25 Luglio 2024 - 10:11:43
di Redazione
Si terrà lunedì 29 luglio, ore 17:30, presso la Sala Benedetto Croce del Consiglio Regionale d’Abruzzo (via Jacobucci), l’omaggio a Maria Agamben Federici (L’Aquila, 19 settembre 1899 – Roma, 28 luglio 1984), a 40 anni dalla morte della Madre costituente aquilana.
Dopo i saluti istituzionali interverranno Carlo Fonzi, presidente dell’Istituto Abruzzese di Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea – IASRIC, Pasqualina Di Giacomo Patrizio con una testimonianza e Goffredo Palmerini, presidente ANFE Abruzzo.
Un tributo doveroso, nella città natale, per una donna di rilevante valore, protagonista nel movimento
cattolico, nella cultura, nella politica, nel sociale e nell’emigrazione. Con la sua opera Maria Federici ha contrassegnato la scrittura della Carta costituzionale e la prima Legislatura dell’Italia repubblicana, come decisivo è stato il suo impegno nel dar vita alle ACLI, al CIF e all’ANFE.
Maria Agamben era nata a L’Aquila il 19 settembre 1899 da padre di origine armena. Famiglia benestante, Maria si laurea in Lettere, è docente e giornalista. Nel 1926 sposa Mario Federici, aquilano, insigne drammaturgo. Negli anni del regime fascista lascia con il marito l’Italia e va all’estero ad insegnare negli Istituti italiani di Cultura: a Sofia, al Cairo e a Parigi. Formatasi sotto l’influenza del pensiero sociale cristiano, in particolare del personalismo di Emmanuel Mounier e dell’umanesimo integrale di Jacques Maritain, è una cattolica impegnata, illuminata nella sua azione da una profonda fede nei valori di libertà e democrazia.
Il soggiorno all’estero le apre nuove prospettive culturali e sociali. Rientrata a Roma nel 1939 opera nella Resistenza, con attività clandestina organizzando un centro di accoglienza per profughi e reduci, inoltre impegnata in associazioni che assistono perseguitati politici, patrioti, sfollati e donne. Nel 1944 è tra i fondatori delle ACLI e del Centro Italiano Femminile (CIF) del quale, dal 1945 al 1950, è la prima presidente nazionale. Il 2 giugno 1946 viene eletta nell’Assemblea Costituente nel Collegio di Perugia-Terni-Rieti. Con Nilde Iotti, Angela Gotelli, Lina Merlin, Teresa Noce, Maria Federici entra nella Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini, dove porta il suo contributo alla redazione della bozza di Costituzione, poi andata in discussione ell’Assemblea plenaria, approvata il 27 dicembre 1946 e promulgata il 1° gennaio 1947 dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola.
Dopo la Costituente, eletta alla Camera dei Deputati per la Democrazia cristiana nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948, la Federici continua il suo impegno assiduo in Parlamento ed è relatrice della prima legge di attuazione della Carta costituzionale – Legge n. 860 del 1950 – sulla tutela fisica ed economica della lavoratrice madre. Presenta numerose proposte di legge e opera nella Commissione d’inchiesta sulla disoccupazione. Nel 1947 fonda l’ANFE – Associazione Nazionale Famiglie Emigrati nata per assistere gli emigrati e le loro famiglie, a difesa dei loro diritti in Italia e all’estero.
L’associazione, di cui sarà presidente fino al 1981, si espande nell’America del Nord e del Sud, in Australia ed in Europa. Numerosi gli scritti e le pubblicazioni sul fenomeno migratorio italiano e sulle problematiche sociali connesse, come pure sulla questione femminile, che trova compimento ideale e progettuale nel suo libro “Il cesto di lana”, in cui la condizione della donna nella società italiana è scandagliata in ogni aspetto e dove, in una sorta di biografia, la Federici sottolinea i meriti delle donne nella Resistenza. Il tributo che l’ANFE Abruzzo rende a Maria Federici è esteso anche alla grata memoria del prof. Serafino Patrizio, insigne matematico scomparso nel 2020, che della delegazione ANFE regionale e provinciale dell’Aquila è stato per lunghi anni stimato Presidente. A Lui, che proprio la Federici chiamò all’impegno nell’associazione, va il merito della feconda attività sociale messa in campo a L’Aquila e in Abruzzo, con la preziosa collaborazione della consorte prof. Pasqualina Di Giacomo.