08 Marzo 2024 - 16:41:23
di Martina Colabianchi
Per l’ottavo anno consecutivo oggi, 8 marzo, in tutto il mondo è sciopero femminista e transfemminista contro la violenza maschile sulle donne e ogni forma di violenza di genere.
Anche L’Aquila si unisce alla giornata di lotta con una manifestazione organizzata dal collettivo Fuorigenere, che ha invitato tutta la cittadinanza a sfilare lungo le vie della città per “ribadire quanto necessario e urgente sia combattere ogni quotidiana violenza, ogni discriminazione, ogni umiliazione che noi donne continuiamo a subire. Noi lavoratrici autonomә, precariә o disoccupatә, noi che veniamo licenziatә se restiamo incintә, molestatә e discriminatә sui luoghi di lavoro, noi sex workers, persone LGBTQIA+ o con disabilità, noi abituatә a lavorare occupandoci di casa e famiglia senza nessun riconoscimento economico e sociale, noi mortә ammazzatә da un uomo, ancora una volta daremo voce a chi non ha una casa e sente la propria povertà come una vergogna, a chi subisce violenza istituzionale in aule di tribunale, a chi arriva scappando da guerre e miseria sperando in un futuro dignitoso“.
La manifestazione vuole ribadire come quella di oggi non debba essere considerata una festa, ma una giornata per sottolineare quanto ancora non vada nel verso giusto sul fronte della parità e dei diritti per le donne, e non solo. Accanto alla condanna di ogni violenza e discriminazione di genere, su cui è chiamata in causa anche la premier Giorgia Meloni che è accusata di mettere a rischio il diritto all’aborto a causa delle sue politiche “familiste e cattoliche“, c’è anche un’attenzione verso una scuola più inclusiva delle differenze e verso la violenza razzista e nazionalista a favore di una libera circolazione delle persone.
Spazio anche ad una forte critica nei confronti delle guerre in corso nel mondo, “fatte da ricchi e potenti e pagate dalle popolazioni civili, donne e bambinә prima di tutto. Ne stiamo avendo conferma in questi ultimi anni in cui le guerre vicine e lontane ci portano a prendere posizione per la pace, l’autodeterminazione dei popoli e la giustizia sociale. Chiediamo il cessate il fuoco immediato e permanente, la fine del genocidio e dell’occupazione da parte di Israele e la liberazione della Palestina“. E poi la crisi climatica, “contro un sistema predatorio e insostenibile che considera la terra e gli animali come risorse al servizio dell’essere umano. Per una transizione ecologica ed energetica sostenibili“.
Un grido di libertà, insomma, si alza oggi nel capoluogo “affinché tutte le soggettività possano essere libere e affermare il diritto all’autodeterminazione sui propri corpi e scegliere per sé il tipo di famiglia che desiderano“.