27 Maggio 2024 - 12:05:34
di Angelo Liberatore
L’Aquila è la provincia abruzzese dove è più spiccata l’attenzione al benessere di bambini ed anziani, Teramo invece quella dove sono i giovani a vivere meglio.
I dati vengono fuori dall’indagine 2024 sulla qualità della vita nelle province italiane, portata avanti da Il Sole 24 Ore.
Per stilare le tre classifiche, il quotidiano economico ha preso in esame un totale di 36 indicatori (dodici per fascia d’età).
Nella classifica dedicata alla fascia d’età “bambini”, la miglior provincia abruzzese è L’Aquila che si piazza al 27esimo posto.
Poco sotto c’è Chieti, al trentesimo, mentre più staccate Pescara (59esima) e Teramo che si attesta al 70esimo posto.
Teramo che, però, ribalta la situazione nella classifica dedicata ai “giovani” (fascia d’età 18-35 anni).
La provincia teramana, infatti, in questo caso è la migliore tra le quattro abruzzesi piazzandosi 40esima.
Per trovare la seconda espressione della nostra Regione bisogna poi scendere fino al 71esimo posto, occupato dall’Aquila.
Chieti è 76esima, mentre Pescara si attesta all’89esimo posto.
Infine, nella graduatoria dedicata agli over 65, quindi agli “anziani”, è L’Aquila la provincia abruzzese che si comporta meglio, ma non va oltre il 52esimo posto.
Pescara è 58esima, Chieti si attesta al 68esimo posto mentre Teramo si ferma alla casella numero 87 della classifica.
Tra gli indicatori presi in esame, nella fascia d’età “bambini” ci sono, ad esempio, la presenza di giardini scolastici, di verde attrezzato, la percentuale di edifici scolastici con palestra, i progetti PNRR dedicati all’istruzione, il numero dei pediatri, la spesa sociale per famiglie e minori.
Per ciò che concerne i “giovani” tra gli indicatori esaminati ci sono il trend sui residenti che hanno tra 18 e 35 anni, la percentuale di imprese con un titolare under 35, la percentuale della disoccupazione giovanile, il quoziente di nuzialità, la presenza di aree sportive.
Infine, nella graduatoria sugli over 65, vengono presi in esame la speranza di vita, la percentuale di utenti dei servizi sociali comunali, il consumo di farmaci per malattie croniche e depressione, il numero dei geriatri e la presenza di biblioteche.
Nei trentasei indicatori, c’è un unico picco fatto registrare da una provincia abruzzese.
Per la fascia d’età “bambini”, infatti, L’Aquila si piazza al secondo posto nazionale nella classifica sul “verde attrezzato”.
Prendendo in esame il solo Comune capoluogo, viene fuori come a L’Aquila ci sia la disponibilità di 184,7 metri quadrati di verde per ogni bambino tra 0 e 14 anni.
“L’Aquila è la provincia d’Abruzzo dove i bambini e gli anziani vivono meglio, piazzandosi rispettivamente al 27esimo e al 52esimo posto in Italia. Un risultato che ci lusinga e ripaga da tutti gli sforzi che come amministrazione stiamo compiendo, nel capoluogo, nella valorizzazione e nella cura del verde attrezzato, nella predisposizione di progetti per l’istruzione a valere sul Pnrr o nella spesa sociale per famiglie e minori, tanto per citare alcuni dei 12 indicatori presi in esame“.
Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, commentando, insieme agli assessori all’Ambiente, Fabrizio Taranta, alle Politiche giovanili, Ersilia Lancia, e alle Politiche sociali, Manuela Tursini, la classifica pubblicata dal Sole24Ore sulla qualità della vita.
“Sapere di essere il capoluogo di una delle province in cui i bambini vivono meglio in Italia ci rende orgogliosi e particolarmente ottimisti per il futuro, nella convinzione che creare un ambiente a misura di famiglia è essenziale a far sì che i nostri giovani non vadano via e, soprattutto, molti altri decidano di stabilirsi nell’Abruzzo interno che oramai da decenni soffre lo spopolamento e l’abbandono: questi indicatori, pongono le basi per una inversione di rotta“, aggiungono il sindaco e gli assessori.
“In un paese che fa drammaticamente i conti con un crollo demografico e una popolazione sempre più anziana, come peraltro conferma l’indagine del Sole“, fanno osservare Biondi, Taranta e Lancia, “essere considerati un’oasi per bambini e anziani, per certi versi due facce della stessa medaglia, lascia ben sperare per il futuro perché queste due categorie sono senz’altro più esigenti e se un contesto è a loro congeniale e preferibile ad altri, può innescare scelte di vita anche per i giovani, cioè per le generazioni intermedie“.