24 Febbraio 2024 - 11:28:07
di Martina Colabianchi
Per fortuna una storia a lieto fine quella accaduta a un’escursionista marsicana, qualche giorno fa, in un bosco ai piedi del Monte Sirente. Determinante è stata la gestione della chiamata della richiesta di soccorso, da parte di un carabiniere della centrale operativa della Compagnia di Avezzano, che è riuscito a calmare la donna, finita su un salto di roccia e a metterla in contatto con un trail runner che in mattinata aveva condiviso con lei una parte della salita.
La donna, di ritorno da un’escursione su un monte della catena del Sirente, sulla strada del ritorno ha imprudentemente lasciato il sentiero segnato e per un errore di valutazione ha attraversato all’ingiù una faggeta, senza rendersi conto però che stava sbagliando direzione.
A un certo dopo, dopo una discesa di diverse decine di metri, l’escursionista, di circa 40 anni, si è ritrovata su un salto di roccia ed è rimasta bloccata. Subito si è resa conto di non avere copertura telefonica pertanto non è riuscita a mettersi in contatto né con il compagno di escursione né con nessun altro che potesse aiutarla. Da lì la consapevolezza di allertare il 112 per spiegare la situazione e chiedere aiuto.
L’operatore in servizio alla centrale operativa ha subito capito, dal tono impaurito della voce, che la donna era in seria difficoltà. A quel punto l’ha tranquillizzata, spiegandole che avrebbe subito provveduto a metterla in contatto con il compagno di escursione, l’unico che in quel momento poteva raggiungerla più facilmente. Così è stato. L’uomo, un trail runner esperto di montagna e della zona, si era già reso conto che qualcosa potesse non andare in quanto non l’aveva più vista lungo il sentiero.
Il brigadiere al telefono, a più riprese, è riuscito a imbastire il contatto telefonico tra i due appassionati di montagna, cosicché il runner, messo in condizioni di individuare il punto esatto in cui la donna era rimasta bloccata e finita per sbaglio, l’ha finalmente raggiunta per poi portarla, in piena sicurezza, sul sentiero segnato. Nel frattempo, di conforto e aiuto sono state le parole rassicuranti del militare dell’Arma che ha tranquillizzato l’escursionista avvisandola che si sarebbe risolto tutto per il meglio e che, di lì a breve, avrebbe scorto il suo amico.
“Mi sento di ringraziare il carabiniere, che solo alla fine della chiamata e su mia richiesta mi ha detto di chiamarsi Fabio” – questo il commento inviato al comando dalla donna –, in quanto forse si è trovato solo a gestire una situazione per lui già conosciuta ma a me ha aiutato tanto, in un momento di panico e di perdita di controllo, essere tranquillizzata anche solo con qualche frase rassicurante. Oggi mi sento di dire grazie a Fabio e all’Arma dei Carabinieri, punto di riferimento della vita e del quotidiano dei cittadini tutti. Qualche volta leggo e commento chi sbaglia, anche nell’Arma e allora è giusto anche che quando invece c’è chi si distingue per particolare empatia e professionalità, questi meriti attenzione e spazio. Chiaramente ringrazio anche lo sportivo che mi ha aiutata ad uscire da una situazione che era davvero diventata difficilissima, in quanto a volte, non si tratta solo di blocchi fisici ma anche psicologici, che sono gravi allo stesso modo. La montagna va rispettata e questa volta devo dire di non averlo fatto nel modo più giusto. Sarebbe bastato solo qualche metro in più e mi sarei ritrovata a margine di un precipizio, ho avuto paura ma per fortuna ho incontrato persone che sono riuscite ad aiutarmi efficacemente e senza procurarmi alcun imbarazzo”.