25 Luglio 2024 - 19:12:12

di Martina Colabianchi

La Zes è uno strumento pensato per dare la possibilità al Mezzogiorno di essere un’area attrattiva per le aziende, con misure specifiche che andassero oltre le altre forme di incentivazione. Il ministro Fitto, nel suo prolungato intervento, non ha mai detto le percentuali reali del credito di imposta: per esempio, una piccola azienda che ha deciso di investire in Abruzzo e che avrebbe avuto diritto al 35 per cento dell’investimento, si ritroverà ad avere in realtà solo il 5,9 per cento. È stato quindi azzerato uno strumento che anziché essere attrattivo è diventato simile a quelli già esistenti a livello nazionale come Industria 4.0 e la legge Sabatini”.

Così Giulio Sottanelli, deputato di Azione, intervenuto in Aula in occasione dell’informativa del ministro Fitto sulla “Zes unica”. Riforma questa che, insieme ad altre regioni meridionali, interessa anche l’Abruzzo con lo scopo di snellire e rendere più semplice investire ed aprire un’attività nel sud Italia, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro.

In tema è tornato al centro dopo la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate sulla percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile per gli investimenti nella Zes unica e che si attesterebbe allo 17,6668%, meno rispetto a quanto prospettato nelle scorse settimane. Lo stesso Sottanelli, in proposito, aveva parlato di una “beffa” nei confronti di chi fa impresa e per tutto l’Abruzzo. “Un piccolo imprenditore che ha deciso di investire in Abruzzo credendo di avere diritto a benefici per il 35% sugli investimenti effettuati si ritroverà la brutta sorpresa di un assai più modesto 5,9%. Tutto questo, ovviamente, crea tensione finanziaria alle imprese che avevano tutt’altra idea al momento della stesura del piano economico fatto prima dell’investimento“, aveva scritto.

Il ministro Raffaele Fitto, audito questa mattina in Parlamento, ha affermato che il governo si impegnerà a trovare risorse aggiuntive da destinare al credito di imposta nella Zes Unica.

Il ministro deve assumersi la responsabilità sulle scelte fatte, – attacca però Sottanelli – dopo avere demolito ciò che ha ereditato per sostenere l’area del Mezzogiorno: ha soppresso l’Agenzia per la Coesione, ha stravolto la governance delle aree interne, ha abbandonato i Cis al loro destino, ha azzerato il fondo per la perequazione infrastrastrutturale. Nello specifico, ha anche la responsabilità sul ritardo del decreto attuativa, emanato lo scorso 17 maggio: ci sono voluti cinque mesi per redigerlo e le imprese non hanno avuto la possibilità di conoscere cosa veniva inserito al suo interno. All’agevolazione si poteva accedere in una finestra dal 12 giugno al 12 luglio e il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha dovuto emanare la sua circolare nel rispetto del decreto”.

Dopo avere ingannato le imprese interessate, a Fitto chiediamo: se questi soldi dovessero avanzare, qualora le imprese che sono state illuse rinunciassero, chiederà al direttore dell’Agenzia di modificare l’aliquota? Le imprese hanno bisogno di certezze, hanno bisogno di pianificare per investire. Sono le aziende a fare crescere il Pil, le stesse che, ora, attendono di conoscere le determinazioni finali. Il ministro non scarichi le responsabilità del governo al direttore dell’Agenzia delle Entrate” – ha concluso il deputato di Azione.

Tutt’altra opinione quella del deputato abruzzese di Fratelli d’Italia Guerino Testa:

“Lucida ed esaustiva è l’informativa del ministro Raffaele Fitto al Parlamento sul credito d’imposta per il mezzogiorno Zes. Dall’informativa emerge, dati alla mano, la pretestuosità delle polemiche delle opposizioni. Infatti, come è stato ricordato, il credito d’imposta esiste dal 2016, con uno stanziamento iniziale di 617 milioni fino al 2020, di 1 miliardo per il 2021-22, di 1,4 miliardi per il 2023, fino ad arrivare all’importo più alto di sempre per il 2024, pari a 1,8 miliardi voluto dal governo di Giorgia Meloni. A ciò si aggiunge che il sistema della prenotazione preventiva è una novità di assoluto buonsenso e responsabilità, in quanto permette di monitorare l’importo dei crediti in posta, evitando di replicare l’esperienza nefasta dei bonus edilizi che hanno devastato la finanza pubblica con l’importo di 120 miliardi a carico delle tasche degli italiani. Infine, l’ammontare complessivo delle richieste di prenotazione pari a 9 miliardi conferma la fiducia degli investitori verso il mezzogiorno e la volontà di investire nel sud e, quindi, la bontà delle misure messe in campo. In altri termini, un’ulteriore conferma della bontà delle politiche del governo Meloni per il mezzogiorno che hanno fatto del sud Italia la locomotiva economica della Nazione, come certifica l’ISTAT”.