16 Luglio 2024 - 11:29:31
di Redazione
“Già a ottobre come Partito Democratico regionale, a un mese dall’ennesima mannaia che si stava
per abbattere sui percettori del reddito di cittadinanza, avevamo lanciato l’allarme, denunciando una
generale confusione sia per i titolari della carta che per gli Ambiti Sociali e i Comuni, in uno
scenario in cui l’aumento dell’inflazione e la debolezza dei salari già vedevano il nostro paese e
l’Abruzzo particolarmente sofferenti”.
Lo affermano in una nota il segretario regionale del Partito Democratico Daniele Marinelli
e la responsabile regionale al Welfare Francesca Buttari.
“Oggi la situazione che si registra è ancor peggiore di quella che si poteva immaginare, come
denunciato dalla Cgil , con quasi 10.000 famiglie lasciate senza sussidio in Abruzzo, a cui si
aggiungono le duemila che hanno avuto accesso allo Strumento di Formazione Lavoro, inserite in
un percorso a ostacoli sia a livello burocratico che informatico, e soprattutto senza nessuna reale
prospettiva lavorativa ed economica, a causa di un sistema regionale di politiche attive del lavoro
che ha dimostrato tutta la sua debolezza”.
“È sempre più chiaro che il problema verrà scaricato sui Comuni che, con il taglio ai trasferimenti da
parte del governo di 250 milioni nel 2024 (che si aggiungono ai 600 milioni già tagliati nel 2023) si
troveranno nuovamente a fronteggiare con pochi strumenti e poche risorse il dilagante disagio
economico, in un contesto in cui, come si legge nel Rapporto Istat 2024, non solo si registra un
peggioramento delle persone che vivono in povertà assoluta, ma anche una crescita delle persone
che percepiscono un reddito assolutamente insufficiente per difendere le famiglie da un disagio
economico che non consente loro di arrivare a fine mese”.
“Il nuovo sistema di bisogni disegnato dal passaggio della pandemia e tutti i limiti che questa ha
portato alla luce necessitano di un’analisi profonda e di soluzioni all’altezza delle sfide che
attendono la nostra regione. Su questa emergenza il Partito Democratico regionale si sente
impegnato con tutte le sue forze, sia continuando la battaglia per l’introduzione del salario minimo,
che riprendendo le fila di un progetto regionale, ormai inesistente, chiedendo di investire risorse per
integrare gli enormi errori fatti dal governo e lavorando sul sistema di integrazione fra le politiche
attive del lavoro e i percorsi di inclusione sociale”.