28 Giugno 2024 - 10:59:11

di Martina Colabianchi

Dopo l’intensa attività delle squadre del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo la scorsa domenica, quando sono state tratte in salvo complessivamente otto persone in difficoltà sul Gran Sasso, tra cui alcune mal equipaggiate, è sempre più evidente come la montagna sia divenuto un luogo attrattivo per molti ma, allo stesso tempo, estremamente pericoloso proprio per l’approccio imprudente di alcuni escursionisti nell’affrontare le alte quote.

Proprio per queste ragioni, considerando anche i costi dei soccorsi, che per la sola giornata di domenica si sono aggirati intorno ai 16.000 euro, il consigliere comunale con delega alla Montagna Luigi Faccia ha scritto una lettera al presidente di Regione Marco Marsilio per chiedergli di intervenire, anche con azioni mirate alla prevenzione, per far fronte al fenomeno.

In particolare, anche guardando al modo d’agire di altre regioni italiane a prevalenza montana, Faccia chiede che venga applicata la legge regionale del 27 dic. 2016 n. 42, aggiornata nel 2022, di cui un comma prevede che “gli interventi di soccorso e di elisoccorso in ambiente impervio o ostile, inclusi recupero e trasporto, siano soggetti a una compartecipazione alla spesa da parte dell’utente trasportato, qualora non sia necessario un accertamento diagnostico o prestazioni sanitarie presso un pronto soccorso“.

Questo, al fine di prevenire che persone mal equipaggiate o in generale poco esperte della montagna possano avventurarsi con imprudenza sulla alte vette del Gran Sasso, rischiando anche spesso di mettere in pericolo gli stessi soccorritori.

Insieme a questo, il consigliere propone anche l’affissione di cartellonistica adeguata affinché si faccia una corretta informazione dei pericoli e dei comportamenti corretti da adottare durante un’escursione.

La mia lettera, molto cordiale, è indirizzata ad un presidente appassionato di montagna e che quindi la vive e ne conosce le problematiche. Qui nello specifico si parla di trasformare un elicottero in un radio taxi. Chi si stanca, chi ha un dolorino alla coscia, chi va con le ciabatte sulla direttissima. Questi sono comportamenti che la montagna non può accettare“, così il consigliere.

Di seguito il testo completo della lettera.

Gentilissimo Presidente,

mi permetto di scriverLe per condividerLe la situazione sempre più preoccupante che si sta delineando sul comprensorio montano del Gran Sasso e, più in generale, sui gruppi montani della nostra regione. Tale situazione è dovuta principalmente all’approccio imprudente e sconsiderato di una crescente parte di frequentatori delle montagne, sia in estate che in inverno.

Sebbene le escursioni estive e invernali e la pratica dello sci siano considerate attività ludiche, non si può negare che entrambe comportino una certa percentuale di pericolosità e rischio. Gli escursionisti e gli sciatori dovrebbero pertanto adattare le proprie attività alle proprie capacità tecnico-fisiche e alle caratteristiche degli ambienti che intendono frequentare. Inoltre, è fondamentale che, prima di intraprendere una giornata in montagna, gli utenti verifichino attentamente le condizioni nivometeorologiche dell’area interessata. Purtroppo, queste semplici precauzioni non vengono più seguite dalla maggior parte degli utenti, come dimostra l’intenso lavoro dell’elisoccorso nella giornata di domenica 23 giugno.

Non possiamo più tollerare che le nostre montagne, apparentemente accessibili anche ai meno esperti, vengano confuse con una semplice passeggiata sulla spiaggia, né che l’elisoccorso venga considerato un servizio a chiamata simile a un radio taxi. È inaccettabile pensare che, per “soccorrere” un escursionista “stanco” o inadeguatamente equipaggiato, si possano creare situazioni di pericolo per gli interventi di salvataggio. Ancora più grave è l’idea che si possa mettere a rischio la vita dei soccorritori durante il recupero di persone imprudenti in condizioni climatiche estreme, senza considerare poi l’onere economico che tali operazioni comportano per la Sanità Pubblica.

L’allarme e la richiesta di un intervento per arginare questa situazione provengono da più parti, come evidenziato dagli articoli di giornale che allego. Anche le regioni alpine, che sono molto
attente e rigorose nei confronti di chi trascura le norme di comportamento in montagna, hanno espresso preoccupazione. A questo proposito, il Governatore del Veneto, Zaia, si è espresso in termini molto severi nel suo ultimo intervento di dieci giorni fa.

