Nota stampa_Evento "109 Città, un solo Paese. I Comuni capoluogo d’Italia"
08 Maggio 2024 - 18:12:53
D’Alberto ha partecipato, a Rimini, all’evento “109 Città, un solo
Paese. I Comuni capoluogo d’Italia”, organizzato dall’Anci nell’ambito
del progetto “MediAree – Next Generation City”, finanziato dal
Dipartimento della Funzione Pubblica a valere sul programma
complementare al PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
D’Alberto è intervenuto all’interno del panel “Il ruolo dei Comuni
capoluogo nel sistema paese” e ha approfondito la complessa e sfidante
funzione delle città capoluogo all’interno del cratere sismico del
Centro Italia.
“Oggi, in un sistema che dopo la scelta di cancellare le province come
enti intermedi, compiuta a metà, è ancora alla ricerca dell’ambito
ottimale adeguato alle nuove sfide del presente e del futuro – ha
sottolineato D’Alberto – il ruolo dei comuni capoluogo diventa
fondamentale, soprattutto di quelli inseriti in un’area territoriale
molto più ampia come quella del cratere sismico 2016, che comprende
quattro regioni e che di fatto ha determinato una macroregione
territoriale naturale che rappresenta il cantiere più importante
d’Europa, anche per le risorse che sono state messe a disposizione per
la ricostruzione e la rigenerazione, anche attraverso gli strumenti del
Cis e del PNRR sisma. In questa macroregione la funzione dei comuni
capoluogo va infatti oltre il ruolo istituzionale di cerniera con il
resto del territorio e deve andare nella direzione di promuovere una
rete che lavori in funzione di una prospettiva futura di rigenerazione
complessiva dell’intero territorio del Centro Italia”.
Una rete e un lavoro che, ha evidenziato D’Alberto, le Città di Teramo,
Macerata, Rieti e Ascoli Piceno hanno già messo in campo in questi anni,
nel dialogo tra sindaci e territori, nonostante le difficoltà aggiuntive
dei loro territori dove i comuni capoluogo, oltre ai problemi che
interessano tutte le città medie, hanno dovuto far fronte anche allo
spopolamento causato dal sisma. Solo a Teramo, dove non sono state
registrate vittime, sono infatti stati registrati circa 4mila sfollati.
“In questa situazione, in cui il rischio per i comuni capoluogo era
quello di entrare in competizione con le aree interne ed avere dunque
difficoltà ad assumere un ruolo di traino – ha proseguito D’Alberto – è
passata invece la percezione del destino comune di questi territori e
questo è stato di fondamentale importanza. Abbiamo infatti cercato di
sviluppare sempre più la capacità di fare da traino all’interno di
un’area vasta, anche extra regionale. Penso ad esempio ad Unico Gran
Sasso, che ha messo insieme i 23 comuni del cratere sismico 2016/2017
attraverso il quale abbiamo portato le istanze di un macro-territorio
sui tavoli dove si decideva e si continua a decidere il futuro delle
zone colpite dal terremoto che nel 2016 ha sconvolto il Centro Italia, e
che vede come capofila non il comune capoluogo, ma proprio un comune
dell’entroterra, quello di Crognaleto per dare un segnale di importanza
e di crescita per le aree interne. Un Ats dove il ruolo del capoluogo è
quello di equilibrio e di traino, anche per intercettare i finanziamenti
e muoversi in un’ottica di area vasta. A Teramo, dove sono sindaco,
abbiamo lavorato ad esempio anche per un ambito sociale di area vasta,
aggregando altri comuni in un’ottica di solidarietà istituzionale e di
coalizioni territoriali, che rappresentano l’unica possibilità di
sviluppo per i territori”.
D’Alberto ha poi evidenziato la necessità di ulteriori risorse umane e
strumentali per i Comuni.
“Il personale dei Comuni è sempre quello, un giorno veste la maglia
della ricostruzione, il giorno dopo quella del PNRR, il giorno
successivo quella delle prassi ordinarie – ha concluso – con tutto
quello che comporta in merito alle attività di controllo e verifica che,
anziché semplificare, appesantiscono le procedure”.