19 Aprile 2024 - 10:42:20
di Redazione
Dall’analisi del Cresa (Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia) dei dati della più recente rilevazione annuale condotta dal Sistema Informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e dall’ANPAL emerge il perdurare a partire dalla fase pandemica di una enorme difficoltà da parte delle imprese di reperire forza lavoro aventi le caratteristiche richieste.
Per tale motivo, tassi di disoccupazione calanti e aumento dei posti di lavoro vacanti non comportano crescita economica ma hanno elevate probabilità di tradursi semplicemente in maggiore inflazione.
Non ci sono stati, infatti, il recupero e la riattivazione dell’offerta di lavoro calata durante la pandemia principalmente per fattori di cambiamento strutturale che potrebbero condizionare le tendenze dei prossimi anni.
I dati Excelsior mostrano, nonostante il rallentamento dell’economia, una tendenza crescente delle attuali strategie occupazionali: le entrate previste in Italia superano i 5,5 milioni, circa un milione in più rispetto al 2018 (+4%), in Abruzzo sfiorano i 117 mila, 17 mila in più nel confronto con l’anno pre-pandemico (+3%) con significative differenze settoriali: rispetto al 2018 il 2023 in regione fa registrare un aumento di 17mila unità richieste, quasi 10mila delle quali nei servizi turistici, per l’esigenza di ricostituzione degli organici rimasti sguarniti per la pandemia, e poco meno di 4mila sia nell’edilizia, sostenuta dagli interventi di politica economica, che nei servizi alla persona.
Si osservano flessioni generalizzate nel manifatturiero e, nell’ambito del terziario, nei servizi finanziari e gli “altri servizi alle imprese”. Poiché le costruzioni e i servizi turistici presentano una forte incidenza dei contratti a termine o comunque da più frequenti interruzioni dei rapporti di lavoro, l’aumento delle entrate previste è dovuto quasi solo alle assunzioni di personale dipendente a tempo determinato(+24mila), ad un modesto aumento di quelli a chiamata e, contrariamente a quanto accade a livello nazionale, alla flessione, sia pur più contenuta, delle assunzioni previste di personale a tempo indeterminato (-2mila unità).
In Abruzzo l’allargamento della richiesta di lavoro riguarda per il 50% gli under 29 (+7mila), per il 21% non è richiesto alcun titolo di studio, per il 29% vengono cercate figure con almeno un diploma quinquennale, per il 42% persone con una qualifica di formazione professionale e per l’8% almeno laureati. (16% a livello nazionale).
Enormi le difficoltà di reperimento di un’offerta di lavoro, principalmente ma non solo nelle costruzioni e nel manifatturiero, capace soddisfare le esigenze: il 47% delle 116,7mila entrate programmate viene giudicata dalle imprese abruzzesi “di difficile reperimento” (era il 26% nel 2018) sia per l’assenza delle professionalità richieste (30%) sia per gli esiti negativi nei processi di selezione dei candidati. Per superarle le imprese adottano diverse strategie: cercano figure professionali simili per formarle internamente, allargano il perimetro territoriale della ricerca, propongono retribuzioni più alte (18% era 13% nel 2019).
Il sistema Excelsior fornisce anche una stima dei fabbisogni occupazionali a medio termine data dalla somma di expansion (andamento economico) e replacement demand (sostituzione dei lavoratori in uscita principalmente per pensionamento o mortalità): per il periodo 2023-2027 inItalia sono quasi 4 milioni, in Abruzzo 68 mila unità.
L’expansion demand, in aumento a seguito dell’aumento della “filiera salute” per ragioni demografiche e delle crescenti esigenze tecnologiche delle imprese, si prevede in Italia una crescita tra il 2023 e il 2027 di 1 milione di occupati, di 11,9mila in Abruzzesi cui corrisponde un tasso dello 0,5% più elevato delle sole Liguria e Basilicata.
Per replacement demand si stimano per il quinquennio 2023-2027 oltre 2,7 milioni assunzioni a livello nazionale e 56,2mila in Abruzzo, pari in Italia all’82% e in Abruzzo al 72% del fabbisogno totale con quote molto diversificate nei diversi settori di attività economica.
Rispetto allo scenario europeo l’Italia presenta almeno 3 peculiarità che la rendono più fragile: declino demografico, diverso andamento settoriale per il forte sostegno dato all’edilizia, riduzione in termini reali dei salari. Serviranno politiche migratorie puntuali, per favorire l’ingresso di forza lavoro qualificata, e politiche attive del lavoro per incrementare la partecipazione al mercato del lavoro, insieme a misure di welfare che facilitino l’occupazione femminile e giovanile.