Castelli "Per la Giornata della Terra combattiamo lo spopolamento dell’appennino"
22 Aprile 2024 - 17:09:34
C’è un modo per celebrare la Giornata della Terra, che va controcorrente
rispetto al mainstream promosso e proposto dalla Commissione europea: la
difesa della Natura ha bisogno dell’attività
responsabile e laboriosa dell’uomo. L’abbandono dei terreni agricoli, in
nome di una “selvaggia Natura” da ripristinare – come vorrebbe una norma
europea proposta dalla Commissione Ue – è la premessa per il dissesto
idrogeologico e per la fine di quella biodiversità di cui l’Europa (e
l’Italia in particolare) è leader, proprio grazie a una millenaria
attività di “collaborazione” Uomo-Natura.
L’abbandono dei terreni a uso agricolo sarebbe una iattura per tutti, in
particolare favorirebbe il progressivo spopolamento delle aree interne,
che in Italia coincidono in gran parte con la dorsale appenninica. Un
Appennino “ripopolato” è l’unica efficace premessa per difendere la
Terra, la Natura, la biodiversità.
“L’attività che stiamo svolgendo per la ricostruzione e la rigenerazione
dei territori e delle comunità del Centro Italia colpiti dalle sequenze
sismiche del 2016-2017 – sostiene il Commissario, senatore Guido
Castelli – percorrono la via maestra del contrasto all’abbandono dei
luoghi: per fare questo occorre difendere gli insediamenti umani, a
partire dal presidio agricolo-silvo-pastorale”.
Come ricorda anche l’UNCEM proprio nella ricorrenza della Giornata della
Terra “l’emergenza dell’abbandono di suolo non è meno grave del consumo
di suolo, nelle aree montane. Alpi e Appennini senza
suolo utilizzato in modo sostenibile sono costrette a guardare altrove”.
L’area del cratere sisma 2016/17
è costituita per il 70% da boschi in forte espansione, per la maggior
parte non gestiti e abbandonati, che
stanno erodendo il residuo 25% di coltivi e prati pascoli e
rappresentano una minaccia incombente per
quel 5% di insediamenti che si stanno ricostruendo con notevoli sforzi.
L’abbandono del territorio montano è la premessa del dissesto
idrogeologico e la dichiarazione di resa di fronte all’inselvatichimento
che riduce biodiversità e risorse.
“In questi sforzi contro lo spopolamento per il futuro della Terra e di
chi la abita – afferma il Commissario Castelli – siamo incoraggiati
dalle prese di posizione del Governo Meloni sulle filiere legno 100%
italiane e dagli impegni del Ministro Lollobrigida per il settore
agro-silvo-pastorale che, per la prima volta
nella storia del nostro Paese, hanno messo al centro gli interessi e le
specificità uniche del territorio italiano che vanno difese da misure
che, oltre a non riconoscerne le qualità, ne minacciano l’esistenza
stessa”. “Un impegno – conclude Castelli – che stiamo portando avanti
con decisione nel cratere 2016/17
per farne un laboratorio utile ad affermare la valenza e la specificità
dell’uso della terra nella penisola
italiana che, non a caso, ci pone ali vertici europei sia della
biodiversità che dei prodotti agroalimentari
di qualità”
rispetto al mainstream promosso e proposto dalla Commissione europea: la
difesa della Natura ha bisogno dell’attività
responsabile e laboriosa dell’uomo. L’abbandono dei terreni agricoli, in
nome di una “selvaggia Natura” da ripristinare – come vorrebbe una norma
europea proposta dalla Commissione Ue – è la premessa per il dissesto
idrogeologico e per la fine di quella biodiversità di cui l’Europa (e
l’Italia in particolare) è leader, proprio grazie a una millenaria
attività di “collaborazione” Uomo-Natura.
L’abbandono dei terreni a uso agricolo sarebbe una iattura per tutti, in
particolare favorirebbe il progressivo spopolamento delle aree interne,
che in Italia coincidono in gran parte con la dorsale appenninica. Un
Appennino “ripopolato” è l’unica efficace premessa per difendere la
Terra, la Natura, la biodiversità.
“L’attività che stiamo svolgendo per la ricostruzione e la rigenerazione
dei territori e delle comunità del Centro Italia colpiti dalle sequenze
sismiche del 2016-2017 – sostiene il Commissario, senatore Guido
Castelli – percorrono la via maestra del contrasto all’abbandono dei
luoghi: per fare questo occorre difendere gli insediamenti umani, a
partire dal presidio agricolo-silvo-pastorale”.
Come ricorda anche l’UNCEM proprio nella ricorrenza della Giornata della
Terra “l’emergenza dell’abbandono di suolo non è meno grave del consumo
di suolo, nelle aree montane. Alpi e Appennini senza
suolo utilizzato in modo sostenibile sono costrette a guardare altrove”.
L’area del cratere sisma 2016/17
è costituita per il 70% da boschi in forte espansione, per la maggior
parte non gestiti e abbandonati, che
stanno erodendo il residuo 25% di coltivi e prati pascoli e
rappresentano una minaccia incombente per
quel 5% di insediamenti che si stanno ricostruendo con notevoli sforzi.
L’abbandono del territorio montano è la premessa del dissesto
idrogeologico e la dichiarazione di resa di fronte all’inselvatichimento
che riduce biodiversità e risorse.
“In questi sforzi contro lo spopolamento per il futuro della Terra e di
chi la abita – afferma il Commissario Castelli – siamo incoraggiati
dalle prese di posizione del Governo Meloni sulle filiere legno 100%
italiane e dagli impegni del Ministro Lollobrigida per il settore
agro-silvo-pastorale che, per la prima volta
nella storia del nostro Paese, hanno messo al centro gli interessi e le
specificità uniche del territorio italiano che vanno difese da misure
che, oltre a non riconoscerne le qualità, ne minacciano l’esistenza
stessa”. “Un impegno – conclude Castelli – che stiamo portando avanti
con decisione nel cratere 2016/17
per farne un laboratorio utile ad affermare la valenza e la specificità
dell’uso della terra nella penisola
italiana che, non a caso, ci pone ali vertici europei sia della
biodiversità che dei prodotti agroalimentari
di qualità”