Nuova indennità di accompagnamento e bonus badanti, CGIL Abruzzo Molise: "Tanta propaganda sulla pelle degli anziani"

28 Febbraio 2024 - 19:27:25

La Cgil Abruzzo Molise esprime forti preoccupazioni in merito alle
misure messe in campo dal Governo in materia di politiche in favore
delle persone anziane e non autosufficienti, che daranno attuazione
della Legge n. 33/2023. La riforma è prevista dal PNRR, ed è frutto di
una lunga mobilitazione del sindacato confederale e dei pensionati ma
oggi rischia di non potersi concretizzare nei termini auspicati e
necessari.

Anche la Conferenza delle Regioni e Province autonome, il 22 febbraio,
ha espresso un duro giudizio sullo schema di decreto legislativo con una
pesante bocciatura che ha portato ad esprimere una mancata intesa
giudicando il decreto deludente, l’ennesima occasione mancata per dare
risposte a milioni di anziani e alle loro famiglie.

Erano stati annunciati 1 miliardo di risorse aggiuntive e 1000 euro per
tutti ma la realtà è molto diversa.

Innanzitutto al decreto non sono assegnati nuovi investimenti ma si
utilizza semplicemente un travaso di risorse da altri fondi a partire
dal Fondo per la non autosufficienza già oggi assolutamente
insufficiente, o dal PNRR (dalla cui rimodulazione sono già stati
tagliati dal Governo 3 miliardi dalla M5 per il sociale), e senza
risorse è impossibile garantire gli obiettivi della riforma.

Lo schema del decreto non garantirà la presa in carico universale della
condizione di fragilità delle persone anziane non autosufficienti, al
contrario, introducendo tre diverse fasce di popolazione anziana (65,
70, 80 anni) che, a parità di bisogni, riceveranno risposte
differenziate o verranno escluse dall’accesso a servizi e prestazioni,
con un’evidente e ingiustificata discriminazione, basata sull’età e non
sui bisogni di cura.

Il cuore del decreto sarà la sperimentazione della nuova misura della
Prestazione Universale che riguarderà solo persone ultraottantenni con
bisogno assistenziale gravissimo e in stato di povertà. Sarà una quota
aggiuntiva all’Indennità di accompagnamento e che si sostanzia in specie
di voucher da spendere in prestazioni assistenziali da 850 euro al mese
da utilizzarsi esclusivamente per servizi certificati alla persona,150
in meno dei mille inizialmente previsti e nella sperimentazione e andrà
solo agli ultraottantenni disabili gravissimi, non autosufficienti
certificati Inps e con un Isee inferiore ai 6mila euro. Cioè al massimo
25mila persone in tutta Italia, contro una platea di 3,8 milioni di
ultrasessantacinquenni non autosufficienti e di 14 milioni di anziani.

Inoltre il Decreto PNRR licenziato dal Consiglio dei Ministri in data 26
febbraio 2024 introduce una nuova misura che prevede un esonero biennale
dal pagamento dei contributi per le badanti assunte o stabilizzate nel
periodo compreso tra il 1º aprile 2024 e il 31 dicembre 2025. L’esonero
massimo è di circa 3.000 euro a persona e si applica esclusivamente agli
ultraottantenni già beneficiari dell’indennità di accompagnamento, con
un ISEE inferiore a 6.000 euro.

L’esonero contributivo del 100% previsto dal nuovo bonus ammonta a circa
1.500 euro all’anno. Questo nuovo bonus si aggiungerà alle 850 euro
dell’assegno di accompagnamento.

In Abruzzo, con un contesto già segnato da un progressivo
invecchiamento della popolazione, con conseguente aumento dell’incidenza
di malattie croniche e di perdita dell’autosufficienza, l’indennità di
accompagnamento è diventata oggi la misura più diffusa di tutela e
sostegno. Restringere il campo con requisiti così’ formulati significa
escludere una vasta platea di anziani che necessitano di assistenza.

Infatti in Abruzzo le persone invalide con assegno di accompagnamento
sono 53.290 ma le persone non autosufficienti non sono solo anziane.
Sono in tale condizione bimbi e bimbe, giovani e adulti e per loro non è
previsto proprio nulla.

La Prestazione universale si riduce quindi al trasferimento monetario
che andrà a sostenere le famiglie che assumono direttamente assistenti
familiari (c.d. badanti) o acquistano servizi di cura e assistenza
forniti da imprese. Si lasciano dunque le famiglie completamente sole
sul mercato privato a sopperire alla carenza di servizi pubblici. Senza
contare che una badante, regolarizzata, costa circa 19 mila euro l’anno.

Da evidenziare inoltre la contraddittorietà delle scelte del Governo che
introduce (per pochissimi) la decontribuzione dopo aver escluso proprio
le lavoratrici domestiche madri e le precarie dal bonus mamme.
Beneficerà di tale decontribuzione una ristrettissima platea di
lavoratrici essendo la stessa collegata ad un indicatore isee di 6000
euro del datore di lavoro ultraottantenne e ad un’assunzione con un
contratto di lavoro domestico con specifica mansione di assistente a
soggetti anziani, e quindi con un costo contrattuale più elevato, data
la qualifica.

Senza una radicale modifica dell’impianto del decreto, e senza le
necessarie risorse, si troveranno a fare i conti con la mancanza di vere
risposte ai bisogni, milioni di persone.

Ci auguriamo che anche la Regione Abruzzo spinga il Governo a riscrivere
un decreto attuativo che nei fatti tradisce gran parte delle promesse e
delude le aspettative degli anziani non autosufficienti e delle loro
famiglie.