05 Agosto 2024 - 18:25:28

di Redazione

Domani in Consiglio regionale l’opposizione presenterà l’emendamento per abrogare la Legge Mancia per “scardinare il Consiglio regionale dalle anacronistiche logiche della legge mancia, con la quale il centrodestra ha promesso, a soli due mesi dalle scorse elezioni regionali, di elargire ben oltre 22 milioni di euro a circa 2.300 associazioni tra cui scuole di ballo, di karate, padel e attività associative varie”.

Lo scrive in una nota il capogruppo Luciano D’Amico.

La prima firma è di D’amico che spiega: “L’emendamento intende riportare i lavori dell’aula sulla giusta carreggiata, attraverso un più corretto e trasparente utilizzo delle risorse pubbliche, che contempli i principi giuridici di generalità e astrattezza, come previsto dalla nostra Costituzione, e che assegni le risorse attraverso bandi, in cui siano definiti i criteri di selezione, valore e utilità sociale delle attività da finanziare. Quello a cui abbiamo assistito nel corso dell’ultima sessione di Bilancio, con l’approvazione della Legge mancia, è il ricordo sbiadito di una vecchia politica di cui sinceramente nessuno sente la mancanza; soprattutto in un momento in cui in Abruzzo è accertata la grave condizione economico/finanziaria dell’Ente regionale: disavanzo sanitario 2023 di circa 128 milioni euro, addirittura con previsioni in aumento per il 2024; innalzamento dei costi del trasporto pubblico locale per gli utenti; taglio lineare di oltre 30 milioni di euro, tra il 2024 ed il 2028, da parte del Governo al funzionamento degli enti locali; l’emergenza in cui versa la nostra agricoltura, a causa della peronospora”. 

“In questo contesto perpetuare nella logica delle leggi mancia è davvero inaccettabile, per questo come Patto per l’Abruzzo abbiamo proposto che, accertata la disponibilità di maggiori entrate, i fondi a disposizione siano suddivisi in più parti e si proceda con: la creazione di un fondo nel Bilancio della Regione Abruzzo a beneficio di tutti i Comuni e delle quattro Province abruzzesi, per coprire i tagli del Governo Meloni per l’anno 2024, da destinare secondo criteri oggettivi, imparziali e trasparenti, che tengano conto della popolazione e del disagio territoriale; un sostegno al trasporto pubblico al fine di sostenere una politica di agevolazione tariffaria rendendo gratuito il TPL locale per le categorie usufruttuarie e più bisognose (under 18, over 60 e studenti), con l’obiettivo di renderlo totalmente gratuito entro la fine della legislatura; azioni volte a mitigare i danni da peronospora con ristori adeguati agli agricoltori; bando pubblico secondo i criteri di trasparenza e imparzialità per assegnare risorse ad associazioni ed enti del territorio con finalità meritevoli in ambito sociale, culturale, assistenziale”.

“L’adozione di queste misure ha l’obiettivo di contribuire alla risoluzione dell’attuale crisi in cui versa la nostra Regione e segna, sin da subito, una scala di priorità basate sulle reali competenze dell’Ente.
Sarà inoltre l’opportunità per dare un chiaro segnale di impegno a riportare il Consiglio regionale sulla strada della programmazione efficace, del rispetto dei territori e di chi li abita. Le risorse pubbliche regionali
– conclude – sono di tutti i cittadini e non a uso e consumo dei governi di turno, che non possono decidere arbitrariamente, e solo attraverso l’indicazione dei consiglieri regionali, chi avrà un sostegno e chi no. E’ necessario scardinare questo modus operandi che ha già prodotto numerosi danni a tutti gli abruzzesi”.

La nota della Cgil

Il settore del trasporto pubblico locale è notoriamente finanziato dal Fondo Regionale unico dei trasporti alimentato annualmente sia dalle risorse provenienti dal fondo nazionale dei trasporti (assegnate dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario) che dalle risorse del bilancio regionale.

