28 Giugno 2024 - 12:36:58
di Martina Colabianchi
Una riflessione sul processo di decolonizzazione del patrimonio architettonico in Etiopia, Eritrea e Somalia attraverso lo sguardo contemporaneo di artisti, architetti e studiosi locali e internazionali.
Questo è il tema, complesso e stimolante, della mostra “Architetture e città nel Corno d’Africa. Un patrimonio condiviso“, a cura del MAXXI Architettura e dell’architetto Andrea Mantovano, presentata questa mattina nella sede aquilana del MAXXI che la ospiterà fino al 3 novembre 2024.
Se da un lato i paesi del Corno d’Africa continuano a soffrire, in misura diversa, gli effetti di conflitti mai completamente estinti, dall’altro mostrano grandi energie per costruire il proprio futuro, nella consapevolezza di un passato che li accomuna. Dalla devastazione di Mogadiscio, alla rapidissima trasformazione di Addis Abeba, fino alla consapevole conservazione di Asmara, emergono approcci differenti nei confronti di questo patrimonio architettonico e urbano che a tutti gli effetti può essere definito un patrimonio condiviso.
La mostra vuole inoltre raccontare la corposa eredità dell’attività progettuale italiana, per rileggerla alla luce di nuove conoscenze e nuove sensibilità.
“Abbiamo ritenuto necessario intrecciare il racconto del contemporaneo, che viene fatto nella prima parte della mostra, con il passato che è strettamente connesso con la realtà odierna – spiega l’architetto Andrea Mantovano -. Quindi, in questa sezione della mostra raccontiamo aspetti urbanistici della nascita di capitali come Asmara o Addis Abeba, raccontiamo le trasformazioni urbanistiche di un’altra capitale molto più antica come Mogadiscio, raccontiamo le storie di tecnici italiani che hanno vissuto per decenni nei Paesi del Corno d’Africa, che hanno contribuito a sviluppare un’architettura moderna in quei Paesi e che rappresentano anche una continuità della presenza italiana e degli scambi tecnici e culturali con i Paesi del Corno d’Africa ben oltre i limiti cronologici e temporali del periodo dell’occupazione italiana“.
“È la prima vera mostra di architettura che si fa qui al MAXXI L’Aquila, questo per noi è già un grandissimo orgoglio – dichiara Lorenza Baroncelli, direttrice MAXXI Architettura e Design contemporaneo -. La mostra si concentra sul processo di decolonizzazione del patrimonio architettonico italiano nel Corno d’Africa, quindi Etiopia, Eritrea e Somalia, che coinvolge principalmente artisti, fotografi e intellettuali locali. Racconta in che modo questo patrimonio, risalente più o meno allo stesso periodo, è stato trasformato. In Etiopia, in questo momento, è un patrimonio che viene protetto contro una forma di standardizzazione e trasformazione della città, in Eritrea invece la città di Asmara è stata candidata a Patrimonio dell’Unesco, quindi c’è una consapevolezza di preservazione e valorizzazione molto più strutturata, mentre in Somalia, anche a causa dei conflitti in atto, c’è una quasi totale distruzione di questo patrimonio“.