12 Marzo 2024 - 09:26:50
di Redazione
Sono quasi trentamila i voti guadagnati da Marco Marsilio rispetto a cinque anni fa. Nel 2019 l’esponente di Fratelli d’Italia era stato eletto governatore con 299.949 preferenze, mentre oggi guadagna la riconferma con 327.660 voti. Sono quasi 43mila, dunque, gli abruzzesi che hanno decretato la vittoria dell’esponente di centrodestra, visto che lo sfidante Luciano D’Amico si è fermato a quota 284.748. Una sconfitta che è maturata soprattutto nei piccoli centri, mentre Marsilio è riuscito a ottenere la rielezione grazie soprattutto al massiccio sostegno della Marsica. Il governatore non è andato fortissimo nelle grandi città, dove D’Amico è riuscito a ridurre lo svantaggio e in certi casi – come a Pescara o a Teramo – ad arrivare primo.
“Io avevo detto chiaramente che Abruzzo e Sardegna sono mondi diversi. E che i cittadini avrebbero votato per tutelare il proprio territorio. Se qualcuno a sinistra si è gasato e ha ripreso fiato e coraggio perché in Sardegna è andata come è andata, gli è servito solo a recuperare un punticino”.
Così al Messaggero il governatore rieletto dell’Abruzzo Marco Marsilio. Per Marsilio gli abruzzesi col loro voto “hanno risposto a D’Amico, a Schlein, a Conte, a Bersani, a Vendola e a tutte le vecchie glorie che sono andate in giro a dare lezioni su quanto fosse messo male l’Abruzzo. Forse descrivevano quello che hanno lasciato 5 anni prima loro. Non è che noi l’abbiamo trasformato nel paradiso terrestre, ma il confronto è impietoso. E questo la maggioranza dei cittadini ha dimostrato di averlo apprezzato”. “Per la nostra storia recente qui – dice ancora – l’Abruzzo è diventato il fortino da espugnare. E quindi una vittoria avrebbe avuto valore doppio. Ma l’assalto è fallito”. Ha vinto il ‘campo coeso’. “Coeso è certamente giusto, perché lo siamo fin dalle Politiche. E poi nessuno nel centrodestra ha guadagnato né perso in maniera consistente. È un segnale di buona salute”. A Meloni “nei prossimi giorni chiederò appuntamento a palazzo Chigi. Abbiamo tanta carne al fuoco da continuare ad arrostire”, annuncia Marsilio.
“Ha vinto il principio di realtà contro l’ideologia. I risultati di questi cinque anni sono positivi. Non è il paradiso terrestre, evidentemente ci sono tante cose da fare. Ci siamo proposti agli abruzzesi per dire ‘fateci continuare a lavorare’, perché l’Abruzzo aveva segnato passi avanti molto sensibili che i cittadini hanno riconosciuto. Tutto il contrario di quanto le corazzate mediatiche progressiste e le opposizioni hanno cominciato a raccontare, un Abruzzo allo sbando: mancava solo l’Armageddon finale e poi l’Abruzzo era cancellato dalle cartine geografiche”, ha aggiunto Marsilio intervistato questa mattina da Roberto Inciocchi nella trasmissione di Rai 3 Agorà.
Alla domanda sulle tre cose importanti da cui ripartire con la nuova legislatura, Marsilio, sottolineando che “la pianificazione è stato il cuore dei primi cinque anni e ora si devono vedere i risultati”, ha elencato i lavori per la ferrovia Roma-Pescara, i cantieri “per almeno tre ospedali, se non quattro” e il tema della sanità, le liste d’attesa e, con fondi Pnrr, le case di comunità che dovranno “fare filtro per svuotare i pronto soccorso”.
Quanto all’avversario, “D’Amico mi ha garantito che sarà presente in Consiglio regionale, in passato non accadde che il capo dell’opposizione rimase. Gli ho augurato di dare un contributo costruttivo. Se l’opposizione cresce – ha proseguito Marsilio – cresce anche la qualità dell’azione legislativa. Non abbiamo bisogno di opposizioni distruttive che sanno dire solo no. Possiamo costruire e raggiungere obiettivi insieme, sfidandoci su chi lo sa fare meglio”.
A proposito della certezza della vittoria “i sondaggi ci hanno messo in guardia che la certezza non era in cassaforte. Dall’estate scorsa alle elezioni c’è stato un lavoro forte sul territorio per aggregare nuove forze e questo si è visto nel risultato della lista ‘Marsilio presidente’. Abbiamo ricevuto consensi dal territorio, da amministrazioni che non sono tradizionalmente schierate con il centrodestra. Oggi che votano in pochi si tende a dire che votano solo i tifosi. In realtà hanno votato quelli che hanno guardato la partita in campo in questi cinque anni e hanno scelto la squadra migliore”.