23 Febbraio 2024 - 08:09:46

di Marco Giancarli

“Non vogliono riceverci prima del 10 marzo… hanno a cuore più le elezioni regionali che la salute dei cittadini”.

Dalla sala occupata del piano inferiore della sede amministrativa della Asl, il segretario generale della Cgil L’Aquila, Francesco Marrelli, ha motivato così la scelta di portare avanti la mobilitazione insieme alle altre sigle sindacali dei professionisti di medicina generale Fimmg, Smi, Snami in corso da ieri nella struttura che si trova nella periferia ovest della città.

Questa mattina, proprio nella sala occupata, i gruppi consigliari di opposizione al comune dell’Aquila terranno una conferenza stampa congiunta proprio nella sala occupata e nel pomeriggio potrebbe essere la volta delle forze sindacali.

Ieri in serata, intanto, è arrivata la risposta della direzione della Asl 1 circa la vibrante protesta che ieri si è svolta davanti gli uffici di via Saragat, riguardo proprio la chiusura dei Nuclei di cura primari.

Nella nota, si evidenzia che “come già ribadito, con chiare e documentate motivazioni in tutte le sedi istituzionali che si sono occupate del problema: Prefettura, Commissione Salute e Commissione Vigilanza del Consiglio Regionale, il subentro di nuovi medici di medicina generale nei Nuclei di Cure Primarie in sostituzione del personale medico collocato in pensione, risulta un atto illegittimo e come tale una procedura non percorribile”.

“Il parere espresso dalla SISAC (Organo Governativo che regola i rapporti tra medici di famiglia e ASL) sul tema – prosegue la nota – non lascia dubbi al riguardo: i compensi e le indennità riconosciute a tutte le forme associative, compresi i Nuclei di Cure Primarie, possono essere erogati solo nei limiti delle risorse dedicate, ormai esaurite da tempo. Siamo in attesa della sottoscrizione a breve dell’Accordo Integrativo Regionale, che risolverà la questione nell’interesse di tutti i medici di famiglia”

“Infatti, i medici che oggi richiedono il loro inserimento nei Nuclei di Cure Primarie – si legge – acquisiscono il privilegio di avere una retribuzione aggiuntiva di circa 40.000 Euro/anno, oltre al normale compenso. Queste risorse sarebbero sottratte a tanti altri medici – come dice anche la nota del Dipartimento Regionale della Sanità del marzo 2023 – che attendono fiduciosi la sottoscrizione del nuovo Accordo Integrativo per poter operare nelle nuove forme associative, creando evidenti situazioni di sperequazione e penalizzazione”.

Poi l’annuncio. “L’Azienda – fa sapere – dichiara che nessuno dei Nuclei chiuderà perché sarà garantito sempre un numero di medici sufficiente a consentire la piena attività. Infatti, in considerazione del numero di medici che operano attualmente nei Nuclei di Cure Primarie, in alcuni casi addirittura in sovrannumero, non vi sono rischi né di scioglimento dei Nuclei stessi, né di tenuta dell’occupazione del personale di supporto né tantomeno di penalizzazione delle aree interne visto che i subentri richiesti riguardano solo le aree urbane”.

Poi la chiosa finale “Ricordiamo, inoltre, che la F.I.M.M.G (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale) regionale condivide la posizione assunta dalla A.S.L.”.

A replicare su questa ultima affermazione dell’azienda sanitaria, il segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) dell’Aquila Vito Albano che afferma: “Non soltanto le dichiarazioni della Asl sono mendaci ma, addirittura, i vertici sanitari asseriscono che la Fimmg regionale sia d’accordo sulle loro posizioni quando la cosa non è assolutamente vera. Quella della Asl 1 è una posizione non condivisa né dal segretario regionale Mauro Petrucci, né da me, segretario provinciale. La Fimmg continua la sua lotta e diffida la Asl ad asserire e sbandierare un consenso che non le è mai stato dato”. 

