29 Marzo 2024 - 10:41:42
di Redazione
“Il Tar ha rigettato, come prevedibile, il ricorso proposto dal Comune dell’Aquila per l’annullamento del provvedimento con cui l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie delle Infrastrutture Stradali e Autostradali ha limitato, fino al 30 aprile prossimo, l’esercizio della Funivia del Gran Sasso, con prescrizione della sostituzione delle quattro funi portanti”.
Lo scrive in una nota il Partito Democratico dell’Aquila a seguito del pronunciamento del Tar che ha rigettato il ricorso proposto dal Comune dell’Aquila per l’annullamento del provvedimento con cui l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie delle Infrastrutture Stradali e Autostradali ha limitato fino al 30 aprile 2024 l’esercizio della Funivia del Gran Sasso, con prescrizione della sostituzione delle quattro funi portanti.
“L’ennesimo schiaffo al presidente del Ctgs Dino Pignatelli e al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che, prima, hanno tentato di rassicurare le cittadine e i cittadini, gli operatori economici del comprensorio e gli appassionati ribadendo, con arroganza, pressapochismo e irresponsabilità che l’esposto presentato da un cittadino non era altro che uno strumentale procurato allarme e, poi, dinanzi alle durissime prescrizioni dell’Ansfisa, hanno – con altrettanta arroganza – tentato di impugnare il provvedimento che, invece, ha resistito al giudizio del Tribunale amministrativo”, prosegue.
“Torniamo, per questo, a chiedere le immediate dimissioni di Pignatelli e una piena assunzione di responsabilità politica da parte del sindaco Biondi, del suo assessore alle partecipate e dei dirigenti comunali, se è vero, come è vero, che le criticità erano note da tempo e, per tempo, si doveva intervenire, programmando gli interventi e stanziando le risorse necessarie – aggiunge il Pd – Al contrario, si è preferito nascondere la testa sotto la sabbia, sperando, irresponsabilmente, che la situazione potesse trascinarsi ancora. Eppure, c’erano i soldi del Pnrr che si potevano stanziare per ammodernare la funivia, dando respiro al comprensorio montano che, nonostante le promesse, è stato abbandonato a sé stesso. Si è preferito, però, utilizzare le risorse comunitarie come si fosse al bancomat, per finanziare interventi ordinari così da soddisfare le richieste di quel consigliere o dell’assessore di turno, provando a tenere unita una maggioranza a brandelli, incapace di dare risposte vere alle esigenze economiche e sociali della città”.
“Ed ora, il 30 aprile la funivia chiuderà; bisognerà trovare subito almeno 4 milioni per sostituire le funi e, poi, far partire lavori che si preannunciano lunghi e complicati. Il rischio è che andranno perse le prossime due stagioni invernali, almeno; intanto, la Regione bloccherà i finanziamenti a valere sul Tpl. Ciò significa che il Ctgs è destinato al default, con gravissime ripercussioni sulle lavoratrici e sui lavoratori, oltre che sugli operatori che hanno scommesso sul Gran Sasso. Un disastro annunciato”, conclude il Pd.