04 Luglio 2024 - 16:42:19
di Redazione
“In merito al piano di rientro presentato dal direttore generale della ASL 1 Abruzzo salta agli occhi, in quanto del tutto evidente, che nel riparto dei fondi destinati alle ASL effettuato dalla regione, lo stesso manager lamenta che non è stata considerata la geografia su cui le stesse insistono ma solamente il numero dei residenti, rendendo così difficile attuare una medicina di prossimità di qualità utile sia ai fini preventivi diffusi che di prime cure e tradendo, di fatto, quanto il legislatore ha dettato con il DM 77 del 23 maggio 2022”.
E’ la dura nota di Pierluigi Iannarelli, segretario Sinistra Italiana L’Aquila
“Per sanità di prossimità si intende fornire il territorio di medici, infermieri, operatori socio sanitari, ambulatori affinché non sia il paziente ad andare verso le cure ma siano le cure ad andare verso il paziente, ed è finalizzata ad una pluralità di effetti positivi tra cui una grande operazione di prevenzione, una riduzione della mobilità verso le ASL di altre regioni e verso i privati, una netta riduzione degli spostamenti e, pertanto, una diminuzione degli accessi al pronto soccorso. I rappresentanti delle vari enti locali che insistono sulla provincia di L’Aquila dovrebbero interessarsi e rilanciare su questo tema, anche in contrasto con il presidente Marsilio, piuttosto che inaugurare ogni mattonella che viene rimessa in una piazza”, aggiunge.
“Certo l’accordo raggiunto con la Conferenza Stato-Regioni del 21 Dicembre 2022, recepito con il Decreto del Ministero della Salute del 30 Dicembre 2022 prevede, per quanto riguarda i criteri di finanziamento delle regioni da parte dello Stato, che si attui quello per quota capitaria “pesata” in cui particolare importanza riveste la frequenza di consumi sanitari per età mentre gli “indicatori relativi a particolari situazioni territoriali” incidono solo per lo 0,75% e nulla dicono rispetto alle diverse nature geografiche delle regioni– precisa – La sanità ha un costo ma l’alternativa ad un sistema sanitario nazionale di qualità è che ognuno deve provare a salvarsi da solo, affidandosi al mercato, e sappiamo bene, come ci ha ricordato recentemente l’emergenza Covid, che forse solo in pochissimi riescono veramente a salvarsi da soli mentre il mercato guarda i numeri ed i profitti e non il benessere dei cittadini. In aggiunta non aiuta la legge sull’autonomia differenziata per la quale confidiamo in un’efficace risposta referendaria per la quale siamo. Già da ora, mobilitati”.
“Tornando al piano di rientro della ASL aquilana balza agli occhi che lo stesso prevede un rientro parziale, ma dati i numeri non poteva essere diversamente, di fortissimo impatto che andrà ad incidere anche sulla voce personale senza però indicarne in maniera concreta, sì da poterla valutare, la portata: quando il manager Romano parla di un risparmio di 2.443.341 euro, procedendo a un reintegro solo parziale dei cessati dell’anno 2024 parla di un parziale blocco del turnover senza però indicarne la percentuale e per quali profili sarà attuato. Stride il fatto che ci sia carenza di medici, tanto che le ASL ricorrono ai “pensionati” con costosissimi contratti co.co.co. e che, contemporaneamente, si attuerà una riduzione di personale. Ci sono unità operative che in questo momento possono permettersi una riduzione di personale? Se sì quali sono? – precisa Iannarelli – Sempre nel piano di rientro è prevista un’altra voce di notevole consistenza ossia il risparmio di 2.150.000 euro sui servizi appaltati: ora sappiamo bene che il personale che lavora tramite cooperativa non rientra nelle voci di bilancio inerenti il personale bensì su quelle della fornitura di servizi e pertanto è lecito chiedersi se nel taglio previsto viene considerato anche tale personale e, se sì, in quale misura visto che ci sono giunte notizie, speriamo non confermate, che già alcuni lavoratori sono stati mandati a casa”.
“Siamo convinti che i processi di internalizzazione siano virtuosi, sappiamo che tali percorsi hanno avuto un trattamento di riguardo da parte del legislatore nazionale solamente per i lavoratori sanitari e sociosanitari (perché i parlamentari eletti in questo territorio non hanno evidenziato questa disparità? Forse troppo impegnati a farsi le foto ad ogni evento?) e che la ASL 1 ha provato, coraggiosamente, a coglierne l’opportunità eppure non possiamo non chiedere di dettagliare a cosa si riferisce il taglio di 2.150.000 euro di servizi e se dietro quel numero si celino lavoratori con le loro famiglie – conclude – Chiediamo al direttore Romano di convocare un’assemblea con tutti gli stakeholder, di spiegare qual è la strategia, di confrontarsi anche con le domande scomode; la riunione avuta presso il San Salvatore con l’assessore Verì, da cui è stato partorito, ci sembra, un comunicato stampa di circostanza, non può sostituirsi ad un confronto con la comunità della provincia dell’Aquila: 33 milioni di euro in meno per il 2024 non sono noccioline ed abbiamo bisogno di capire ribadendo noi, come ha già fatto il Direttore Generale e chiedendo che lo facciano anche i rappresentati locali in seno al consiglio regionale nonché i sindaci del territorio, che se ci sono dei costi incomprimibili, ossia delle spese che non possono essere tagliate, ci sono dei costi incomprimibili, essendo la salute diritto fondamentale come riconosciuto dalla nostra costituzione”.