09 Aprile 2024 - 11:24:17
di Tommaso Cotellessa
L’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe, basata sui dati Istat, relativamente alla spesa sanitaria sostenuta dalle famiglie italiane segna un significativo aumento evidenziando una serie di criticità che rischiano di minare la salute e il benessere delle famiglie, una maggior spesa infatti non può essere considerata soltanto un segnale di maggiore benessere. Sarebbe una lettura superficiale e da miopi.
Il report infatti mostra che nel corso del 2022, la spesa sanitaria sostenuta direttamente dalle famiglie italiane ha raggiunto quasi 37 miliardi di euro, evidenziando un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Sono oltre 25,2 milioni le famiglie che hanno registrato una spesa media per la salute di 1.362 euro, con un incremento di oltre 64 euro rispetto all’anno precedente.
I dati più preoccupanti riguardano la rinuncia alle prestazioni sanitarie a causa di problemi economici. Nel 2022, più di 1,9 milioni di persone hanno dovuto rinunciare a visite specialistiche o esami diagnostici, nonostante ne avessero bisogno, a causa di difficoltà economiche, lunghi tempi di attesa o problemi di accesso. Questo fenomeno ha colpito soprattutto le regioni del Mezzogiorno, dove l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza risulta essere particolarmente inadeguata.
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha sottolineato come l’entità della spesa sanitaria sostenuta direttamente dalle famiglie sottostimi le mancate tutele pubbliche, poiché è influenzata dalle difficoltà economiche che molte famiglie devono affrontare. Queste difficoltà sono più evidenti proprio nelle regioni meridionali del paese, dove le disuguaglianze sociali nell’accesso alle cure sono più marcate.
“Dalle nostre analisi emergono tre considerazioni – dice Cartabellotta – Innanzitutto l’entità della spesa out-of-pocket sottostima le mancate tutele pubbliche perché viene arginata da fenomeni conseguenti alle difficoltà economiche delle famiglie. In secondo luogo, questi fenomeni sono molto più frequenti nelle Regioni del Mezzogiorno, proprio quelle dove l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza è inadeguata. Infine, lo status di povertà assoluta che coinvolge oggi più di due milioni di famiglie richiede urgenti politiche di contrasto alla povertà, non solo per garantire un tenore di vita dignitoso a tutte le persone, ma anche perché le diseguaglianze sociali nell’accesso alle cure e l’impossibilità di far fronte ai bisogni di salute con risorse proprie rischiano di compromettere la salute e la vita dei più poveri, in particolare nel Mezzogiorno. Dove l’impatto sanitario, economico e sociale senza precedenti rischia di peggiorare ulteriormente con l’autonomia differenziata”
Oltre alla rinuncia alle prestazioni sanitarie, preoccupa anche il crescente numero di famiglie che hanno dovuto limitare la propria spesa per visite mediche e accertamenti preventivi, mettendo a rischio la propria salute a lungo termine. È significativo il dato che più di 2,1 milioni di famiglie italiane si trovano in uno stato di povertà assoluta, con conseguenti difficoltà nel far fronte alle spese relative alla salute.
Anche le stime preliminari dell’Istat per il 2023 evidenziano un ulteriore aumento della povertà assoluta delle famiglie italiane, confermando la tendenza preoccupante degli anni precedenti.
La spesa sanitaria totale in Italia nel 2022 ammonta a 171.867 milioni di euro, di cui il 75,9% è sostenuto dal settore pubblico e il restante 24,1% dal settore privato. La spesa ‘out-of-pocket’, cioè quella sostenuta direttamente dalle famiglie, rappresenta una quota significativa di questa spesa privata, con un incremento medio annuo dell’1,6% nel periodo 2012-2022.
In conclusione, i dati evidenziati dall’analisi della Fondazione Gimbe pongono l’attenzione sul grave rischio che la crescente spesa sanitaria privata e la conseguente limitazione dell’accesso alle cure rappresentano per la salute e il benessere delle famiglie italiane, soprattutto in alcune regioni del paese. È fondamentale che le istituzioni adottino politiche mirate a contrastare la povertà e garantire un accesso equo e universale alle cure sanitarie, al fine di preservare la salute e la vita dei cittadini.