Legambiente: Rapporto Pendolaria 2024
14 Febbraio 2024 - 12:37:01
I dati del report PENDOLARIA di Legambiente:
Tra nodi irrisolti e qualche buona notizia, in Italia i servizi
ferroviari regionali e il
trasporto pubblico restano un tema secondario, mentre il numero dei
viaggiatori torna
a salire.
L’Abruzzo in attesa della Pescara – Roma, tra problemi attuali e scenari
futuri
In regione l’età media dei convogli è di 18,1 anni, in media con il
Mezzogiorno, rispetto
ai 14,6 anni del nord.
Legambiente: “Il tema dei pendolari e del trasporto su ferro diventi una
priorità.
Al Sud occorre potenziare le linee ferroviarie con nuovi treni
e puntare su elettrificazione e collegamenti più veloci via terra e via
mare”
In Italia i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico sono un
tema del tutto secondario,
insieme al Mezzogiorno e ai finanziamenti ad oggi insufficienti.
Mentre il numero dei viaggiatori torna a salire, dato che si conferma
anche nella nostra
regione, nell’ultima legge di bilancio, approvata lo scorso dicembre,
per la prima volta dal
2017 non sono stati neanche previsti fondi per il trasporto rapido
legato a metro, tramvie, e
filovie, così come per la ciclabilità e la mobilità dolce.
È quanto denuncia Legambiente con il nuovo report di Pendolaria,
presentato oggi a Reggio
Calabria nell’ambito della campagna Clean cities, che toccherà Pescara
il 21 e 22 febbraio
prossimi, che racconta in sintesi di un Paese caratterizzato da nodi
irrisolti tra ritardi,
convogli vecchi e lenti, e un divario sempre più forte tra nord e sud su
qualità e quantità del
trasporto su ferro.
Grande dimenticato è il Mezzogiorno: qui le corse dei treni regionali e
l’età media dei
convogli sono ancora distanti dai livelli del resto d’Italia. In Abruzzo
i treni restano tra i più
vecchi, con l’età media dei convogli a 18,1 anni, in calo rispetto ai
19.5 del 2021 ma ancora
molto lontana dai 14,6 anni del Nord, mentre si incrementa di poco
rispetto all’anno
precedente il numero di corse totali che passa da 197 a 211. Nella
nostra regione sono 553 i
km di linee a binario unico, l’81,8% del totale di 676 km, mentre non
sono elettrificati 206 km,
pari al 30,5% del totale. Altra nota dolente, riguarda le linee ferrovie
chiuse e sospese ormai
da anni: segnalate la linea Sulmona – Carpinone, utilizzata solo per la
circolazione dei treni
turistici, e la linea Marina di San Vito – Castel di Sangro, che risulta
ancora armata ma in
carente stato di manutenzione.
Quattro delle dodici linee ferroviarie peggiori, segnalate da
Legambiente nel 2024, si concentrano al Sud, tra conferme e nuovi
ingressi: le ex linee circumvesuviane (142 km,
ripartiti su 6 linee e 96 stazioni, che si sviluppano intorno al
Vesuvio, sia lungo la direttrice
costiera verso Sorrento, sia sul versante interno alle pendici del Monte
Somma, fino a
raggiungere Nola, Baiano e l’Agro nocerino sarnese), la linea Catania-
Caltagirone-Gela, e
come new entry la linea Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, la
linea adriatica nel
tratto pugliese Barletta-Trani-Bari.
In tutto ciò il dibattito pubblico e le risorse economiche per risolvere
i problemi di mobilità del
Mezzogiorno sembrano ruotare attorno alla realizzazione di grandi opere
come il Ponte sullo
Stretto di Messina con una spesa complessiva autorizzata di 11,63
miliardi di euro, suddivisi
in 9 anni, mentre lo scenario proposto da Legambiente al 2030 prevede
risorse pari a 500
milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale con
l’acquisto e il revamping dei
treni. A questo si aggiungono i fondi necessari per le corse aggiuntive
da implementare,
come i 200 milioni l’anno per migliorare il servizio Intercity o
l’aumento di almeno 1 miliardo
del Fondo Nazionale Trasporti (che ricordiamo finanzia il trasporto su
ferro e quello su
gomma) .
