09 Luglio 2024 - 09:16:25
di Redazione
Riaprirà a settembre il servizio di aborto farmacologico all’ospedale dell’Aquila. Lo hanno reso noto con un comunicato stampa nel pomeriggio di ieri, la dottoressa Anna Lepore, della direzione sanitaria, e il dottor Gabriele Iagnemma, sostituto del direttore facente funzioni del reparto di Ostetricia e Ginecologia del San Salvatore.
I due dirigenti medici lo hanno comunicato ieri nel corso di un incontro agli esponenti dell’associazione Fuori Genere che in mattinata aveva tenuto un sit-in fdi protesta fuori dai locali del Cup per chiedere il rispristino immediato del servizio.
Prima della protesta, il mese scorso, l’associazione aveva anche inviato una lettera aperta alla Asl aquilana e all’assessorato regionale alla Salute, chiedendo delucidazioni sulle motivazioni che hanno determinato l’interruzione improvvisa del servizio di aborto farmacologico.
La riapertura del servizio per l’interruzione volontaria della gravidanza, tramite assunzione di farmaci, avverrà in seguito a una riorganizzazione del personale che fa capo all’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, ha specificato la Asl.
“Siamo stati in sit-in presso l’ambulatorio di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale dell’Aquila per chiedere il ripristino del servizio di aborto farmacologico (RU486). Una delegazione di noi è stata ricevuta dal personale medico che, dopo un confronto, ci ha comunicato che dalla seconda metà di agosto il servizio verrà ripristinato”, commenta Fuori Genere.
“Nonostante siamo soddisfatte del risultato ottenuto, ancora ci chiediamo come sia stato possibile interrompere una pratica medica, che tutela un diritto, senza darne comunicazione alcuna. Inoltre, ci chiediamo perché le motivazioni addotte dal primario a distanza di qualche giorno non siano più sufficienti a interrompere il servizio. Pensiamo sia assurdo constatare quanto sia necessario ancora attivarsi, alzare la voce e protestare per vedere tutelato un nostro diritto. Questo dimostra che in un contesto in cui la sanità pubblica è al collasso, i diritti delle donne siano i primi ad essere sotto attacco. Vorremmo occuparci anche della maternità, ma purtroppo ogni volta ci ritroviamo a dover difendere un diritto che dovrebbe essere garantito, che sia dai movimenti politici, che finanziano gli antiabortisti nei consultori o che promuovono pratiche per colpevolizzare le donne o che sia dai ginecologi obiettori di coscienza. Quest’ultimi infatti, a L’Aquila sono ancora il 75%”, aggiunge l’associazione.
“Siamo consapevoli che si tratta di una piccola conquista ed è per questo che continueremo a monitorare il nostro territorio, assicurandoci anche che questa promessa venga mantenuta”, conclude.