24 Aprile 2024 - 11:36:26
di Martina Colabianchi
“Avremmo dovuto immaginarlo, avremmo dovuto saperlo, avremmo dovuto prevederlo, avremmo dovuto trovare una soluzione alternativa prima che il sipario delle elezioni regionali si spegnesse, eppure abbiamo continuato a sperare di non essere abbandonati, che una soluzione si sarebbe trovata“.
Così, in una nota, le rappresentanze sindacali aziendali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, Raparelli, Petracca, Alonzi, Fioretti, Moretti e Pepe, tornano sulla vertenza che da mesi scuote il mondo lavorativo aquilano: gli oltre 100 lavoratori che rischiano il posto di lavoro a causa della fine del mercato tutelato e il conseguente graduale passaggio al mercato libero. Questione che, lo ricordiamo, ha portato al costituirsi di presidi e proteste fin sotto ai palazzi del potere, culminate con l’incontro di una delegazione di lavoratori con la premier Giorgia Meloni in visita all’Aquila lo scorso febbraio.
“Sono passati mesi dalla mobilitazione attiva, dagli scioperi, dagli appelli alla città e alle istituzioni, abbiamo chiesto aiuto e sostegno a tutte le cittadine e i cittadini dell’Aquila, non ci siamo spenti, abbiamo continuato a dialogare con le Istituzioni locali e nazionali, abbiamo atteso risposte, date le mille promesse, ma ad oggi nulla è arrivato“, proseguono.
“Abbiamo sperato – si legge ancora – che si potesse trovare una soluzione alternativa a garanzia della continuità salariale ed occupazionale, vista la mancata volontà del governo ad applicare, come naturale e giusto, la clausola sociale. Abbiamo sollecitato tutta la comunità politica per ricercare una positiva soluzione alla nostra vertenza, l’ultimo incontro si è svolto il 13 febbraio a Roma, al cospetto delle segreterie nazionali, riunite dal Senatore Liris insieme ai vincitori delle aste del servizio a tutele graduali, ma tutto tace, nulla si muove, tutto resta immutato, nessuna risposta è arrivata. Siamo arenati su uno scoglio fatto di mancate risposte ed assunzione di responsabilità“.
“Mancano solo due mesi al passaggio dal servizio di maggior tutela al servizio a tutele graduali e potremmo trovarci di fronte uno scenario kafkiano, da una parte nuove assunzioni a tempo determinato per la gestione inbound e back office del servizio delle tutele graduali e dall’altra nuovi disoccupati, già formati e professionalizzati, con il rischio che lo Stato paghi due volte, prima la cassa integrazione in deroga e poi successivamente la Naspi”.
“Continuiamo a sperare che possa esserci un “futuro”, che una soluzione deve essere trovata, per questo la settimana scorsa, abbiamo fatto l’ennesima richiesta di un tavolo istituzionale al Prefetto, al fine di riaccendere la luce sulla nostra vertenza, siamo fiduciosi che a breve verremo convocati insieme alle Istituzioni locali e nazionali“.
“Il tempo sta per scadere, non possiamo più attendere oltre, abbiamo bisogno di soluzioni concrete, di soluzioni reali, di risposte attese da troppo tempo, dobbiamo e vogliamo sapere quale sarà il nostro Futuro, vogliamo che qualcuno finalmente si assuma la responsabilità di comunicarci come stanno realmente le cose, quanto valgono le lavoratrici e i lavoratori rispetto alle Lobby di questo Paese“, concludono le rappresentanze sindacali.