26 Giugno 2024 - 10:26:43

di Martina Colabianchi

Uccisione di animali aggravata dalla crudeltà e dagli spari pericolosi, questa è l’imputazione finale che il Procuratore capo di Avezzano, Maurizio Cerrato, ha contestato ufficialmente ad Andrea Leombruni, macellaio di San Benedetto dei Marsi che, come ammesso durante gli interrogatori, nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2023 uccise con un colpo di fucile l’orsa Amarena entrata nella sua proprietà.

Subito dopo l’uccisione di Amarena, “Salviamo l’orso” diede incarico allo Studio Legale Pezone, che cura i nostri interessi da molti anni, di presentare  alla Procura della Repubblica di Avezzano un esposto su i fatti. L’esposto depositato in Procura il 3 di settembre 2023 ci permetterà ora di accedere ai risultati delle perizie eseguite su ordine del magistrato e quindi di preparare la costituzione di parte civile della nostra associazione nel processo contro l’imputato a cui prenderemo parte tramite lo Studio legale che ci rappresenta“.

Così l’associazione, che prosegue:

Come annunciammo nel settembre del 2023, in caso di condanna dell’imputato (condanna che riteniamo certa) chiederemo a Leombruni in sede civile un risarcimento milionario che lo costringa a passare i prossimi anni tra avvocati e aule di Tribunale come è accaduto a colui che nel 2014 uccise un orso a Pettorano in circostanze simili, e se Dio vuole alla fine del procedimento utilizzeremo il suo denaro per aiutare i nostri orsi. Lo abbiamo promesso ad Amarena ed a tutti gli abruzzesi e gli italiani che nello scorso settembre ci chiesero di mobilitarci ed impegnarci affinché questa stupida ed inutile violenza contro un’orsa ed i suoi piccoli non rimanesse impunita. Costringeremo l’imputato a ripensare spesso alla serata del 3 settembre 2023 e a chiedersi se forse non sarebbe stato molto meglio per lui chiamare i guardiaparco e lasciar perdere il fucile, i suoi polli gli sarebbero sicuramente costati di meno“, concludono.

Anche l’OIPA si costituirà parte civile, queste le dichiarazioni dell’associazione animalista:

“Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individuicui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici. Auspichiamo che si arrivi a una condanna esemplare nei confronti dell’inquisito. Noi ci costituiremo parte civile nel processo”.