“Bisogna accelerare il passo – dichiara Silvia Tauro, presidente di
Legambiente Abruzzo
– Gli investimenti per il nostro Paese e la nostra Regione, devono
partire dalle infrastrutture
prioritarie: nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate,
treni moderni e veloci,
interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce,
garantendo accessibilità
e uno spostamento dignitoso, civile, con opere in accordo con gli
interessi del territorio.”
“Il Governo Meloni non rincorra inutili opere come il Ponte sullo
Stretto di Messina –
aggiunge Gianluca Casciato, Vicepresidente regionale – , ma pensi ai
reali problemi di
mobilità del Sud Italia e dell’intero Paese. Oggi la vera sfida da
realizzare al 2030 è quella di
un cambiamento profondo della mobilità nella direzione della
decarbonizzazione e del
recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali. Ci auguriamo non sia
solo spot elettorale la
notizia del recupero delle risorse per la Roma – Pescara di 730mln, a
valere sul Fondo di
sviluppo e coesione, annunciata a L’Aquila durante la firma dell’Accordo
di coesione dalla
Presidente Meloni, dopo lo stralcio di 620mln dal PNRR.”
“L’annuncio fatto dalla Presidente Meloni a L’Aquila – conclude
Donatella Pavone,
direttrice regionale – rimette al centro del dibattito pubblico un’opera
fondamentale per la
nostra Regione, mentre siamo ancora in attesa dell’elettrificazione
della linea Sulmona –
L’Aquila ed è stato definitivamente archiviato per “inattuabilità
tecnica” il progetto di
circolazione di treni ad idrogeno verde sulla Terni – Sulmona. Il
rilancio di questo progetto,
insieme alla firma del nuovo Contratto di Servizio decennale tra la
Regione Abruzzo e
Trenitalia, valutato 845 milioni di euro, delineano un possibile
scenario favorevole per la
nostra Regione al 2030.”
12 linee peggiori: Tornando al report e alle 12 linee ferroviarie
peggiori 2024, oltre alle
quattro del Meridione (ex linee circumvesuviane, la linea Catania-
Caltagirone-Gela, la linea
Jonica, la tratta Barletta-Trani-Bari), ci sono anche: la Roma-Lido, la
Roma Nord, la Milano-
Mortara, la Genova-Acqui-Asti (che vede ancora 46 km di binario unico
sui 63 totali), la
Verona-Rovigo, e come new entry la Ravenna-Bologna, la Pinerolo-Torino
(linea tra le
piemontesi con il maggior numero di utenti all’anno, è al tempo quella
che registra ritardi e
soppressioni a livello di servizio ferroviario metropolitano) e il suo
proseguimento Pinerolo-Torre Pellice la cui riattivazione del servizio,
sospeso nel 2012, era incluso nel contratto per
il servizio ferroviario metropolitano siglato dalla Regione e RFI nel
2019, ma la procedura è
ancora ferma alla fase progettuale; la Grosseto-Siena dove permangono
ancora
rallentamenti e disagi per i viaggiatori.
La beffa dei tagli al PNRR: Nel 2023 il PNRR, che prevedeva ampi
interventi sulle ferrovie,
è stato rimodulato. 620 milioni per velocizzare il corridoio
Roma-Pescara sono stati bloccati
dalle lungaggini dell’iter amministrativo; l’intervento sul segnalamento
ferroviario Ertms, il
sistema di sicurezza per le ferrovie di ultima generazione, è saltato
per la mancanza delle
materie prime; la Palermo-Catania non sarebbe rientrata in tempo per il
completamento
degli interventi nel 2026, ed è stata quindi rimodulata.
In totale, sul sistema di AV/AC al sud, 840 milioni di tagli:
Orsara-Bovino (linea Napoli-Bari)
per 53 milioni, Caltanissetta Xirbi-Lercara (linea Palermo-Catania) per
470 milioni, Enna-
Caltanissetta Xirbi (linea Palermo- Catania) per 317 milioni. Per non
depredare il sistema
ferroviario delle molte risorse necessarie, la Orte-Falconara e la
Metaponto-Potenza, oltre
ad altre tratte regionali, sono state incluse nei nuovi interventi
previsti. Ridotti di un terzo i
nuovi treni a idrogeno in acquisto: da 150 a 50.