Mi rivolgo a Lei perché conosco la Sua passione per la montagna e la Sua esperienza, ma soprattutto perché ha l’autorità e la competenza per prendere decisioni adeguate e utilizzare i mezzi che la regione ha a disposizione. Desidero segnalarLe la L.R. 27 dic. 2016 n. 42 – “Istituzione della Rete Escursionistica Alpinistica Speleologica Torrentistica Abruzzo (REASTA) per lo sviluppo sostenibile socioeconomico delle zone montane e nuove norme per il Soccorso in ambiente montano”. Dopo essere stata rivista e modificata dalla Corte costituzionale, l’attuale versione è in vigore dal 15 gennaio 2022.

Sebbene sia ancora suscettibile di miglioramenti e aggiornamenti, la REASTA potrebbe rappresentare un valido punto di partenza per prevenire alcuni comportamenti irresponsabili. Infatti, l’articolo 11, comma 4, prevede che gli interventi di soccorso e di elisoccorso in ambiente impervio o ostile, inclusi recupero e trasporto, siano soggetti a una compartecipazione alla spesa da parte dell’utente trasportato, qualora non sia necessario un accertamento diagnostico o prestazioni sanitarie presso un pronto soccorso. Tale compartecipazione è aggravata in caso di comportamento imprudente. Lo stesso articolo, al comma 6, lettera c), stabilisce la compartecipazione anche quando il soccorso è effettuato esclusivamente dalle squadre a terra del SASA o da altre squadre di soccorso, sempre che non siano necessari accertamenti o prestazioni in pronto soccorso.

Tutte le regioni alpine, a seconda delle circostanze, prevedono il pagamento del soccorso, sia integralmente sia in compartecipazione. Le montagne abruzzesi non hanno nulla da invidiare, in termini di bellezza, tradizione e difficoltà tecniche, a regioni come il Piemonte, il Trentino-Alto Adige, la Lombardia, il Veneto e la Valle d’Aosta. Pertanto, seguire l’esempio di queste regioni per contrastare il comportamento imprudente degli escursionisti potrebbe essere un ottimo punto di partenza.

È evidente che la sola compartecipazione alle spese di soccorso potrebbe non essere sufficiente. È quindi necessario attuare, con estrema urgenza, azioni di prevenzione e informazione, attraverso una cartellonistica e segnaletica adeguata che indichi i pericoli e i comportamenti corretti da adottare durante un’escursione. In questo contesto, diventano protagonisti gli operatori del settore: le Guide Alpine, gli Accompagnatori di Media Montagna, il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Abruzzo (SASA), i Vigili del Fuoco e il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (SAGF). Si potrebbe anche considerare l’istituzione di check-in nei punti di partenza più frequentati per le escursioni (ad esempio, Campo Imperatore presso l’Osservatorio Astronomico), dove i professionisti della montagna possano verificare l’attrezzatura utilizzata dagli escursionisti, fornendo consigli e informazioni utili e impedendo la partenza a chi non è adeguatamente equipaggiato.

Un esempio da seguire potrebbe essere il D. Lgs. 40 del 28 febbraio 2021 “Attuazione dell’articolo 9 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali”. Questa normativa regola in modo dettagliato il comportamento degli utenti nei comprensori sciistici, la diffusione delle regole, la segnaletica delle piste, anche in base al grado di
difficoltà, e introduce l’obbligo per gli utenti di stipulare una polizza di assicurazione di Responsabilità Civile per l’utilizzo delle piste da sci.

Per concludere, caro Presidente, ho effettuato una stima dei costi sostenuti per il servizio di elisoccorso, basandomi sui dati delle regioni che prevedono il pagamento del servizio e riferendomi alla giornata di domenica 23 giugno, acquisendo alcuni dati sul web relativi ai voli effettuati dall’elisoccorso di base a Coppito. L’aeromobile Leonardo AW139 è stato in volo per circa 160 minuti per gli interventi di soccorso. Considerando il costo medio al minuto dei voli nelle regioni alpine, che si aggira intorno ai 100,00 €, si può stimare che la spesa o il mancato rimborso dei soccorsi per l’intera giornata di domenica ammonti a circa 16.000,00 €, più o meno.

Certo di esserle stato utile, La saluto cordialmente.