20 Luglio 2024 - 16:15:14

di Redazione

Dopo due anni nel capoluogo abruzzese dove ha ricoperto l’incarico di Comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri, il tenente colonnello Alessandro Mennilli assume il comando di un altro reparto presso il Centro Nazionale Amministrativo del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, a Chieti.

Nel biennio trascorso, particolarmente oneroso sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, anche per la detenzione all’Aquila del boss della mafia Matteo Messina Denaro, il Reparto Operativo dei Carabinieri è stato impegnato in importanti attività preventive connesse alla neutralizzazione delle infiltrazioni mafiose ed estremistiche nel territorio, nonché nelle più delicate e spinose indagini relative ai fenomeni criminali che hanno destato maggiore allarme sociale e che hanno determinato la necessità di complesse attività tecniche e puntuali rilievi scientifici, risolutori in più di un’occasione.

L’ufficiale è originario di Chieti, sposato e padre di due figli, laureato in scienze politiche e giurisprudenza, specializzato in diritto amministrativo e avvocato.

“Sono molto soddisfatto di questo periodo trascorso nel capoluogo regionale. La lotta alla criminalità attraversa, a piccoli passi, sentieri silenziosi e lontani dal proscenio. Ma nel compiere quei piccoli passi ho provato emozioni straordinarie, soprattutto per aver operato nella mia terra e per aver servito la mia gente – ha spiegato -. Mennilli, dopo l’esordio militare negli assaltatori dell’Esercito, specialità cui è rimasto sempre legato, si è arruolato nell’Arma dei Carabinieri nel 1993. Ha operato inizialmente come insegnante presso la Scuola Sottufficiali dei Carabinieri di Velletri (Roma), per poi ricoprire altri incarichi a Roma, Cosenza, Ferrara, Venezia, Chieti, Campobasso e L’Aquila. Appassionato studioso dell’età contemporanea e autore di saggi di carattere storico, dopo aver pubblicato con Menabò “L’insediamento dei Reali Carabinieri nei Tre Abruzzi”, sta per dare alle stampe “La strage del Dubac. Un eccidio dimenticato”.