15 Febbraio 2024 - 10:18:32
di Redazione
“Il Comune dell’Aquila deve dire cosa intende fare per affrontare la drammatica emergenza rappresentata dalla funivia del Gran Sasso, che sarà oggetto di sospensione dell’autorizzazione al pubblico esercizio dal prossimo primo maggio. Deve dire quale sarà il futuro dei lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso, una sua società, e rivelare quanto si presume potrà durare la sospensione del servizio per la sostituzione delle funi e dove si reperiranno le risorse. Venga subito convocato un Consiglio comunale straordinario, perché questo silenzio è imbarazzante ed inaccettabile”.
Lo afferma Rita Innocenzi, sindacalista della Cgil, candidata del Partito Democratico alle elezioni del 10 marzo, nel collegio provinciale dell’Aquila.
Il riferimento è alla vicenda della funivia che collega il sito turistico di Fonte Cerreto a Campo Imperatore, il cui esercizio è stato prima bloccato dall’Agenzia nazionale per sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa), a seguito di un esposto che evidenziava criticità sulla sicurezza dell’impianto, per poi essere di nuovo autorizzato con la ripresa delle corse ma accompagnata da varie prescrizioni.
La novità aggiuntiva è stata l’imposizione della chiusura dell’impianto al 30 aprile con la necessaria successiva sostituzione delle funi portanti, con significativo anticipo rispetto al 2028, anno in cui era prevista la fine della loro vita operativa. Da parte sua, la Regione Abruzzo interromperà quindi dalla data del 1 maggio l’autorizzazione al pubblico esercizio.
“Non si può minimizzare e far finta di nulla davanti ad uno scenario drammatico per il futuro della Città dell’Aquila e davanti al rischio di stop che potrebbe essere anche definitivo di un collegamento di pubblico esercizio come la funivia – incalza Innocenzi -. Penso che la cittadinanza debba essere edotta con chiarezza su cosa comporterà tale sospensione nell’autorizzazione con conseguente cancellazione del contributo di Trasporto Pubblico Locale che la Regione Abruzzo eroga al Centro Turistico del Gran Sasso: la società rischia la chiusura e, aldilà delle semplificazioni che a volte si sono fatte nel corso degli anni, circa possibili interessi di privati, la verità è che non c’è un privato al mondo che possa sostenere i costi economici di manutenzione ordinaria di un impianto come la Funivia del Gran Sasso. E la situazione che si prefigura è dunque quella di una nuova emergenza e, anche sotto il profilo occupazionale, già si parla di cassa integrazione per gli addetti del Ctgs, per non dire delle ripercussioni pesantissime per le attività economiche e ricettive correlate attorno al servizio garantito dalla funivia”.
“Mi chiedo se esiste un piano per far fronte all’imminente stop, che avrà una durata di mesi e mesi, se ci si stia prodigando per reperire le risorse necessarie e in quali ambiti per adottare le misure di sicurezza imposte dal Ministero, a cominciare dalla sostituzione delle funi che, lo ricordo, vanno fabbricate ad hoc da parte di una impresa specializzata con tempi lunghi e a costi molto elevati”, sottolinea.
“La fatalità nella gestione di soggetti pubblici non c’è mai, l’esposto ha messo nero su bianco elementi di criticità, e sono rimasta stupita dalla comunicazione ‘rassicurazionista’ dell’amministratore unico Dino Pignatelli, poi smentita di lì a poco da una nota del Ministero che ha imposto prescrizioni. Ora chi governa non può restare nel chiuso delle stanze, c’è un intero territorio che attende risposte su un servizio essenziale, su un volano per l’economia e per un turismo che dovrebbe essere caratterizzato da un accesso tutto l’anno a Campo Imperatore”, conclude.