12 Maggio 2024 - 17:31:47

di Giustino Masciocco

” 37 milioni di euro.

5 milioni di euro l’anno, più o meno, dal 2017 ad oggi, impegnati per la cultura, a vario titolo.

Una cifra che fa tremare i polsi. 

Un flusso di denaro pubblico che non ha raffronti possibili con nessun’altra città italiana, se rapportato al numero di abitanti.

La denuncia dei consiglieri di opposizione ha svelato, facendo piena luce, uno dei meccanismi su cui, in questi anni, l’amministrazione Biondi ha costruito il suo consenso.

Somme da capogiro sono state elargite, per lo più, in via diretta, senza predisporre bandi; risorse pubbliche sono state erogate ad Istituzioni e associazioni come fossero una concessione, trasformando un diritto in un presunto favore. Altre realtà sono rimaste escluse, con una strategia chiara che ha premiato meccanismi di cooptazione e di controllo diretto sulle realtà culturali della città.

A lasciare interdetti, poi, è che le somme sono state impegnate, per una percentuale rilevantissima, in palchi e strutture, oltre che in comunicazione, premiando società note in un conflitto di interessi neanche celato.

37 milioni di euro per cartelloni di concerti e spettacoli di indiscusso valore, ma che, oltre ad aver regalato serate di intrattenimento ad aquilane e aquilani, in molti casi a pagamento pur finanziate con fondi pubblici (e solo in centro storico, dimenticando le periferie e le frazioni), non hanno costruito nulla di duraturo. 

È questa la sconcertante realtà. 

Una volta che le risorse saranno terminate, e mai più capiterà di averne così tante, sul territorio non sarà rimasto nulla, se non il ricordo di serate immortalate nei video del sindaco e della sua squadra di propaganda.

Finite le risorse, la Perdonanza tornerà quella di prima, da realizzarsi con meno della metà dei fondi che si sono potuti impegnare in questi ultimi anni.

Altrove, e con risorse neanche paragonabili, si è stati in grado di ideare Festival e kermesse che, con gli anni, sono diventati appuntamenti di carattere nazionale e internazionale capaci di attirare migliaia e migliaia di persone: il Festival dei Due Mondi a Spoleto, il Festival della Letteratura a Mantova, La Notte della Taranta a Melpignano, solo per citare alcuni eventi diversissimi tra loro.

Qui, non si è stata capaci di realizzare un evento che potrà reggersi sulle sue gambe, chiusi i rubinetti delle risorse pubbliche. Qui, non si è stati in grado di favorire la nascita di nuove realtà, giovani e sperimentali, di restituire una rinnovata vitalità al tessuto culturale cittadino, di attirare realtà di profilo nazionale e di esportare altrove produzioni di riconosciuta qualità.

37 milioni di euro che hanno avuto un ritorno economico e sociale limitatissimo, che hanno ‘ingrassato’ poche realtà, lasciando che altre sopravvivessero – ma niente di più – e facendone morire altre ancora.

Nessun disegno, nessuna strategia, nessuna pianificazione, nessuna progettazione.

Ci auguriamo che almeno sul riconoscimento di Capitale della Cultura 2026, con la sovvenzione di 1 milione di euro che impallidisce dinanzi alle risorse impegnate in questi anni, si possa attivare un meccanismo virtuoso, fatto di partecipazione vera e di confronto, fatto di capacità progettuale e di pianificazione di un evento che, speriamo, possa dare finalmente una vera visibilità nazionale alla città.

Per il resto, ci sarebbe da dare spiegazioni alla città su come sono stati spesi fondi pubblici ingentissimi. E forse ci sarebbe da vergognarsi un po’ “