27 Giugno 2024 - 12:24:37

di Martina Colabianchi

Riaccendere un riflettore sui ritardi nella ricostruzione delle case popolari Ater di Valle Pretara e, in generale, di tutti quei quartieri che necessitano ancora di un progetto di riqualificazione e recupero che possa offrire agli inquilini, coinvolgendoli, luoghi degni in cui abitare.

Con questi obiettivi la “Carovana dei diritti” della Cgil dell’Aquila, insieme a Sunia Abruzzo Molise e al Coordinamento degli inquilini E.R.P., è arrivata questa mattina in uno dei quartieri simbolo della mancata ricostruzione, Valle Pretara.

Da quindici anni, infatti, i residenti attendono l’avvio della ricostruzione delle palazzine, per cui oggi i sindacati tornano a chiedere un cronoprogramma certo come quello concertato con Ministero, Regione Abruzzo, USRA e Ater ma che sarebbe stato abbandonato dall’Ater per ricorrere ad “aleatorie ipotesi finanziarie da Superecobonus“.

Noi chiediamo due cose – spiega a LaQtv Florinda Pastorelli, proprietaria di un alloggio delle case popolari di Valle Pretara -. La prima è che si faccia in modo di ricostruire il prima possibile, dato che sono passati quindici anni. Pensiamo ci sia sotto qualcosa che ci viene nascosto, per cui chiediamo anche chiarezza. Noi abbiamo girato tutti gli uffici competenti ottenendo risposte contrastanti. A gennaio aspettavamo che si pronunciassero su una questione particolare: chi è proprietario di un appartamento dell’Ater, può usufruire del famoso Superbonus 110%? Questa domanda noi l’abbiamo posta a giugno dello scorso anno, ad oggi non abbiamo ancora una risposta. La cosa però più grave è il fatto che in una riunione di non più di un mese fa l’Ater, attraverso i suoi rappresentanti, invece di dare risposta a questo quesito e al quesito generale su come si può fare per risolvere il problema, ha proposto un’ulteriore soluzione che non c’entrava nulla con quanto stato detto precedentemente“.

Per tutte queste ragioni denunciate da proprietari e inquilini, si chiede il recupero organico immediato di tutti gli alloggi Ater con qualificati materiali a bassa manutenzione e, soprattutto, innestando efficienti tecnologie per l’energia alternativa, proposta già avanzata per gli alloggi ERP di S. Gregorio. In tale ottica, si chiede di capire la reale consistenza delle risorse disponibili da investire e per quanto tempo saranno disponibili tali risorse. Poi, un parcheggio con attraversamento posto sulle pendici ed un Polo direzionale, sportivo ed energetico nell’area ATER, che risulta essere quella maggiormente baricentrica verso le urbanizzazioni a nord della città.

Lo sguardo dell’iniziativa dei sindacati si allarga poi a tutti quei quartieri “vuoti e nel degrado” che sono “la manifestazione plastica di come sono le persone, le famiglie e le comunità a fare le città e lì dove manca una programmazione di ricostruzione, di destinazione abitativa degli immobili disponibili, di servizi pubblici da rendere alle persone i territori si svuotano e aumentano marginalità e disgregazione sociale“.

Si guarda, ovviamente, anche agli studenti universitari fuori sede che, dal crollo della Casa dello studente nel 2009 sono stati, di fatto, ospitati prima nella ex caserma Campomizzi e poi, una volta riconsegnata questa al demanio, in una soluzione abitativa che attualmente non li soddisfa nella cittadella universitaria del complesso “Il Moro”, per gli studenti troppo distante da strutture universitarie, servizi e centro storico.

La Cgil chiede, in merito, che ci sia un vero e proprio piano per l’accoglienza delle studentesse e degli studenti, recuperando complessi ed edifici proprio in prossimità delle strutture universitarie o ricadenti nel centro cittadino.

Oltre a questo, continuano, occorre un piano di recupero dei pochi nuclei del Piano CASE/MAP rifunzionalizzabili, riportando a suolo agricolo tutti quelli in contrasto con la tutela idrogeologica e con la microzonazione sismica, un recupero mirato delle poche “casette a tempo” sanabili da ricucire al tessuto urbanistico esistente e legittimo, l’istituzione di un fondo regionale a sostegno delle famiglie con fragilità economiche e sociali che dia ristoro sia rispetto agli affitti che ai consumi e un coerente assetto della rete trasportistica e dei servizi (annullati e da riconfermare), inquadrati in una sempre più urgente Variante organica al PRG.