23 Maggio 2024 - 17:00:24

di Redazione

“Domenica 26 maggio alle ore 11, in località Case Pente, i cittadini si sostituiranno a chi di dovere e provvederanno a mettere i sigilli al cantiere della centrale di compressione della multinazionale del gas. L’azione avverrà al termine di un flash mob teatrale che si svolgerà davanti al cantiere e al quale sono invitati a partecipare tutti i cittadini. Sull’ingresso del cantiere sarà affisso un grande cartello con la scritta: ‘Cantiere abusivo sequestrato dai cittadini'”.

Lo annunciano i Comitati cittadini per l’ambiente e il coordinamento No Hub del Gas che aggiungono: “Dopo 15 mesi di inerzia delle autorità preposte saranno i cittadini a far rispettare la legalità. Le denunce e le manifestazioni pubbliche, gli esposti alla Magistratura, al Ministero dell’Ambiente e al Comune finora non hanno sortito nessun effetto. Nessuno è intervenuto per chiudere il cantiere abusivo che la Snam ha aperto a Sulmona”.

“Attraverso il flash mob teatrale saranno rievocate le infrazioni di legge e le tante criticità attinenti al progetto della Snam sulla centrale e il metanodotto Linea Adriatica. Il 1° marzo 2023 la Snam ha installato il suo cantiere per la costruzione della centrale, ma non poteva farlo senza aver adempiuto alle prescrizioni ante operam previste dal Decreto VIA quale condizione fondamentale per il rilascio della compatibilità ambientale. 6 giorni dopo, il 7 marzo 2023, è scaduta l’autorizzazione a costruire rilasciata dal Governo ma la Snam ha continuato indisturbata i suoi lavori finalizzati alla realizzazione dell’impianto di compressione che dovrebbe spingere il gas lungo i 430 chilometri da Sulmona fino a Minerbio (BO): due opere climalteranti e costosissime (2 miliardi e 500 milioni di euro a carico dei bilanci familiari degli italiani) e nello stesso tempo inutili perché i consumi di gas sono crollati sia in
Italia che in Europa”.

“Anche la Valutazione di Impatto Ambientale è di fatto decaduta. Il Consiglio di Stato ha infatti stabilito che per tutti i progetti, compresi quelli presentati prima del 2008 come nel caso Snam, la VIA ha una durata di 5 anni. Dopo di che, se il progetto non è stato realizzato, la VIA va rifatta daccapo. Per il progetto Snam la VIA risale addirittura a 13 anni fa, marzo 2011! Non vi sono solo questioni di legalità ma anche elevate criticità che rendono incompatibile con il territorio l’assurdo progetto della Snam. La centrale e il metanodotto insistono su aree altamente sismiche e a rischio frane quali sono
quelle dell’Appennino, dove il principio di precauzione non consente la presenza di impianti a rischio di esplosione”
, precisano.

“I territori attraversati sono di grande qualità ambientale: la realizzazione del metanodotto comporterà l’abbattimento di due milioni di alberi e l’area della centrale è un corridoio faunistico dell’Orso bruno marsicano. Case Pente è anche un sito di notevole interesse archeologico, con la presenza di una necropoli e testimonianze storiche risalenti all’epoca precristiana. Le sostanze nocive che saranno emesse dalla centrale inquineranno l’aria dell’intera Valle Peligna peggiorando la salute dei cittadini. Anche le economie locali saranno pesantemente colpite, attraverso la svalutazione dei beni privati e pubblici e le ripercussioni negative sulle attività produttive, in particolare agricoltura e turismo. Invitiamo tutti i cittadini a partecipare alla manifestazione di domenica 26 maggio alle ore 11 a Case Pente per la difesa della legalità, della dignità e dei diritti inalienabili del nostro territorio”, concludono.

Alla posizione dei comitati la Snam ha replicato con una nota

Di seguito la posizione di Snam sul cantiere di Sulmona e su Linea Adriatica.

