20 Maggio 2024 - 10:50:00
di Redazione
Ci sarà il prossimo 24 maggio nella sala ipogea del palazzo dell’Emiciclo il convegno interregionale Siommms Marche Abruzzo “Fratture da fragilità, la gestione interdisciplinare del paziente con osteoporosi”.
Nella sessione mattutina si parlerà di diagnosi e impatto clinico del paziente con osteoporosi e, successivamente si aprirà la tavola rotonda sulla gestione clinica integrata.
Nel pomeriggio i temi saranno l’approccio terapeutico al paziente con osteoporosi e fratture da fragilità e il ruolo complementare dello specialista del Mmg nella gestione clinica del paziente con osteoporosi.
La direzione scientifica del convegno è affidata alla dottoressa Maria Pia Carelli e alla dottoressa Gilberta Giacchetti della sezioni Siommms Marche Abruzzo.
“L’osteoporosi – spiega la dottoressa Carelli – è considerata un’epidemia silenziosa, in quanto è una patologia molto subdola, ma molto diffusa nella popolazione, soprattutto nelle fasce di età più avanzate, ma non solo. E’ una patologia che può essere definita primitiva e legata un po’ all’età e secondaria, quindi molto collegata a patologie che possono indurre fratture da fragilità. Basti pensare alle patologie reumatologiche, dove è importante l’uso di glucocorticoidi che possono essere una causa molto diffusa di osteoporosi secondaria e, quindi, con fratture da fragilità. Basti pensare anche alla sfera gastroenterologica con i malassorbimenti, alla sfera pneumologica, dove l’uso di terapie di supporto alla respirazione possono coinvolgere in maniera indiretta anche la struttura scheletrica, a patologie della sfera neurologica, della sfera neurochirurgica e tutto il campo ortopedico, quindi possiamo definire l’osteoporosi come una patologia trasversale, ossia che riguarda più specialisti. Lo specialista che si occupa di osteoporosi, infatti, viene definito come ‘bone specialist’, ossia lo specialista dell’osso che non ha una formazione specialistica specifica, ma è lo specialista che si occupa delle malattie dell’osso, delle malattie del metabolismo osseo e può essere di varia estrazione, di varia formazione. Nell’approccio alla malattia, quindi, è necessario l’approccio multidimensionale e multidisciplinare”.
Nel corso del convegno, spiega poi la dottoressa, si darà spazio “all’impatto clinico delle fratture da fragilità che rappresentano l’epifenomeno della patologia osteoporotica, con i suoi risvolti clinici, i suoi risvolti invalidanti e debilitanti che compromettono l’integrità funzionale dell’individuo interessato. Si darà molto spazio a tutta la scenografia terapeutica, a partire dalle sequenze di terapia farmacologica, la cosiddetta terapia sequenziale, come viene definita, e alle terapie più interventistiche. Basti pensare all’appoggio della radiologia interventistica, per esempio, la vertebroplastica, in alcuni casi selezionati, alla necessaria terapia riabilitativa per il recupero funzionale dell’individuo che ha subito una frattura da fragilità che può essere o una frattura vertebrale o una frattura di femore ad esempio“