FLC CGIL: inarrestabile perdita di iscritti scuole provincia dell’Aquila

28 Marzo 2024 - 19:11:09

Si è tenuta ieri 27 marzo 2024, da parte dell’USP dell’Aquila,
l’informativa annuale sull’organico docenti per l’anno scolastico
2024/25.
Il momento degli organici è da anni fortemente drammatico poiché
l’organico di diritto del personale scolastico (docente ed ATA) si
desume dalle iscrizioni e, quindi, dalla presenza più o meno numerosa di
alunni/e e studenti/esse nelle nostre istituzioni scolastiche. Sulla
base dei dati delle iscrizioni, che le istituzioni scolastiche
inseriscono nel sistema informatico, si ottiene l’impianto organico
calcolato su parametri nazionali indicati fondamentalmente dal DPR
81/2009. Gli Uffici Scolastici hanno poco spazio di manovra e, anche
negli anni in cui non si prevedono tagli, il drastico calo della
popolazione scolastica comporta la perdita di posti.
Quest’anno, infatti, da parte degli uffici scolastici non sarà applicato
alcun taglio, la dotazione organica resta confermata rispetto allo
scorso anno, ma la combinazione di spopolamento e denatalità ci consegna
un quadro desolante facendo registrare un calo significativo di
iscrizioni alla scuola dell’infanzia e, seppur in numero inferiore, alla
scuola primaria. La nostra provincia perde circa 550 alunni rispetto
allo scorso anno scolastico. In Abruzzo, per il prossimo anno scolastico
la provincia dell’Aquila è quella che perde meno, ma dobbiamo ricordare
che è anche quella che ha la minor densità di popolazione a fronte del
territorio più ampio, più interno, più difficile e peggio servito della
regione.
E’ chiaro che la perdita che oggi registriamo alla scuola dell’infanzia
e alla primaria, si riverserà a cascata sui successivi ordini e gradi
di scuola e il nostro territorio provinciale sarà sempre più povero ,
anziano e meno abitato.
C’è urgenza di un’inversione di tendenza. Come diciamo da anni, è un
problema che investe la scuola, ma non è un problema della scuola. E’ un
problema politico che pretende soluzioni politiche. Come è un problema
politico diffuso quello della dispersione scolastica che, man mano che
ci si sposta dalla scuola dell’obbligo, va ad aumentare i numeri in
negativo e a favorire fenomeni di altra natura relativi all’adolescenza,
tanto più che l’abbandono degli studi riguarda soprattutto ragazzi e
ragazze che provengono da fasce sociali svantaggiate. Si calcola che in
Abruzzo nel 2022 ben 8000 ragazzi e ragazze tra i 18 ed i 24 anni
abbiano abbandonato gli studi con quali prospettive non è difficile
capirlo.
Sono fenomeni complessi che prevedono analisi trasversali e soluzioni
complesse ed organiche. Pensare di continuare a proporre situazioni
tampone ed estemporanee come risorse una tantum e programmi dedicati ma
limitati al periodo non risolve, piuttosto aumenta le difficoltà di chi
si trova a gestire risorse senza un progetto efficace, diffuso,
generalizzato, in altre parole senza un’idea di futuro. E’ come avere in
mano una fotografia che blocca il momento ma non lascia prevedere le
prospettive future.
Ogni anno ci ritroviamo a dire le stesse cose, con numeri sempre
peggiori. Ogni anno invochiamo l’ascolto e tuteliamo i perdenti posto.
Ogni anno lottiamo per non chiudere le scuole, ma poi ci ritroviamo a
chiederci se quei due, tre, dieci o quindici tra bambini e bambine in
croce che manteniamo in una scuola di montagna abbiano davvero le stesse
opportunità formative dei coetanei che vivono nelle aree urbane.
Non sappiamo se definire interessante, divertente o esemplare che la
scuola di Pescasseroli, da anni in deroga rispetto ai parametri
nazionali, da anni tutelata e protetta nei tavoli per il dimensionamento
sia oggi al centro delle cronache per un film che ci auguriamo sia di
successo. Ci fa piacere che la cultura scopra le aree interne. Queste
sconosciute. Ci auguriamo che l’attenzione mediatica resti viva anche
quando saranno scorsi i titoli di coda e che si trasformi nella ricerca
politica di soluzioni ad un problema complesso e difficile come quello
della desertificazione della provincia dell’Aquila.