23 Luglio 2024 - 15:10:34

di Vanni Biordi

Nel 2023, la Regione Abruzzo ha registrato un saldo netto occupazionale positivo, con 190.199 nuove assunzioni contro 177.666 rapporti di lavoro interrotti, determinando un incremento di 12.533 unità lavorative. Di queste nuove assunzioni, il 21,5% ha riguardato lavoratori stranieri. I dati dettagliati per settore di attività rivelano andamenti variegati, ma complessivamente positivi in molti ambiti.

L’analisi dei dati mostra un aumento della disoccupazione solo nella provincia dell’Aquila e un aumento dell’occupazione in tutte e quattro le province abruzzesi, rispetto al 2022, con una crescita occupazionale significativa in diversi settori, come commercio, trasporto, magazzinaggio e servizi di alloggio e ristorazione hanno visto un saldo netto di 4.307 operatori. Attività estrattiva, manifatturiera e fornitura di risorse con un saldo netto di 2.234 unità. Costruzioni con 2.041 unità in più. Anche il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche ha registrato un saldo positivo di 1.871 unità.

Nonostante il saldo positivo, si nota un aumento dei contratti a tempo determinato, si è passati dai 81.338 del 2022 agli 84.344 del 2023. Aumento significativo anche nei contratti stagionali, mentre i contratti a tempo indeterminato hanno visto una leggera diminuzione. Questi dati indicano una tendenza verso una maggiore precarietà lavorativa.

Il tasso di occupazione regionale è aumentato di quasi tre punti percentuali, passando dal 58,4% del 2022 al 61,3% del 2023, superando la media nazionale. Rimangono però alcune criticità, come l’alto tasso di disoccupazione giovanile e la differenza occupazionale di genere.

Inoltre, è evidente il problema dei giovani NEET, acronimo di not in education, employment, or training, che rappresentano il 15,2% della popolazione abruzzese tra i 15 e i 29 anni. In buona sostanza la situazione è migliorata ma, c’è un dato che fa corrucciare la fronte ed è quello relativo al divario occupazionale di genere che è ancora marcato, nonostante una crescita del tasso occupazionale delle donne in alcune fasce d’età.