08 Aprile 2024 - 10:55:42
di Redazione
A conclusione del Ramadan, il nono mese sacro per i musulmani, anche L’Aquila si prepara a
festeggiare la fine del periodo di digiuno e devozione con la celebrazione dell’Eid al-Fitr, mercoledì 10 aprile.
Una festa significativa per le famiglie musulmane nella provincia, la seconda in Abruzzo per numero di persone di fede islamica presenti (9.732). Nella regione – secondo un’indagine condotta dal Cesnur, il Centro Studi Nuove Religioni – la provincia con il numero più alto è Teramo con 10.103 musulmani,
seguita da Chieti con 7.111 e Pescara con 6.458, per un totale di 33.404 musulmani.
La giornata, per i musulmani che vivono nel capoluogo, inizia all’alba con la preghiera nei luoghi di culto
nella frazione di Bazzano e nel quartiere di Pile.
La preghiera è seguita da visite ai familiari e un grande pranzo in famiglia. “Mentre la comunità musulmana si prepara a festeggiare – spiega Abdula ‘Duli’ Salihi, presidente dell’associazione
culturale Rilindja – siamo felici di cogliere segnali di rispetto e integrazione all’interno della città. Gli imprenditori di molte aziende aquilane hanno dimostrato umanità e nobiltà d’animo concedendo ai propri dipendenti di fede islamica il giorno libero per celebrare l’Eid al-Fitr insieme
alle proprie famiglie. Questo semplice atto, a costo zero, ha profondamente rafforzato il legame tra i lavoratori e le aziende, contribuendo all’integrazione reciproca”.
Nell’ottica di favorire questa integrazione, tutti i membri del tavolo interreligioso della Prefettura dell’Aquila hanno incoraggiato le aziende del territorio a mantenere questo impegno di solidarietà e comprensione, ringraziando quelle che già si sono impegnate in tal senso.
L’invito è stato esteso alle associazioni di categoria per “garantire che nessun lavoratore
si senta escluso o penalizzato per la sua fede religiosa”.
Non tutte le aziende, infatti, sono informate della situazione dai propri dipendenti.
“L’Aquila – conclude Salihi – si conferma così un esempio di convivenza pacifica e integrazione, dove le diversità religiose sono motivo di arricchimento e non di divisione”.