Buone notizie: Una buona notizia per il Sud arriva dalla linea
Bari-Bitritto, un progetto che
risale al 1986 e l’inizio dei lavori al 1989. L’affidamento del servizio
ferroviario, benché in
ritardo rispetto all’inaugurazione prevista per settembre 2023, è
avvenuto ma scadenzato.
Legambiente auspica che il servizio sia presto potenziato fino a
raggiungere pieni standard
da metropolitana ferroviaria. Tra le altre buone notizie, continua il
trend di ripresa del numero
dei viaggiatori al giorno, anche se per il 2022, dai dati raccolti su
base regionale, siamo
ancora a circa il 25% in meno rispetto al 2019. Per il 2023 Trenitalia
ha dichiarato, per i
Frecciarossa, un +7% rispetto al 2019, per gli Intercity +10% rispetto
al 2019, e per il
trasporto regionale +18% sempre rispetto al 2019. Continua anche il
piano di elettrificazioni
di RFI, con l’ultima tratta realizzata, in ordine di tempo, la
Roccaravindola-Isernia in Molise e
la previsione di attivare circa 1.200 km di linea entro il 2026 e 54,6
km oltre il 2026, per un
investimento complessivo che supera i 2 miliardi di euro.
Infine, un passaggio su alcune buone pratiche, che arrivano dal
Trentino-Alto Adige,
Piemonte, Emilia-Romagna e Basilicata. Si va ad esempio dall’Alto Adige
Pass” – una carta
elettronica che ha una durata di 365 giorni, valida su tutti i mezzi di
trasporto pubblico e con
un tetto massimo di spesa di 640 euro – alla riapertura delle linee
Casale-Mortara e Asti-Alba,
della nuova stazione Ferrovie Appulo Lucane ad Avigliano (PZ) per
arrivare al progetto “Mi
muovo in Emilia-Romagna” con biglietti e abbonamenti a integrazione
tariffaria su scala
regionale.
Tra nodi irrisolti e qualche buona notizia, in Italia i servizi
ferroviari regionali e il
trasporto pubblico restano un tema secondario, mentre il numero dei
viaggiatori torna
a salire.
L’Abruzzo in attesa della Pescara – Roma, tra problemi attuali e scenari
futuri
In regione l’età media dei convogli è di 18,1 anni, in media con il
Mezzogiorno, rispetto
ai 14,6 anni del nord.
Legambiente: “Il tema dei pendolari e del trasporto su ferro diventi una
priorità.
Al Sud occorre potenziare le linee ferroviarie con nuovi treni
e puntare su elettrificazione e collegamenti più veloci via terra e via
mare”
In Italia i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico sono un
tema del tutto secondario,
insieme al Mezzogiorno e ai finanziamenti ad oggi insufficienti.
Mentre il numero dei viaggiatori torna a salire, dato che si conferma
anche nella nostra
regione, nell’ultima legge di bilancio, approvata lo scorso dicembre,
per la prima volta dal
2017 non sono stati neanche previsti fondi per il trasporto rapido
legato a metro, tramvie, e
filovie, così come per la ciclabilità e la mobilità dolce.
È quanto denuncia Legambiente con il nuovo report di Pendolaria,
presentato oggi a Reggio
Calabria nell’ambito della campagna Clean cities, che toccherà Pescara
il 21 e 22 febbraio
prossimi, che racconta in sintesi di un Paese caratterizzato da nodi
irrisolti tra ritardi,
convogli vecchi e lenti, e un divario sempre più forte tra nord e sud su
qualità e quantità del
trasporto su ferro.
