07 Marzo 2024 - 12:10:50
di Martina Colabianchi
“Curioso come il centrosinistra si presenti sotto la mia abitazione a Pescara, mettendo a rischio la privacy mia e della mia famiglia, non per portare soluzioni o idee, ma per “verificare” se vivo davvero qui“.
Così Marco Marsilio, governatore uscente e ricandidato presidente alle consultazioni regionali del 10 marzo, in un video su Facebook in cui denuncia la presenza di cronisti che, in mattinata, si sono presentati sotto casa sua a Pescara. La motivazione di questa “violazione della privacy”, così come l’ha definita lo stesso Marsilio, starebbe nell’accusa, diventata un po’ un leitmotiv di questa campagna elettorale ormai agli sgoccioli, di voler governare l’Abruzzo senza, però, essere abruzzese e lavorando in “smart working” da Roma.
L’inviato della trasmissione Agorà, andata in onda su Rai Tre questa mattina, ha sorpreso Marsilio all’uscita di casa con in mano una busta di biancheria da portare in tintoria. Interpellato al microfono, il presidente ha affermato quanto poi, più lungamente, detto nel video pubblicato su Facebook:
“È curioso che a farmi quest’accusa, anche un po’ razzista, siano persone come Elly Schlein che, pur non essendo nata in Italia, vuole governare l’Italia. Ha tutto il diritto di farlo se gli italiani lo vorranno, ma non capisco perché allora a me si debba addebitare la colpa di essere nato a Roma perché i miei genitori erano troppo poveri per restare in Abruzzo“.
Secondo il presidente uscente, le motivazioni alla base di questo interesse starebbe, come affermato su Facebook, nella mancanza di argomenti in merito a sanità, trasporti e investimenti in Abruzzo perché “se parlano di ospedali e qualcuno come Bruno Vespa gli dice che ne sto costruendo quattro nuovi, ha ragione, non può più parlare di sanità, oppure di trasporti quando trova qui uno che compra treni e autobus che Luciano D’Amico, quando era presidente della TUA, non ha comprato lasciandoci il parco mezzi forse più vecchio d’Italia. Potrebbe allora parlare della ricostruzione, quella che Luciano D’Alfonso ci ha fatto trovare che andava avanti con dodici pratiche l’anno e oggi ne fa dodicimila“.
“Continua pure, allora – conclude Marsilio riferendosi a Schlein – ma soprattutto, vatt’ a durmì“.