08 Marzo 2024 - 11:20:52
di Redazione
Completati gli ultimi adempimenti amministrativi, l’intervento di consolidamento e restauro di San Benedetto Abate a San Benedetto in Perillis (L’Aquila) è concluso e la Chiesa potrà essere riconsegnata a breve alla parrocchia e alla collettività tutta.
“La fine di un percorso di restauro è sempre una grande soddisfazione: lo è maggiormente quando si può restituire ad una comunità uno dei luoghi nevralgici della vita quotidiana, uno dei punti di riferimento per un paese. Il completamento dei lavori a San Benedetto Abate è un segno concreto di rinascita. E per questo ringrazio sentitamente tutto il gruppo di lavoro, guidato dall’architetto Valerio Piovanello, e l’amministrazione Comunale che, nelle varie articolazioni che si sono avvicendate negli anni, ha attivamente collaborato all’organizzazione e alla buona riuscita dell’intervento”, afferma il segretario regionale ad interim per l’Abruzzo, dottoressa Federica Zalabra.
Di proprietà della parrocchia di San Benedetto (parroco Don Eugenio Zuech), il restauro della chiesa è stato costantemente condiviso con S.E. Monsignor Michele Fusco, Vescovo di Sulmona- Valva e dall’Ufficio diocesano Beni Culturali, diretto in precedenza da don Oliviero Liberatore e attualmente da Pietro Conforti.
“Si esprime un sentito apprezzamento e soddisfazione per l’ottimo lavoro sin qui svolto da parte del MiC per l’Abruzzo, dell’intero staff tecnico, dell’Impresa Co.Ge.A. dell’Aquila e da tutte le maestranze coinvolte nelle varie lavorazioni architettoniche ed artistiche per rendere agibile un bene di così estremo interesse. Nell’auspicare la possibilità di poter completare l’intero intervento si ringrazia per l’impegno profuso”, dichiara S.E. Monsignor Michele Fusco, Vescovo della Diocesi di Sulmona-Valva.
Rimangono infatti da effettuare – con un secondo lotto d’intervento – i restauri degli apparati decorativi (i pregevoli cicli pittorici, gli elementi lapidei scolpiti sia interni che esterni), le tinteggiature interne, il rifacimento della pavimentazione e le opere impiantistiche; ma finalmente San Benedetto Abate, antichissima Chiesa che domina il borgo, torna ad aprire le sue porte per i cittadini e per i fedeli.
Questo primo lotto, finanziato con i fondi della Delibera CIPE 77/2015 per € 800.000,00, è stato funzionale proprio alla riapertura del monumento ed ha riguardato per la maggior parte la riparazione dei danni del sisma. Con il terremoto del 2009, infatti, la Chiesa ha sofferto in particolar modo per l’attivazione di vari meccanismi di ribaltamento di pareti o porzioni di esse, che hanno causato i danni maggiori nelle grandi colonne che dividono le navate, con formazione di lesioni da schiacciamento e rottura per rotazione.
Il progetto è stato redatto dall’arch. Patrizia Rugginelli Fanini, incaricata dal parroco per la progettazione preliminare ed esecutiva, ed autorizzato dalla competente Soprintendenza. I lavori di consolidamento e restauro sono stati condotti dal Segretariato Regionale del MiC per l’Abruzzo e diretti dal RUP e Direttore dei lavori arch. Valerio Piovanello, funzionario della Soprintendenza ABAP-AQ-TE.
Ad affiancarlo nella direzione dei lavori due professionisti esterni, l’ispettore di cantiere arch. Matteo Acerbo ed il Coordinatore della Sicurezza geom. Massimo Rugginelli Fanini. La ditta esecutrice è stata la Co.Ge.A. s.r.l. di L’Aquila, diretta dall’ing. Italo Albani; il cantiere è stato diretto dal geom. Sabatino Sette in tutte le operazioni architettoniche e strutturali, mentre le lavorazioni di restauro artistico sono state affidate in subappalto al dott. Claudio Giampaolo, restauratore.
L’intervento è stato condotto nell’ottica più moderna del restauro critico, cercando di non alterare il sistema costruttivo esistente ed aiutarlo mediante dispositivi di rinforzo di tipo prevalentemente tradizionale: sono state effettuate iniezioni di miscele leganti nelle murature, riparate le lesioni diffuse sulle pareti mediante cuci-scuci con stesso materiale, smontato il manto di copertura e verificata la strutture lignea esistente; si è cercato di chiudere la scatola muraria in sommità mediante l’inserimento di porzioni di cordolo metallico, ancorato al cordolo esistente, rinforzate tutte le capriate lignee e verificati gli appoggi, ricomposto il manto di copertura con doppio tavolato, strati impermeabilizzanti e coppi di recupero, rinforzata la vela campanaria mediante il posizionamento di una struttura metallica a vista ma poco invasiva, ancorate le pareti in fase di ribaltamento mediante poche ma efficaci cuciture armate ed infine ristabilita la consistenza delle colonne e dei pilastri interni mediante iniezioni nel nucleo murario e cerchiature a vista nel rispetto degli elementi decorativi presenti (capitelli, basi e cicli pittorici).
L’opportunità di utilizzare alcune economie relative allo stesso intervento è stata sfruttata appieno mediante la realizzazione di alcune lavorazioni aggiuntive quali la pulitura ed il restauro di tutto il
paramento lapideo esterno, il restauro accurato delle capriate lignee e la pulitura dei quattro portoni lignei d’ingresso.