una rete organica di videosorveglianza, anche nei punti di ingresso e uscita della città per identificare le bande di criminali che svaligiano le abitazioni; ha bisogno del potenziamento della polizia municipale che oggi, formalmente, non ha neanche la figura del comandante, decaduta dopo la sentenza del TAR di novembre 2023; ha bisogno di risolvere, per mezzo di un’opportuna interlocuzione con il governo, il problema delle piante organiche delle forze dell’ordine della nostra città alle prese con un turn over mai realmente effettuato; la sicurezza ha bisogno anche di Patti di cittadinanza fra residenti, portatori d’interesse del territorio e istituzioni: un progetto in grado di sviluppare un programma di sicurezza partecipata (con funzioni regolamentate e compiti di segnalazione) in forma di Controllo di Vicinato che prevede, tra gli obiettivi prioritari, quello di realizzare un più ampio sistema di sicurezza urbana, affiancando gli interventi di competenza esclusiva delle Forze di Polizia e della Polizia Municipale”.
“Ci sarebbe bisogno di incrementare il rapporto di collaborazione tra cittadini e Istituzioni, promuovendo l’educazione alla convivenza, il rispetto della legalità, il dialogo tra le persone, l’integrazione e l’inclusione sociale – prosegue il consigliere di minoranza -. Si continuano invece a presentare alla città degli atti-manifesto che non affrontano i problemi. In consiglio comunale si sono succeduti ordini del giorno e comunicazioni della maggioranza per la sicurezza di Preturo e Roio, ma nessuno si prende la responsabilità di relazionare sui risultati. La percezione della sicurezza del cittadino continua a non esserci al di là di ciò che si dice“.
Paolo Romano esprime soddisfazione, invece, per l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno, da lui presentato, sulle criticità derivanti dal regolamento di polizia locale approvato dal consiglio regionale nel novembre 2023. “Criticità che creano – spiega – sperequazione tra gli operatori della polizia locale e che non fanno bene a chi opera sulla sicurezza dei territori. Basti pensare al passaggio dei gradi da un sistema ad un altro che non garantisce la parità di trattamento tra gli operatori, penalizzando la base della polizia locale, oppure alla possibilità di promuovere o degradare gli operatori togliendo o assegnando loro l’incarico di coordinamento minando l’autonomia dei corpi e dei servizi di polizia locale ed interferendo anche con le qualifiche di agente/ufficiale di polizia giudiziaria con le quali gli operatori di polizia locale prestano servizio a tutela della collettività“.
“Spero che dal consiglio comunale dell’Aquila possa partire una battaglia che coinvolga anche le altre assisi comunali e provinciali della nostra regione così da sollecitare il prossimo consiglio regionale d’Abruzzo a effettuare gli opportuni correttivi al regolamento approvato qualche mese fa“, conclude Romano.