1) Autorizzazioni

  • Il cantiere di Snam di Case Pente non è illegale e l’affermazione per cui Snam opererebbe sul
    cantiere relativo alla realizzazione della Centrale di compressione di Sulmona a fronte di
    un’autorizzazione scaduta è falsa. Snam opera nel pieno rispetto delle normative vigenti e in
    trasparente raccordo con amministrazioni locali e altri enti competenti. Segnatamente, i termini
    della pubblica utilità e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio della Centrale di
    Sulmona sono stati prorogati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel
    luglio 2023.
  • Rispetto alla valutazione d’impatto ambientale (VIA) inerente la centrale di Sulmona, si segnala che
    il Consiglio di Stato si è pronunciato più volte in favore della stessa, confermandone la validità con
    sentenze nel 2020 e nel 2021 (anche nell’ambito dei giudizi che si sono riferiti all’autorizzazione alla
    costruzione e all’esercizio). Più di recente, il TAR Lazio, nel 2023 con due sentenze, passate in
    giudicato, ha poi confermato anche la validità del decreto di Autorizzazione Integrata Ambientale
    (AIA relativa alle emissioni) per la Centrale di Sulmona. Da ultimo, nel 2024 il TAR Lazio ha
    ulteriormente confermato la validità all’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del
    metanodotto Sulmona-Foligno.
  • Più in generale, giova ricordare che i 5 tratti che costituiscono la Linea adriatica, funzionalmente
    autonomi fra loro, sono tutti autorizzati. In dettaglio:
    a) Massafra – Biccari (195 km; Puglia e Basilicata): in esercizio dal 2012;
    b) Biccari – Campochiaro (73 km; Puglia, Campania e Molise): in esercizio dal 2016;
    c) Sulmona – Foligno (170 km; Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria): autorizzato nel 2022, lavori previsti 2025
    -2028
    d) Foligno – Sestino (114 km; Umbria, Marche e Toscana): autorizzato nel 2024, lavori previsti 2025 -2028
    e) Sestino – Minerbio (141 km; Toscana ed Emilia-Romagna), autorizzato nel 2015; lavori previsti 2024 –
    2026
    2) Rispetto all’utilità dell’opera, si consideri che l’Italia è il secondo Paese per consumi di gas dell’intera
    Unione Europea e, come la quasi totalità degli altri Paesi membri, dipende per circa il 95% dalle
    importazioni. Mantenere in salute le infrastrutture che garantiscono questi approvvigionamenti è
    dunque di importanza vitale. Ci sono, poi, gli scenari previsionali del Pniec (Piano Nazionale Integrato
    Energia e Clima), che confermano la centralità del metano anche nei prossimi anni: la domanda di gas
    stimata per il 2030, infatti, è in linea con quella del 2023, vicina quindi ai 60 miliardi di metri cubi.
    Per il metano (oltre 61 i miliardi di metri cubi consumati in Italia nel 2023), lo scoppio del conflitto russo-
    ucraino ha fatto sì che la maggior parte dei flussi arrivino non più da nord (il gas russo è passato dal 33%
    del 2021 al 5% del 2023, e dal prossimo anno i contratti di transito del gas russo attraverso l’Ucraina
    scadranno anche formalmente!) bensì dai gasdotti che approdano a sud (Gela e Mazara del Vallo) e sud-
    est (Melendugno), con flussi che in questo caso sono passati dal 20% del 2020 al 51% del 2023. Tutto
    questo ha portato a saturazione le direttrici attualmente disponibili lungo l’asse che dal meridione
    raggiunge i poli di consumo del settentrione, rendendo evidente l’esigenza di una terza linea.
    Va inoltre tenuto presente l’incremento dell’export verso l’Europa, pari – negli ultimi due anni di crisi
    energetica – a 7,2 miliardi di metri cubi. Una tendenza, peraltro, che potrebbe confermarsi anche alla
    luce di alcuni recenti sviluppi: il 19 marzo, ad esempio, Italia, Germania e Svizzera hanno siglato un patto
    di solidarietà relativo al gas, sulla base del quale i tre Paesi si impegnano a prestarsi mutuo soccorso in
    caso di emergenza, mentre lo scorso febbraio Germania e Algeria, a loro volta, hanno sottoscritto un
    accordo per forniture di gas. È di ieri, inoltre, la notizia che l’operatore austriaco OMV teme il blocco
    delle forniture da Mosca, situazione alla quale l’Austria dovrebbe ovviare importando da sud ed
    evidenziando così ulteriormente l’urgenza, e lo statuto europeo, di un’opera come la Linea Adriatica.
    3) Tema sismico e frane.

