16 Luglio 2024 - 10:10:13
di Redazione
Nasce il comitato L’Aquila più sicura.
L’iniziativa di alcuni giovani cittadini, studenti e lavoratori, nasce, come scrivono, dalla percezione che la città non sia più sicura, dopo i ripetuti episodi di violenza in centro storico, con l’obiettivo di migliorare la vivibilità dell’Aquila “tramite la partecipazione della cittadinanza, attività di sensibilizzazione e inclusione”.
“Diciamocelo chiaramente – scrivono nella pagina Facebook del neonato comitato- L’Aquila non è più una città sicura. In questi mesi gli episodi di violenza sono diventati sempre più frequenti, rendendo ormai la situazione grave e a tratti invivibile. Non avremmo mai voluto scrivere questo post, ma dopo i fatti accaduti in centro storico, in alcuni quartieri e frazioni non possiamo più nasconderci dietro un dito”.
Tra i promotori del comitato, Ludovico Caldarelli, ex presidente della Consulta comunale giovanile.
“Non avremmo mai voluto vedere il terrore negli occhi delle famiglie, il pianto dei bambini, lo sgomento di centinaia di ragazzi in piazza e la paralisi di esercenti e residenti davanti a quanto accaduto lo scorso sabato 14 luglio -aggiungono –Siamo giovani, studenti, lavoratori, donne e uomini innamorati della città dell’Aquila e in queste ultime settimane abbiamo iniziato a percepire nei nostri concittadini un vero sentimento di paura nel vivere e frequentare i nostri luoghi di socialità. Crediamo sia profondamente ingiusto non poter vivere con serenità i nostri spazi rinati a causa di episodi di violenza che si stanno ripetutamente perpetrando”.
“Per queste ragioni abbiamo deciso di costituire il comitato L’Aquila Più Sicura perché siamo convinti che attraverso una grande opera di partecipazione della cittadinanza, attività di sensibilizzazione e inclusione possiamo davvero incidere per migliorare la vivibilità della nostra Città, cercando innanzitutto di fare luce su quello che riteniamo essere il più grande problema sociale che da mesi si è abbattuto sulla città – prosegue il comitato – Vogliamo assumerci questa responsabilità civica e intraprendere tutte le iniziative necessarie per sensibilizzare le Istituzioni, coinvolgere le autorità e i professionisti del settore, far comprendere quanto sia grande il disagio e la sofferenza che questo clima di terrore sta portando in città. Amiamo L’Aquila e non ci rassegneremo a vivere passivamente questa situazione“.
Gli episodi di violenza in centro storico sono ormai tristemente all’ordine del giorno, tanto che ieri il prefetto Giancarlo Di Vincenzo ha convocato d’urgenza un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dopo l’ennesima rissa scoppiata in centro storico lo scorso 14 luglio nella quale è rimasta ferita anche una giovane colpita da una bottiglia lanciata tra la gente.
Si sta lavorando, ora all’estensione del servizio ordinario di controllo oltre le mezzanotte, anche se molti degli episodi di violenza si sono verificati in pieno giorno e nel cuore del centro.
Quella dello scorso 14 luglio è solo l’ultimo episodio di una escalation di violenze che vanno avanti ormai da tempo.
Risse, accoltellamenti, e baby gang che spadroneggiano in parchi e piazze del centro storico, fino ad arrivare al caso più eclatante dell’omicidio di Teodoro Ullasci, avvenuto nel marzo scorso in via Fortebraccio, dopo un tentativo di rapina.
Andando a ritroso nel tempo, sono innumerevoli i casi di violenza. Non più di due settimane fa, due minorenni sono stati accerchiati e colpiti con pugni in via Bominaco, nelle vicinanze di Palazzo Margherita, prima che gli venisse strappata la catenina dal collo, mentre agli inizi di giugno, in 5 sono stati fermati per accertamenti, dopo una rissa nei pressi del Castello cinquecentesco.
A novembre dello scorso anno, in pieno giorno, un 21 enne è stato accoltellato alle spalle a Colle Sapone, nei pressi della fermata dell’autobus, da un ragazzo straniero poi disarmato da altri studenti appena usciti da scuola e poi fuggito.
Già nel settembre del 2022 il questore dell’Aquila, Enrico De Simone, aveva firmato 23 Daspo nei confronti di altrettanti giovani indagati, a vario titolo, per spaccio di droga, lesioni aggravate, rissa, estorsioni e stalking anche nei confronti di minorenni, a margine di un’indagine svolta dalla Squadra mobile e dalla Compagnia dei Carabinieri che aveva portato all’emissione di 13 misure cautelari nei confronti di minori, di cui sei in carcere e i restanti con collocamento in comunità.