22 Febbraio 2024 - 13:22:21

di Redazione

“Abbiamo accolto la proposta del Consorzio di tutela dell’agnello del centro Italia IGP perché in questo modo le nostre studentesse e i nostri studenti che saranno i futuri imprenditori nel nostro territorio hanno modo di approfondire le loro conoscenze”.

Lo ha detto questa mattina Elisabetta Di Stefano, dirigente scolastica dell’IIS Da Vinci Colecchi dell’Aquila, in occasione della due giorni di convegno Agnello dell’Italia centrale IGP. Ambiente, biodiversità e qualità del prodotto” in cui si è parlato del Consorzio, della tutela e dell’IGP, oltre che degli aspetti nutrizionali della carne di agnello.

“Ci abbiamo sempre tenuto a dare una formazione legata al territorio, capace di far conoscere ai ragazzi le eccellenze del nostro territorio, i prodotti tipici e della tradizione, mantenendo sempre uno sguardo attento ai nuovi trend della nutrizione, degli stili di vita e quindi anche della sostenibilità – ha aggiunto – I nostri ragazzi imparano che le risorse del pianeta non vanno sprecate e che occorre rispettare l’ambiente, quindi la proposta del Consorzio di promuovere la conoscenza dell’agnello dei nostri pascoli è pienamente coerente con quella che è la nostra missione”.

A partecipare alla prima giornata di lavori Nunzio Marcelli, presidente del Consorzio agnello del centro Italia, Giampaolo Tardella, direttore Consorzio Agnello del Centro Italia, Aurelio Manzi botanico e naturalista; Roberto Casaccia, biologo nutrizionista.

La seconda giornata vedrà la presenza di rappresentanti della Regione Abruzzo, del Consorzio Agnello dell’Italia Centrale IGP e di imprenditori e allevatori che si confronteranno sulle seguenti tematiche: l’agnello IGP del centro Italia e la sua collocazione nel mondo commerciale; iniziative motivazionali per i futuri imprenditori/allevatori; coinvolgimento e tutele dei piccoli allevatori.

“Per quanto riguarda le degenerazioni rispetto alla produzione di carne sintetica o di farina di grillo, io credo che sia stata una conseguenza della mancata attenzione al controllo della qualità, soprattutto nell’allevamento che è andato verso una forma di zootecnia sempre più intensiva che non ha rispetto quello che è il benessere degli animali e questo ha comportato che, a parità di schifezze, si sia propeso per quella tipologia – ha detto Marcelli – Noi possiamo ribadire con un grande convincimento che la pastorizia che da secoli caratterizza il nostro territorio, è sempre stata rispettosa della qualità e ha prodotto sempre in maniera naturale, senza dover forzare né i ritmi e né gli incrementi poderali degli animali e questo dovrebbe essere un motivo per i consumatori per fare le proprie scelte. Il consumatore deve essere informato e deve essere in grado di poter valutare il prodotto che va sul mercato, perché purtroppo assistiamo molte volte a delle mistificazioni in quanto il consumatore, un po’ alle prime armi con un certo tipo di scelta, non è in grado di distinguere. Tuttavia, quando si abitua a mangiare un qualcosa di particolarmente pregiato, io credo che poi saprà notare la differenza con le altre mistificazioni“.