Paolucci su appello sanità: "Ripresenteremo proposta per assicurare la spesa sanitaria. Rischiamo il tracollo, la comunità scientifica va ascoltata"

04 Aprile 2024 - 18:25:20

“Con Marsilio e Meloni in Abruzzo le liste di attesa e mobilità passiva
sono alle stelle, sempre più persone migrano fuori regione o, peggio,
rinunciano a curarsi per problemi economici o di accesso, dice l’Istat.
Serve una svolta, per questo a luglio 2023 abbiamo depositato la
proposta di legge per il “Riordino della disciplina in materia
sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge ottobre 1992, n. 421″,
perché la Regione la sostenesse per la presentazione alle Camere. Non
solo ciò non è avvenuto, ma oggi la situazione abruzzese precipita
sempre più. Secondo l’ultimo rapporto Gimbe siamo fra le regioni dove si
verifica la maggiore fuga di pazienti, con una mobilità passiva anche
oltre il 77 per cento e che si traduce in un costo di 108 milioni di
euro, 82 euro circa ad abruzzese, neonati compresi”, duro il consigliere
regionale PD Silvio Paolucci su un tema divenuto di stringente attualità
in queste ore.

“L’appello della comunità scientifica rafforza la necessità di iscrivere
di nuovo la proposta all’ordine del giorno del primo Consiglio utile,
non si può perdere altro tempo, perché rischiamo la privatizzazione del
settore, a livello nazionale e regionale, che renderà sempre più salute
e prevenzione un privilegio per chi può pagare e non un diritto per
tutti – aggiunge Paolucci – . La proposta del Pd nasce da questo e
chiede di modificare l’articolo 1 del decreto vigente, in modo che
l’importo delle risorse finanziarie destinate al servizio sanitario
nazionale sia determinato in misura non inferiore al 7,5 per cento del
PIL dell’anno precedente e sia adeguato anche all’indice di vecchiaia e
all’aspettativa di vita della popolazione. Un’azione che non si può
rinviare, perché il Governo sta impoverendo il sistema sanitario
nazionale, come denunciano i 14 esponenti della comunità scientifica
firmatari dell’appello lanciato in queste ore per salvare un sistema a
cui nel 2025 sarà destinato il 6,2% del Pil (meno di vent’anni fa) e che
negli ultimi anni ha avuto tagli per quasi 40 miliardi, un livello che
ci fa arretrare dagli standard dei Paesi europei avanzati che arrivano
all’8% del Pil e che porta la sanità pubblica al tracollo. In sostanza
la spesa sanitaria dell’era Meloni in Italia non è grado di assicurare
compiutamente il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea),
cosa che con l’autonomia differenziata sarà ancora più grave e arriverà
a tagliare l’Abruzzo fuori da ogni tutela del diritto alla salute. Lo
dimostrano i tanti problemi che affliggono già la nostra sanità
regionale e la mancanza di una governance per affrontarli e,
soprattutto, di investimenti a vantaggio della comunità-utenza.
Evidentemente, al riconfermato presidente non interessa che l’Abruzzo
possa perdere milioni di finanziamenti, a causa del fatto che il Governo
amico in due anni ha trasferito al sistema sanitario nazionale 5
miliardi in meno rispetto all’aumento dei costi generato
dall’inflazione, riducendo, così, il rapporto tra spesa sanitaria e
Prodotto interno lordo. L’unica giustificazione di tanta e tale inerzia
di fronte agli evidenti tagli alla sanità pubblica e ai problemi
correlati, è che sia forse già in atto una strategia nazionale della
destra: quella di favorire al più presto la privatizzazione del
comparto”.