10 Aprile 2024 - 20:51:12
di Giustino Masciocco
La giornata di ieri, quella dello storico insediamento del nuovo Consiglio regionale e l’apertura della XII Legislatura con il riconfermato presidente Marco Marsilio (mai successo nella storia della Regione) si apre con colpi di scena a ripetizione.
Accordi già sottoscritti, stracciati come carta igienica, promesse fatte, negate e rimangiate senza vergogna, urla e strilli provenienti dagli uffici della presidenza, per poi entrare in modo patinato e tronfio dentro l’aula dedicata a Sandro Spagnoli per lo svolgimento del primo Consiglio.
Proviamo a ricostruire qualche retroscena, raccontatoci da chi era della partita, da confessioni a mezza bocca e da qualche nostra intuizione.
Già ieri mattina presto, nello spazio antistante al bar ubicato dentro il palazzo regionale, c’era un via vai di segretari regionali dei vari partiti che, con il cellulare in mano cercavano di dirimere una matassa che si andava ingarbugliando sempre di più. Si sono visti: il sottosegretario governativo, e segretario regionale della Lega Luigi D’Eramo, scuro in volto per l’esito dell’ultima trattativa, il segretario di Forza Italia, l’onorevole Nazario Pagano che aveva il suo da fare per cercare di ottenere tre postazioni al sole, l’onorevole Etel Sigismondi segretario di Fratelli d’Italia, che evitava accuratamente i suoi colleghi per non incorrere in pubblici diverbi.
I lavori del Consiglio sono iniziati con una mezz’ora di ritardo, giusto per provare a definire lo scontro fratricida dentro Forza Italia per la poltrona di presidente. Infatti, ad ambire allo scranno più alto dell’Emiciclo erano: Roberto Santangelo, il più votato in Forza Italia (sarebbe stato il primo aquilano a ricoprire tale carica) e il presidente uscente Lorenzo Sospiri che, non potendo ottenere la nomina di Assessore, per il deciso “niet” del presidente della Giunta regionale riconfermato, Marco Marsilio, ha ripiegato sulla propria candidatura alla presidenza del Consiglio.
Il primo punto all’ordine del giorno riguardava, appunto, l’elezione del presidente dell’Assise, i primi tre scrutini sono stati senza esito, considerato che, per l’elezione, erano necessari 21 voti dei consiglieri, la maggioranza di destra ne aveva a disposizione solo 18 (compreso Marco Marsilio).
Il bello arriva con la quarta votazione. In questo caso sarebbero bastati 16 voti per l’elezione del presidente; Lorenzo Sospiri ottiene 17 preferenze, sufficienti per la nomina, senza alcun entusiasmo da parte dell’aula, perdendosi per strada un consigliere di maggioranza, Paolo Gatti, secondo assoluto per preferenze ottenute (10.867), che si è eclissato al momento del voto e, improvvisamente riapparso, dopo lo spoglio: quando vi diremo i nomi che compongono la giunta regionale, capirete il perché.
Tuttavia è la metodologia nella procedura di votazione che lascia esterrefatti, nemmeno nella più piccola associazione della nostra regione, ci si comporta in un modo così stucchevole. Lo statuto e il regolamento del Consiglio regionale, prevede il voto segreto per l’elezione del presidente e dei due vice. Ebbene, nessuna cabina elettorale era stata prevista, ogni consigliere votava sullo scranno assegnato, alla presenza dei colleghi che potevano facilmente verificare il nome riportato, legati mani e piedi alle decisioni dei loro maggiorenti.
Eppure, non è bastato aver costretto i consiglieri a votare in modo palese, la maggioranza di destra, probabilmente non fidandosi l’uno dell’altro, ha deciso, riteniamo noi, di assegnare a ogni gruppo un modo diverso di scrivere il nome del candidato presidente, puntualmente rispettato: Sospiri 10 voti, Lorenzo Sospiri 2 voti, Sospiri Lorenzo 2 voti, L. Sospiri due voti, Sospiri L. 1 voto, per un totale di 17 voti, l’opposizione ha votato scheda bianca.
Dopo l’elezione dei due vice-presidenti, Marianna Scoccia per la maggioranza e Antonio Blasioli per le minoranze, il neo presidente rieletto Marco Marsilio ha preso la parola per comunicare la composizione della nuova Giunta regionale, lamentando che, sei assessori, sono troppi pochi per soddisfare le esigenze dei partiti rappresentati in consiglio.
Inoltre, ha fortemente rilanciato la riforma elettorale, già presentata nella legislatura precedente, considerandola un punto importante del nuovo programma di governo, che prevede l’elezione dei consiglieri, in un unico collegio regionale.
La Giunta Regionale è composta da:
Marco Marsilio presidente
Emanuele Imprudente vice-presidente (agricoltura, parchi, ambiente ….)
Nicoletta Verì assessore esterna (salute, famiglia, pari opportunità)
Umberto D’Annuntis assessore (trasporti pubblici locali, mobilità, lavori pubblici …)
Mario Quaglieri assessore (bilancio, aree interne, ragioneria, patrimonio, società part. ..)
Roberto Santangelo assessore (formazione, istruzione, politiche sociali, attività culturali …)
Tiziana Magnacca assessore (attività produttive, ricerca industriale, lavoro …)
Naturalmente, il ruolo di assessore è incompatibile con quello di consigliere regionale, quindi sarà necessaria la surroga dei consiglieri che lasciano, momentaneamente, il consiglio per accettare la carica di assessore, ecco chi subentrerà:
al posto di Emanuele Imprudente siederà in consiglio Carla Mannetti
al posto di Roberto Santangelo siederà in consiglio Antonietta La Porta
al posto di Mario Quaglieri siederà in consiglio Maria Assunta Rossi
al posto di Tiziana Magnacca siederà in consiglio Francesco Prospero
al posto di Umberto D’Annuntis siederà in consiglio Marilena Rossi
Resta da assegnare il ruolo di sottosegretario con deleghe alla Giunta regionale che non prevede la surroga, ma che è molto ambito dal gruppo di Forza Italia con Daniele D’Amario e dal gruppo della Lega con Vincenzo D’Incecco. Non riuscendo a trovare una soluzione soddisfacente, il presidente Marco Marsilio si riserva la nomina in seguito.
La giornata di ieri evidenzia una cosa, Marco Marsilio, una volta ottenuta la riconferma, tira dritto senza alcun tentennamento, i partiti e i consiglieri di maggioranza non sembrano avere la forza di contrastare tale impostazione, anche perché, in questo momento si potrebbe sentire come il Marchese del Grillo che rivolgendosi a un gruppo di cittadini romani li apostrofò con “io so io e voi non siete un…“