Grande dimenticato è il Mezzogiorno: qui le corse dei treni regionali e
l’età media dei
convogli sono ancora distanti dai livelli del resto d’Italia. In Abruzzo
i treni restano tra i più
vecchi, con l’età media dei convogli a 18,1 anni, in calo rispetto ai
19.5 del 2021 ma ancora
molto lontana dai 14,6 anni del Nord, mentre si incrementa di poco
rispetto all’anno
precedente il numero di corse totali che passa da 197 a 211. Nella
nostra regione sono 553 i
km di linee a binario unico, l’81,8% del totale di 676 km, mentre non
sono elettrificati 206 km,
pari al 30,5% del totale. Altra nota dolente, riguarda le linee ferrovie
chiuse e sospese ormai
da anni: segnalate la linea Sulmona – Carpinone, utilizzata solo per la
circolazione dei treni
turistici, e la linea Marina di San Vito – Castel di Sangro, che risulta
ancora armata ma in
carente stato di manutenzione.
Quattro delle dodici linee ferroviarie peggiori, segnalate da
Legambiente nel 2024, si concentrano al Sud, tra conferme e nuovi
ingressi: le ex linee circumvesuviane (142 km,
ripartiti su 6 linee e 96 stazioni, che si sviluppano intorno al
Vesuvio, sia lungo la direttrice
costiera verso Sorrento, sia sul versante interno alle pendici del Monte
Somma, fino a
raggiungere Nola, Baiano e l’Agro nocerino sarnese), la linea Catania-
Caltagirone-Gela, e
come new entry la linea Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, la
linea adriatica nel
tratto pugliese Barletta-Trani-Bari.
In tutto ciò il dibattito pubblico e le risorse economiche per risolvere
i problemi di mobilità del
Mezzogiorno sembrano ruotare attorno alla realizzazione di grandi opere
come il Ponte sullo
Stretto di Messina con una spesa complessiva autorizzata di 11,63
miliardi di euro, suddivisi
in 9 anni, mentre lo scenario proposto da Legambiente al 2030 prevede
risorse pari a 500
milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale con
l’acquisto e il revamping dei
treni. A questo si aggiungono i fondi necessari per le corse aggiuntive
da implementare,
come i 200 milioni l’anno per migliorare il servizio Intercity o
l’aumento di almeno 1 miliardo
del Fondo Nazionale Trasporti (che ricordiamo finanzia il trasporto su
ferro e quello su
gomma) .
“Bisogna accelerare il passo – dichiara Silvia Tauro, presidente di
Legambiente Abruzzo
– Gli investimenti per il nostro Paese e la nostra Regione, devono
partire dalle infrastrutture
prioritarie: nuove linee ferroviarie a doppio binario ed elettrificate,
treni moderni e veloci,
interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce,
garantendo accessibilità
e uno spostamento dignitoso, civile, con opere in accordo con gli
interessi del territorio.”
“Il Governo Meloni non rincorra inutili opere come il Ponte sullo
Stretto di Messina –
aggiunge Gianluca Casciato, Vicepresidente regionale – , ma pensi ai
reali problemi di
mobilità del Sud Italia e dell’intero Paese. Oggi la vera sfida da
realizzare al 2030 è quella di
un cambiamento profondo della mobilità nella direzione della
decarbonizzazione e del
recupero di ritardi e disuguaglianze territoriali. Ci auguriamo non sia
solo spot elettorale la
notizia del recupero delle risorse per la Roma – Pescara di 730mln, a
valere sul Fondo di
sviluppo e coesione, annunciata a L’Aquila durante la firma dell’Accordo
di coesione dalla
Presidente Meloni, dopo lo stralcio di 620mln dal PNRR.”
“L’annuncio fatto dalla Presidente Meloni a L’Aquila – conclude
Donatella Pavone,
direttrice regionale – rimette al centro del dibattito pubblico un’opera
fondamentale per la
nostra Regione, mentre siamo ancora in attesa dell’elettrificazione
della linea Sulmona –
L’Aquila ed è stato definitivamente archiviato per “inattuabilità
tecnica” il progetto di
circolazione di treni ad idrogeno verde sulla Terni – Sulmona. Il
rilancio di questo progetto,
insieme alla firma del nuovo Contratto di Servizio decennale tra la
Regione Abruzzo e
Trenitalia, valutato 845 milioni di euro, delineano un possibile
scenario favorevole per la
nostra Regione al 2030.”