“La Asl 1 dichiara in una nota inviata in serata che il subentro di nuovi medici di medicina generale nei nuclei per le cure primarie in sostituzione di coloro che sono andati in pensione sia illegittimo. Dichiarazioni senza fondamento, dato che non esiste alcuna legge che vieti la sostituzione dei medici in quiescenza, anzi, con questa presa di posizione, in pratica la Asl della provincia dell’Aquila sta sostenendo che tutte le altre Asl abruzzesi hanno sinora, invece, compiuto atti illegittimi, avendo effettuato tali sostituzioni sino a qualche giorno fa”, prosegue Albano.

 “Inoltre si precisa che non esistono più nuclei in sovrannumero di medici o di pazienti, come sostiene la Asl, in quanto i vari pensionamenti che si sono susseguiti sino a oggi hanno portato tutti i nuclei molto al di sotto del massimo consentito. Riguardo al fatto che i nuclei non chiuderanno, si sottolinea con forza che se viene ridotto il numero dei medici attivi nei nuclei per le cure primarie automaticamente diminuiscono notevolmente anche i pazienti che hanno il diritto di fruire del servizio, negandolo a tutti gli altri cittadini. Di fatto, non soltanto si sta tagliando un servizio fondamentale, ma si stanno creando cittadini di serie A e cittadini di serie B, esattamente l’opposto di quanto pronunciato dalla Costituzione italiana”, conclude.

La risposta dei giovani medici F.I.M.M.G.

I giovani medici della Federazione italiana dei medici di medicina generale rispondono alle dichiarazioni diffuse ieri sera dalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, a proposito della battaglia in difesa della tutela dei nuclei per le cure primarie, gli studi medici associati che costituiscono dei veri e propri presìdi medici nel territorio, aperti 12 ore al giorno garantendo assistenza medica, infermieristica e di segreteria, a difesa dei quali è in corso un’occupazione simbolica della direzione sanitaria della Asl 1, in via Saragat.

“In merito alla questione di presunta illegittimità dell’assunzione dei nuovi medici in sostituzione dei colleghi andati in pensione ci chiediamo come mai facendo riferimento a degli accordi regionali, la questione riguardi solo e soltanto la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila e non le altre aziende sanitarie abruzzesi – scrivono in una nota i giovani medici della Federazione italiana dei medici di medicina generale della provincia dell’Aquila (Fimmg).

“A proposito di giovani medici, sono due anni che aspettiamo fiduciosi che avvenga il subentro di chi è andato in pensione, fidandoci appunto delle parole e delle promesse dei dirigenti della Asl 1, e ora ci dicono che c’è qualcuno più giovane e più fiducioso di noi che aspetta l’approvazione del nuovo Air: siamo diventati troppo vecchi da poter ambire al subentro, ma non lo siamo ancora abbastanza come i colleghi che invece per anni hanno lavorato nei nuclei?”

“La Asl parla, nella sua nota, di ‘indennità e di privilegio’ riferendosi alla retribuzione per i medici in subentro: merita un’importante e doverosa sottolineatura il fatto che le indennità percepite servono per coprire le spese per il mantenimento dei nuclei e per il personale che ci lavora, non sono risorse economiche che percepiamo in più in aggiunta al nostro stipendio, e per dimostrare ciò basta rendicontarne la destinazione, come ci sembra naturale e corretto fare”.

“Infine, per quanto riguarda le richieste di subentro per medici che operavano in aree urbane, probabilmente la dirigenza di questa azienda sanitaria dimentica che noi medici rispondiamo e apriamo i nostri ambulatori in base a delle zone carenti che l’azienda sanitaria stessa definisce. La questione non riguarda noi, a cui l’azienda sanitaria rivolge le precisazioni, ma gli assistiti per i quali lavoriamo”.

Le nostre domande di subentro sono legate ai colleghi andati in pensione che lavoravano in città. Se la maggioranza della popolazione insiste nell’area urbana e i nostri pazienti risiedono in città – concludono i giovani medici della Fimmg -, che senso avrebbe illuderli di poter avere un servizio di medicina sul territorio 12 ore al giorno quando il nucleo per le cure primarie si troverebbe a chilometri di distanza, magari in montagna?”.

Tags
asl ncp SANITà