22 Giugno 2024 - 17:18:17
di Angelo Liberatore
Capitignano, Comune aquilano dell’Alta Valle Aterno, recupera un pezzo importante della sua storia collettiva. Lo fa con la presentazione del libro “Gli sguatteri che crearono l’eccelsa ristorazione capitignanara“.
Il volume, scritto da Mauro Ciuffetelli, Loreto Fulvimari e Massimo Ventura, recupera le storie degli abitanti di Capitignano che, lasciato il loro Comune di origine, in Italia ed anche all’estero trovarono (con impegno e dedizione) un riscatto sociale attraverso l’attività della ristorazione.
“Noi siamo un paese completamente rurale, – spiega il primo cittadino Franco Pucci – dopo il dopoguerra con l’emigrazione i nostri compaesani hanno riscattato non solo le loro persone, ma anche tutta la nostra comunità facendo successo e riportando soprattutto ossigeno, economia e dinamismo al nostro paese“.
Per concretizzare l’iniziativa editoriale, importante e certosino è stato il lavoro di documentazione e ricerca delle fonti.
“Abbiamo voluto rintracciare, con grande pazienza, tutte le persone interessate e anche gli eredi nel caso in cui non ci fossero più – ha spiegato Massimo Ventura, uno degli autori -. Li abbiamo intervistati uno per uno, con grande pazienza e con grande empatia, cercando di tirare fuori l’anima di queste persone che hanno visto chi ha fatto tanta fatica e, soprattutto, loro stessi, che si sono anche commossi raccontando quello che hanno passato“.
Sede Caritas di Capitignano gremita per la presentazione del volume, a piena dimostrazione del fatto che la comunità locale non vuole assolutamente perdere il contatto con le sue radici e continua a sentire con forza l’importanza di questa eredità.
“Quello che vogliamo proporre è una sorta di viaggio ideale, un viaggio fatto di colori e, soprattutto, di sapori che vada davvero a dimostrare quanto la gente di un paese piccolo come questo possa essere forte, tenace e costruire tanto, portando in alto il nome di Capitignano“. Così Sara Fulvi, moderatrice della presentazione.
Dalle pagine del volume, in definitiva, viene fuori un messaggio importante e positivo. Tra le tante storie che il libro racchiude e racconta quella della famiglia Flamini, che a L’Aquila gestiva la Trattoria del Duomo.
“Per me questa è una storia importante, una parte della storia della mia vita. Io ho vissuto, per un ventennio nel periodo tra gli anni ’70 e ’80, in trattoria perché i miei genitori gestivano la trattoria del Duomo a L’Aquila in via Roio e, praticamente, vivevamo lì dentro – ricorda, emozionato, il medico e consigliere comunale dell’Aquila Stefano Flamini -. Io in quel periodo, oltre che studiare, ho fatto il cameriere. Sento, quindi, questo lavoro e questa storia come parte della mia storia personale, ed è emozionante per me“.