12 linee peggiori: Tornando al report e alle 12 linee ferroviarie
peggiori 2024, oltre alle
quattro del Meridione (ex linee circumvesuviane, la linea Catania-
Caltagirone-Gela, la linea
Jonica, la tratta Barletta-Trani-Bari), ci sono anche: la Roma-Lido, la
Roma Nord, la Milano-
Mortara, la Genova-Acqui-Asti (che vede ancora 46 km di binario unico
sui 63 totali), la
Verona-Rovigo, e come new entry la Ravenna-Bologna, la Pinerolo-Torino
(linea tra le
piemontesi con il maggior numero di utenti all’anno, è al tempo quella
che registra ritardi e
soppressioni a livello di servizio ferroviario metropolitano) e il suo
proseguimento Pinerolo-Torre Pellice la cui riattivazione del servizio,
sospeso nel 2012, era incluso nel contratto per
il servizio ferroviario metropolitano siglato dalla Regione e RFI nel
2019, ma la procedura è
ancora ferma alla fase progettuale; la Grosseto-Siena dove permangono
ancora
rallentamenti e disagi per i viaggiatori.
La beffa dei tagli al PNRR: Nel 2023 il PNRR, che prevedeva ampi
interventi sulle ferrovie,
è stato rimodulato. 620 milioni per velocizzare il corridoio
Roma-Pescara sono stati bloccati
dalle lungaggini dell’iter amministrativo; l’intervento sul segnalamento
ferroviario Ertms, il
sistema di sicurezza per le ferrovie di ultima generazione, è saltato
per la mancanza delle
materie prime; la Palermo-Catania non sarebbe rientrata in tempo per il
completamento
degli interventi nel 2026, ed è stata quindi rimodulata.
In totale, sul sistema di AV/AC al sud, 840 milioni di tagli:
Orsara-Bovino (linea Napoli-Bari)
per 53 milioni, Caltanissetta Xirbi-Lercara (linea Palermo-Catania) per
470 milioni, Enna-
Caltanissetta Xirbi (linea Palermo- Catania) per 317 milioni. Per non
depredare il sistema
ferroviario delle molte risorse necessarie, la Orte-Falconara e la
Metaponto-Potenza, oltre
ad altre tratte regionali, sono state incluse nei nuovi interventi
previsti. Ridotti di un terzo i
nuovi treni a idrogeno in acquisto: da 150 a 50.
Buone notizie: Una buona notizia per il Sud arriva dalla linea
Bari-Bitritto, un progetto che
risale al 1986 e l’inizio dei lavori al 1989. L’affidamento del servizio
ferroviario, benché in
ritardo rispetto all’inaugurazione prevista per settembre 2023, è
avvenuto ma scadenzato.
Legambiente auspica che il servizio sia presto potenziato fino a
raggiungere pieni standard
da metropolitana ferroviaria. Tra le altre buone notizie, continua il
trend di ripresa del numero
dei viaggiatori al giorno, anche se per il 2022, dai dati raccolti su
base regionale, siamo
ancora a circa il 25% in meno rispetto al 2019. Per il 2023 Trenitalia
ha dichiarato, per i
Frecciarossa, un +7% rispetto al 2019, per gli Intercity +10% rispetto
al 2019, e per il
trasporto regionale +18% sempre rispetto al 2019. Continua anche il
piano di elettrificazioni
di RFI, con l’ultima tratta realizzata, in ordine di tempo, la
Roccaravindola-Isernia in Molise e
la previsione di attivare circa 1.200 km di linea entro il 2026 e 54,6
km oltre il 2026, per un
investimento complessivo che supera i 2 miliardi di euro.
Infine, un passaggio su alcune buone pratiche, che arrivano dal
Trentino-Alto Adige,
Piemonte, Emilia-Romagna e Basilicata. Si va ad esempio dall’Alto Adige
Pass” – una carta
elettronica che ha una durata di 365 giorni, valida su tutti i mezzi di
trasporto pubblico e con
un tetto massimo di spesa di 640 euro – alla riapertura delle linee
Casale-Mortara e Asti-Alba,
della nuova stazione Ferrovie Appulo Lucane ad Avigliano (PZ) per
arrivare al progetto “Mi
muovo in Emilia-Romagna” con biglietti e abbonamenti a integrazione
tariffaria su scala
regionale.