14 Giugno 2024 - 19:24:42
di Martina Colabianchi
È Chiara Tuccella la vincitrice della seconda edizione del premio di laurea intitolato ad Adriano Perrotti, indimenticabile aquilano ha fatto dell’accessibilità di ogni luogo alle persone con disabilità la battaglia di tutta una vita.
La premiazione della tesi di laurea più inclusiva, scelta tra quelle triennali e magistrali presentate in questo anno accademico, si è tenuta questo pomeriggio nel Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila.
Le tesi di laurea partecipanti sono state valutate da una Commissione composta da tre membri, di cui due designati dall’Università degli Studi dell’Aquila e uno dal Rotary Club Gran Sasso d’Italia, che ha collaborato all’istituzione del premio, Walter Giulietti, Massimo Prosperococco e Carla Lettere.
Obiettivo del premio, porre l’accento sulla necessità di rendere fruibili luoghi e spazi comuni per tutti e divulgare la necessità di un linguaggio adeguato e giusto per ogni sensibilità.
“Credo che momenti come questi servano ad orientare la memoria nella contemporaneità, soprattutto alle porte del Giubileo dove parlare di accessibilità universale significa rimettere al centro la persona al di là delle sue caratteristiche fisiche, sensoriali, cognitive, anagrafiche, religiose e linguistiche – così Dino Angelaccio, presidente di ITRIA, Itinerari Turistico – religiosi Interculturali Accessibili e coordinatore del progetto Giubileo For All -. Soprattutto, queste iniziative servono per riaffermare in Italia il concetto che l’accessibilità rende esegibile il diritto alla bellezza, sicuramente non normato ma iscritto nel nostro patrimonio storico“.
All’evento hanno partecipato anche Ersilia Lancia, assessore al turismo del Comune dell’Aquila, Fabrizio Cimino, delegato Rotary Campus, Ettore Perrotti, fratello di Adriano e Massimo Prosperococco, Disability manager dell’Università dell’Aquila, che di Adriano Perrotti fa alla stampa questo ritratto:
“Adriano è stato all’Aquila, ma anche fuori L’Aquila, un punto di riferimento sull’inclusione. È stato uno dei primi Disability manager dell’Italia e noi tutti sentiamo la sua mancanza perché seguiamo fortemente il suo progetto e la sua missione di una città, e di qualunque posto in generale, più inclusivi“.