12 Marzo 2024 - 10:50:30
di Tommaso Cotellessa
Nel 2023 l’export nazionale, secondo quanto certificato dall’Istat, risulta stazionario a livello nazionale ma con dinamiche territoriali molto differenti.
Si registra infatti un marcato aumento delle esportazioni per il Sud Italia, con un +16,8%, mentre per il Nord-ovest la crescita appare più contenuta, con un +2,7%. Si registra invece una flessione per il Nord-est -1,0% e il Centro -3,4% e una netta contrazione per le Isole –21,0%.
Entrando nel dettaglio delle situazioni specifiche delle singole regioni, l’Abruzzo si attesta al quarto posto per crescita, con un +13,6%. La regione più dinamica è la Campania con un +28,9%, seguita dal Molise con un +21,1% e dalla Calabria con un +20,9%.
Dietro l’Abruzzo troviamo al quinto posto il Piemonte con un+9,1%, al sesto posto la Toscana con un +5,6% e al settimo la Basilicata con un +5,5%.
Le flessioni più ampie riguardano invece la Sardegna che perde -24,2%, la Valle d’Aosta -21,1%, la Sicilia -19,3%, le Marche -13,9%, il Friuli-Venezia Giulia -13,7% e il Lazio -11,0%.
“La stazionarietà dell’export in valore nel 2023 riflette dinamiche divergenti a livello territoriale“, spiega l’Istituto di statistica. “La forte crescita per il Sud è trainata soprattutto dalle maggiori vendite della Campania, in particolare di prodotti farmaceutici e autoveicoli; quella più moderata per il Nord-ovest è sostenuta dal Piemonte – grazie anche alla positiva dinamica delle vendite di autoveicoli -, mentre è modesta la crescita dell’export della Lombardia. Marche e Lazio contribuiscono alla flessione per il Centro; Veneto e Friuli-Venezia Giulia a quella per il Nord-est. La netta contrazione per le Isole si deve sostanzialmente alla riduzione dell’export di prodotti della raffinazione”.
Nel 2023, l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania fornisce un impulso positivo per 1,5 punti percentuali alle vendite nazionali sui mercati esteri; un ulteriore contributo positivo di un punto percentuale – evidenzia l’Istat – deriva dalle maggiori vendite di macchinari e apparecchi non classificati altrove da Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana.
All’opposto, la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna per 0,8 punti percentuali e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio per 0,7 punti percentuali contribuisce a frenare l’export nazionale. Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+390,8%), della Campania verso Svizzera (+99,6%) e Stati Uniti (+53,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+24,1%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e paesi OPEC (+39,4%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,0%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-33,2%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%).
Nel 2023, le province che contribuiscono in misura maggiore a sostenere le vendite sui mercati esteri sono Napoli, Torino, Siena e Milano. Siracusa, Ascoli Piceno, Cagliari e Roma contribuiscono alla contrazione dell’export.