21 Febbraio 2024 - 19:25:40
di Martina Colabianchi
“Dopo lo sciopero nazionale del 19 Gennaio 2024, in cui siamo scesi in piazza a Roma come Filcams Cgil, affianco delle lavoratrici e lavoratori impiegati nell’appalto del Ministero della Giustizia per il servizio di documentazione degli atti processuali, abbiamo chiesto un incontro al Ministro Nordio, insieme a Fisascat e Uiltrasporti finalizzato ad avere un confronto sulle ragioni della protesta“.
Così, in una nota, Filcams Cgil che annunciano presidi in tutta Italia in questa settimana, di cui due in Abruzzo davanti ai Tribunali di L’Aquila e Pescara.
La motivazione della continuazione della protesta sarebbe l’assenza di risposte ottenute “dal Ministro e dagli Uffici del Ministero della Giustizia. Le richieste che portiamo avanti da mesi sono relative all’internalizzazione che preveda l’assunzione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori dell’appalto, nessuno escluso; confronto e chiarezza rispetto alle modalità di attuazione della Riforma Cartabia; erogazione di percorsi di formazione direttamente da parte del Ministero relativi alle nuove modalità di svolgimento dei servizi; attivazione di un tavolo di contrattazione sulla situazione attuale dell’appalto e sulle future scadenze, mettendo al centro sempre la garanzia dei livelli occupazionali e salariali dei lavoratori“.
“In questo momento rileviamo la gravità dell’assenza di risposte nei confronti di lavoratrici e lavoratori che nonostante anni di precarietà e mancato riconoscimento delle professionalità con la quale assicurano l’efficace funzionamento della Giustizia nel nostro paese, meritano considerazione e stabilità occupazionale. Per questo in tutta Italia nella settimana dal 19 al 26 abbiamo programmato presidi, assemblee e volantinaggi, per rendere nota la condizione in cui versano i lavoratori. Anche in Abruzzo il 22 Febbraio dalle 10.00 alle 12.00 ci saranno presidi davanti ai tribunali dell’Aquila e Pescara, per ribadire che in assenza di risposte immediate da parte del Ministro, proseguiranno le azioni di lotta e rivendicazione sindacale“, conclude il sindacato.