21 Maggio 2024 - 18:59:26
di Martina Colabianchi
Tour in Abruzzo per Michele Santoro, oggi pomeriggio all’Aquila per presentare la lista “Pace Terra e Dignità“, candidata alle prossime consultazioni europee dell’8 e 9 giugno.
“Ci aspettiamo che la gente riconosca la nostra onestà di fondo, la nostra passione, la verità delle cose che diciamo e che premi questa verità“. La verità è quella che accomuna, o vorrebbe farlo, i tanti cittadini italiani contrari all’invio di armi e alla partecipazione, in qualsiasi modalità, dell’Italia ai conflitti in corso in Medio Oriente e in Ucraina.
Insieme al promotore della lista, erano presenti in piazza Regina Margherita i candidati abruzzesi Ilaria Leonardis, Maurizio Acerbo e Paolo Della Ventura.
Convinto pacifista, Santoro si auto-colloca tra le “poche voci dissonanti” che, sin dall’inizio, si sono dette contrarie all’invio delle armi ed hanno condannato, senza mezzi termini, i crimini di guerra commessi dal premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gaza. Ora, in vista del rinnovo del Parlamento europeo, il giornalista punta a conquistare la fetta più pacifista dell’elettorato puntando su carisma e passione.
“C’è tanta gente che è contro la guerra, e invece si mandano le armi – dichiara Santoro alla stampa -. Soprattutto si continua a fare senza un dibattito pubblico e parlamentare, senza una discussione che faccia comprendere agli italiani quale è la posta in gioco. Se mandi un missile all’Ucraina che può penetrare per 400 km all’interno della Russia, tu stai contribuendo all’escalation che può portare alla fine del mondo. È necessario che i cittadini italiani vengano informati per capire se i comportamenti dei loro governanti siano giusti o sbagliati. Questo non avviene perché c’è un compromesso tra maggioranza e opposizioni sull’invio delle armi, noi invece siamo per tornare allo spirito della nostra Costituzione che ci impone di non partecipare ai conflitti fra Stati“.
Santoro non esita, per questo, a definire se stesso e i componenti della sua lista “disertori“:
“Siamo dei “disertori” perché non solo non vogliamo mandare le armi, ma non vogliamo andare a combattere. Neanche gli altri vogliono andare a combattere, ma hanno una posizione vigliacca: se una cosa è necessaria, bisogna farla. Se tu sei convinto che bisogna usare le armi in Ucraina, devi essere anche pronto ad usarle in prima persona e non sacrificando, come stanno facendo, intere generazioni di giovani ucraini che per evadere la leva si vanno a tuffare dentro le acque gelide di un fiume. In decine stanno morendo per disertare”.