Internal

  • In ragione della particolarità dell’area attraversata dal tratto di metanodotto del progetto Linea
    Adriatica compreso fra Sulmona e Foligno, il 6 dicembre 2022 Snam, Ministero dell’ambiente e della
    sicurezza energetica (MASE) e Istituto di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno sottoscritto un
    Accordo Quadro nel quale INGV è identificato quale “Ente Terzo” per verifiche e approfondimenti
    relativi al tema della sismicità ulteriori rispetto a quanto previsto dalla normativa di legge.
  • In questo modo si è dato seguito alle prescrizioni degli enti preposti all’autorizzazione dell’opera
    contenute nel procedimento autorizzativo conclusosi a ottobre 2022 e richiamato nel Decreto del
    MASE del 29.11.2022 di Autorizzazione Unica alla costruzione ed esercizio dell’opera.
  • La consegna dei risultati degli studi in carico a INGV è prevista entro la fine del 2024. Questo
    consente di rispettare il cronoprogramma di investimenti relativo a progettazione, realizzazione e
    messa in esercizio del metanodotto “Sulmona – Foligno”, che entrerà in esercizio entro il 2028.
  • Snam Rete Gas, con lo scopo di valutare la presenza di ulteriori aree meritevoli di attenzioni
    particolari, ha condotto un’analisi comparativa sulla totalità dei territori attraversati dalla “Linea
    Adriatica”. Nello specifico sono state approfondite le seguenti tematiche sismiche: sismicità storica,
    pericolosità sismica di base, sorgenti sismogenetiche e presenza di faglie attive e capaci. Nel farlo ci
    si è basati su dati e informazioni ufficiali contenuti in database e in dati bibliografici gestiti da INGV e
    ISPRA.
  • Gli esiti di tale indagine hanno confermato che l’unico tratto per il quale ha significato dare corso a
    ulteriori verifiche e approfondimenti avvalendosi della collaborazione di INGV è quello del
    metanodotto “Sulmona – Foligno”.
  • Per i restanti tratti in progetto (“Foligno-Sestino” e “Sestino-Minerbio”), Snam Rete Gas ha
    comunque svolto gli studi di dettaglio e di approfondimento previsti dalla normativa vigente, inclusa
    la nuova normativa sismica per il calcolo strutturale NTC 2018, volti a definire la risposta sismica
    locale di dettaglio delle aree attraversate, nell’ottica di individuare le soluzioni costruttive più
    idonee.
  • Giova altresì ricordare come la rete dei gasdotti e degli impianti di Snam Rete Gas è stata progettata
    e realizzata sulla base delle più restrittive normative nazionali e internazionali di riferimento, che
    garantiscono l’esercizio in condizioni di massima sicurezza, anche in presenza di eventi sismici.
    Anche in occasione dei più importanti terremoti registrati negli ultimi 50 anni (ad esempio Friuli
    1976, Irpinia 1980, Abruzzo 2009, Emilia-Romagna 2012) l’infrastruttura di Snam Rete Gas non ha
    mai subito danneggiamenti né interrotto la propria operatività.
  • Quanto al rischio frane, si segnala che i territori attraversati da asset di Snam possono giovarsi di un
    monitoraggio supplementare che consente di presidiarne meglio la stabilità: attraverso rilevazioni
    condotte a terra e informazioni derivanti da scansioni satellitari, infatti, Snam controlla i movimenti
    lenti del terreno e impiega a questo scopo figure dedicate, inclusi geologi.
    4) Quanto al costo dell’opera e alla misura in cui graverebbe sui bilanci delle famiglie italiane, vale la pena
    ricordare non soltanto che parte dell’investimento sarà coperto da un finanziamento di 300 milioni
    garantito da Cassa Depositi e Prestiti nell’aprile 2023, ma anche che la prima fase del progetto (centrale
    di Sulmona + metanodotto Sestino Minerbio), essendo rientrata nella revisione del PNRR condotta in
    ottica RepowerEU Plan, è stata riconosciuta idonea a ricevere 375 milioni di euro. Al di là di tali
    finanziamenti, da una veloce rielaborazione dei dati Arera si può rilevare come la tariffa relativa ai costi
    di trasporto del gas – stanti i prezzi attuali – pesi meno del 5% sul totale della bolletta che arriva nelle
    nostre case.
    5) Tutela dell’ambiente naturale. Una volta terminate le operazioni di posa dei gasdotti, inoltre, Snam si fa
    carico del pieno ripristino ambientale delle aree attraversate, procedendo al loro completo recupero
    naturalistico, paesaggistico e produttivo, con particolare attenzione al tema della biodiversità,
    monitorando anche lo stato di salute della fauna. Per mantenere la fertilità preesistente, ad esempio,
    viene accantonato e poi ridistribuito in superficie il preesistente strato superficiale del terreno, più ricco
    di sostanza organica. Per il ripristino vegetazionale, poi, Snam ricorre alla semina di un miscuglio

Internal

formato anche e soprattutto da specie autoctone raccolte in loco, curandosi poi – nel corso del tempo –
dell’attecchimento e della crescita delle piante. Le stesse attività di cantiere, inoltre, sono progettate e
realizzate secondo logiche di economia circolare e, in ogni caso, per minimizzare il loro impatto: questo
si traduce nell’efficientamento dei consumi d’acqua, nel contenimento di polveri ed emissioni (per
esempio bagnando il terreno e riducendo la velocità dei mezzi), nell’adozione di accorgimenti per
limitare l’inquinamento acustico e nell’impegno a garantire in tutti i modi la sicurezza delle persone.