CGIL L’Aquila, Asl 1 Abruzzo: "Gli indicatori di bilancio ci consegnano un fallimento"

29 Maggio 2024 - 17:00:44

Come non definire fallimentare la gestione del sistema sanitario
provinciale da parte dell’attuale Direzione Strategica, tra passività di
bilancio e peggioramento del saldo di mobilità, del sistema della
prevenzione, dell’emergenza/urgenza, di liste di attesa interminabili e
carenza di personale?

Eppure, con fare sprezzante, il Direttore Generale della ASL1 si arroga
il merito del miglioramento del sistema sanitario pubblico, nonostante i
dati di bilancio dicano, invece, ben altro, come, del resto, l’opinione
pubblica. Ben diverso, infatti, è il racconto di storie ed accadimenti
quotidiani che centinaia di persone si trovano ad affrontare ogni qual
volta abbiano la necessità di ricorrere al sistema sanitario
provinciale.

Partiamo dal passivo in bilancio: nel 2023 è di oltre 46 milioni di
euro, nel 2022 di 67 milioni, nel 2021 di circa 29 milioni, nel 2020 e
nel 2019 di 24 milioni; ciò, nonostante un peggioramento del sistema
sanitario e dei servizi dedicati alle cittadine ed ai cittadini della
nostra Provincia. A dimostrazione del fatto che, nel generare tale grave
passività, non trova giustificazione alcuna la retorica degli
investimenti fatti. Non vorremmo ritrovarci, infatti, per porre riparo
ai danni prodotti, con un’ulteriore riduzione dei servizi, o con il
licenziamento di lavoratrici e lavoratori degli appalti, riduzioni di
orario di lavoro e salario, per responsabilità imputabili esclusivamente
a chi ha causato una tale situazione. Come, d’altronde, è già avvenuto
per i Nuclei di Cure Primarie con la mancata sostituzione dei medici di
medicina generale in quiescenza, che ha compromesso la continuità
assistenziale h12 per migliaia di cittadine e cittadine, arrecando, allo
stesso tempo, un grave pregiudizio al personale impiegato nei Nuclei.
Ciò, ammesso dalla stessa Direzione nel Piano Strategico, è stato
riconfermato nel bilancio consuntivo 2023, nella parte in cui si legge
che nell’anno di riferimento si è verificato “un decremento nel
complesso della voce “Acquisti di servizi sanitari – Medicina di base”
pari ad euro 1.461.308 dovuti per i MMG alla cessazione di
convenzionamenti e al contenimento di subentri in forme
associative…omissis…”.

Quanto sta accadendo al nostro sistema sanitario si evince, inoltre, dal
dato del saldo complessivo della mobilità che, infatti, è passato da un
saldo positivo del 2019, di circa 4 milioni di euro, ad un saldo
negativo di oltre 24 milioni nel 2023 (mentre il 2022 si era chiuso con
un saldo negativo di quasi 16 milioni, il 2021 di oltre 9 milioni ed il
2020 di circa 5,5 milioni). Nel 2023 si è raggiunto, poi, il record
negativo per la mobilità passiva, con oltre 77 milioni di euro, quota
mai raggiunta negli anni precedenti, almeno dal 2019 in poi;
contestualmente la mobilità attiva ha raggiunto il valore di 52 milioni,
il più basso dal 2019. Il numero crescente delle persone che sono
costrette a spostarsi per curarsi è confermato nel 2023 dal forte
aumento della mobilità passiva da pubblico extra-regione di oltre 6
milioni di euro rispetto al 2022.

Non v’è chi non veda, quindi, il progressivo peggioramento del dato di
mobilità passiva ed attiva (che ha raggiunto il valore massimo per il
primo ed il valore minimo per il secondo nell’anno 2023), che coincide
“casualmente” con il periodo di governo dell’attuale Direzione
Strategica.

La mobilità, invero, è un fenomeno che coinvolge sì elementi sanitari,
ma anche sociali ed economici, con ricadute sul territorio implicanti le
gravi disuguaglianze che stanno esplodendo nella nostra Provincia. Il
saldo di mobilità dimostra come, nonostante l’immane sforzo compiuto da
tutto il personale dei vari profili professionali, stia peggiorando il
livello di qualità dell’assistenza erogata, rendendo sempre meno
attrattivo e funzionale il nostro sistema sanitario provinciale. Le
lunghe liste di attesa non rispondono alle esigenze di salute di
cittadine e cittadini e l’assenza e/o la scarsità di servizi sanitari e
di personale stanno portando migliaia di persone a curarsi fuori
provincia, o addirittura fuori regione, con il ricorso sempre più
frequente anche alla sanità privata e l’insorgenza di un’ulteriore
disuguaglianza tra chi può permettersi le cure e chi no.

La provincia dell’Aquila non merita questa grave disattenzione da parte
di chi è estraneo alla nostra comunità per conoscenza e senso di
responsabilità. Questo territorio ha necessità di investimenti
condivisi, di una programmazione che parta dai bisogni sanitari
insoddisfatti e che veda tornare ad essere punto di riferimento, per la
prevenzione e per la cura, il sistema sanitario pubblico,
riconfermandone i principi di universalità, equità e gratuità.

Solo attraverso questo cambiamento eviteremo il costante spopolamento e
l’impoverimento del nostro territorio.