01 Agosto 2024 - 16:39:09

di Martina Colabianchi

Alla mobilitazione unitaria chiesta dai gruppi di opposizione in Consiglio regionale per far fronte comune contro i tagli a Comuni e Province decisi dal Governo, hanno risposto 50 sindaci abruzzesi scrivendo una lettera indirizzata direttamente al presidente di Regione Marco Marsilio.

Noi sindaci abruzzesi chiediamo al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di farsi promotore delle nostre istanze verso il Governo nazionale, chiedendo la restituzione delle somme tagliate dalla spending review“.

Questo un passaggio della lettera dei sindaci aggregati dall’associazione di Comuni ALI Abruzzo (Autonomie Locali Italiane- Abruzzo). I primi cittadini si riferiscono ai tagli decisi dal Governo a danno dei Comuni e delle Province nell’ultima legge di bilancio. Si tratta per l’Abruzzo di complessivi 37 milioni di euro fino al 2028.

I primi cittadini proseguono:

“Nello spirito di leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali ci dichiariamo fin da subito disponibili a dialogare nel merito e a lavorare insieme per individuare le soluzioni più appropriate, affinché possa essere garantito agli abruzzesi il pieno accesso ai servizi scolastici, ai servizi sociali e assistenziali, di trasporto, sia assicurata la cura del territorio la manutenzione di strade, edifici pubblici e tutto quanto è in carico alle funzioni comunali”.

I 50 sindaci abruzzesi, in alternativa alla cancellazione dei tagli, pongono sul tavolo due proposte per alleviarne il peso: consentire l’utilizzo dell’avanzo libero per le spese correnti (sociale, cultura, ecc.) mentre oggi è utilizzabile solo per spese d’investimento e spese correnti non ricorrenti; ridurre la percentuale di accantonamento al FCDE (Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità) fino a concorrenza del taglio previsto.

I 50 sindaci abruzzesi scrivono poi nella lettera che “i tagli incidono in modo diretto sulla spesa corrente dei Comuni e si tradurranno in minori servizi ai cittadini. Il criterio di riparto inoltre colpisce maggiormente i Comuni che hanno avuto più capacità di intercettare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che, di conseguenza, hanno un maggiore fabbisogno di cassa per dare piena operatività alle strutture e alle opere realizzate. I Comuni, più di altri livelli istituzionali, hanno subito riduzioni di gettito e aumento di oneri contabili e gestionali, a seguito della crisi finanziaria del 2008 che ha imposto il rigore di bilancio”.

Nonostante questo, – proseguono – noi sindaci abruzzesi abbiamo continuato a stare al fianco dei nostri cittadini, garantendo l’esecuzione di tutte le funzioni che ci sono affidate e, assorbendo sulle nostre spalle larga parte della crisi sociale che ha contraddistinto questi anni, fino alla drammatica crisi pandemica. Crediamo sia nell’interesse di tutti che non torni quella stagione di tagli, gli investimenti degli ultimi anni hanno consentito di intervenire su molte criticità e questo percorso non deve essere interrotto, al contrario va rafforzato, iniziando fin da subito a definire risorse e strumenti per garantire la spesa ordinaria necessaria a tenere aperte e operative le tante strutture in via di realizzazione, dalle scuole alle case della salute, agli asili nido, alle biblioteche e tanto altro, altrimenti rischieremo di avere strutture nuove e belle ma chiuse“.

Accogliamo e appoggiamo la richiesta dei 50 sindaci abruzzesi, rappresentati dalle parole del Primo cittadino Angelo Radica, uniti nel chiedere al Presidente Marsilio di intervenire in merito ai tagli lineari, di oltre 30 milioni di euro, che il Governo Meloni ha fatto ricadere sulle spese correnti dei Comuni e delle Province abruzzesi, mettendo a rischio servizi essenziali ai cittadini“.

Così, in una nota, il capogruppo di opposizione Luciano D’Amico a sostegno delle rivendicazioni dei sindaci.

Già lo scorso 13 luglio – prosegue – avevamo esortato il Presidente Marsilio a prendere le parti del territorio e non appoggiare le scelte della sua parte politica a Roma, ma nonostante la nostra istanza e il grido d’aiuto delle associazioni degli Enti locali, dalla maggioranza di centrodestra non è arrivata alcuna soluzione“.

“Pertanto, come opposizione, porteremo il caso in Consiglio regionale attraverso una Risoluzione in cui si impegna il Presidente Marsilio a creare un fondo nel Bilancio della Regione Abruzzo a beneficio di tutti i Comuni e le quattro Province abruzzesi, da destinare secondo criteri oggettivi, imparziali e trasparenti, e che tengano conto della popolazione e del disagio territoriale. Tale fondo dovrà essere finanziato, per le annualità previste dal comma 533 art. 1 della legge 213/2023, con parte delle risorse recuperate dall’abrogazione della Legge Mancia che, soprattutto alla luce di questa situazione emergenziale in cui versano gli enti locali, ci vede sempre più convintamente contrari”.

Inoltre nella Risoluzione impegniamo il Presidente Marsilio nella Conferenza Stato-Regioni e presso il Governo a scongiurare il taglio lineare al funzionamento dei Comuni, consentire l’utilizzo dell’avanzo libero delle spese correnti e ridurre la percentuale di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità stabilito dall’allegato A/2 del d.lvo. 118/2011. L’operazione è tesa a mitigare i danni causati dai tagli del Governo Meloni che, particolarmente in Abruzzo, assumono le sembianze di una vera e propria emergenza“.

Abrogando la Legge mancia – continua ancora D’Amico, primo firmatario della Risoluzione – avremo a disposizione ben oltre 22 milioni di euro. Destinare una parte di questi alla creazione, o all’incremento, del fondo per i comuni e province significherebbe correggere il grave errore commesso dal centrodestra nell’ultima legge di Bilancio, con la quale sono stati elargiti milioni di euro senza alcun criterio di oggettività e trasparenza; e soprattutto significherebbe aiutare concretamente i sindaci permettendo di coprire quelle spese correnti che fattivamente si traducono in servizi per i cittadini, e non il finanziamento di qualche sagra o associazione di ballo, scelta in modo arbitrario e totalmente discrezionale dal consigliere regionale di turno. Riteniamo la nostra proposta una soluzione di civiltà, di trasparenza e di buon senso“.

Il principio di sussidiarietà verticale, codificato anche dall’art. 118 della Costituzione italiana comporta che in generale le funzioni amministrative (quelle con cui si fa fronte, in concreto, alle necessità della comunità) devono essere assegnate ai Comuni, essendo questo il livello più vicino ai cittadini. La restituzione dei fondi ai comuni permetterebbe alla Regione Abruzzo l’applicazione di  tale principio chiaramente espresso dalla nostra Costituzione e azzerato dal Governo nazionale unitamente al principio di adeguatezza secondo il quale deve sempre essere garantito un proporzionato esercizio delle funzioni assegnate“, conclude.

Di seguito la lettera completa dei sindaci.