La consistenza di questo fondo regionale si sta dimostrando negli anni sempre più insufficiente a cominciare dall’inadeguatezza della componente statale: il Fondo nazionale infatti ha previsto di erogare per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro a fronte di almeno 6 miliardi necessari per finanziare adeguatamente il settore e di queste risorse nazionali appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo.

TRASPORTO PUBBLICO REGIONALE: MANCANO ALL’APPELLO 7 MILIONI RISPETTO AL FABBISOGNO – E le cose non vanno meglio rispetto alle risorse proveniente dal bilancio regionale: a fronte di un fabbisogno stimabile per il trasporto pubblico locale di almeno 65 milioni di euro, la Regione Abruzzo ha previsionalmente previsto nel proprio bilancio risorse decisamente inferiori; mancherebbero all’appello infatti circa 7 milioni di euro.

INVECE DI INCALZARE MELONI E MARSILIO, SI AUMENTANO LE TARIFFE – Ma l’Assessore regionale ai trasporti Umberto D’Annuntiis, piuttosto che incalzare il Governo nazionale, da un lato, affinché adegui le risorse del Fondo nazionale dei trasporti e il presidente Marsilio e l’assessore Quaglieri, dall’altro, affinché prevedano finanziamenti adeguati del bilancio regionale da assegnare al trasporto pubblico locale, ha invece pensato bene di ergersi a promotore di un’ennesima stangata a carico degli abruzzesi e in particolare delle fasce più deboli della popolazione decidendo unitamente a tutta la Giunta regionale aumenti tariffari su biglietti e abbonamenti pari al 20% ed entrati in vigore già da luglio scorso.

AUMENTI CHE IN TALUNI CASI ARRIVANO AL 38%, ALTRO CHE INFLAZIONE! – Aumenti mediamente del 20% ma che in alcuni servizi suburbani a tratte raggiungono anche il 38% (es. Teramo – Martinsicuro, da €  3,40 a  € 4,70 – + 130 cent.) e che peraltro si andranno a sommare a quelli già previsti per il trasporto ferroviario che la stessa Giunta Marsilio ha concordato con Trenitalia, prevedendo nel Contratto di Servizio un aumento del costo dei biglietti che sarà del 15% nel 2025 e poi di un ulteriore 5% a cadenza biennale fino al termine del contratto di servizio, cioè il 2033. Il che significa per i pendolari abruzzesi che sceglieranno di viaggiare in treno, un incremento complessivo del 35% rispetto alla spesa attuale del biglietto o dell’abbonamento che si acquista.

La beffa ulteriore sta nel fatto che questi aumenti giungono nel bel mezzo delle polemiche legate alla cosidetta “Legge Mancia” con la quale il Governo Marsilio ha distribuito a “destra” (ma a quanto pare anche a “manca”), attraverso l’emendamento Omnibus di fine anno, 18 milioni di euro ad oltre duemila beneficiari il tutto senza prevedere nemmeno l’attivazione di un bando pubblico.

LE QUATTRO PROPOSTE DELLA CGIL E DELLA FILT

La Cgil e la Filt alla vigilia del Consiglio regionale che all’ordine del giorno dovrebbe prevedere l’assestamento del bilancio di previsione 2024/2026, tornano a rilanciare le seguenti proposte costruttive in grado di ovviare ai deleteri aumenti tariffari e contestualmente a scongiurare probabili tagli ai servizi di trasporto pubblico quale conseguenza delle minori risorse previste dal bilancio regionale a fronte di un fabbisogno nel triennio di circa 65 milioni di euro.

  1. Si azzerino gli aumenti tariffari previsti nel settore del trasporto pubblico (gomma e ferro) utilizzando le “scandalose prebende” distribuite dal Governo Regionale, senza prevedere nemmeno l’attivazione di un bando pubblico, attraverso l’emendamento Omnibus di fine anno ad oltre duemila beneficiari per un totale di 18 milioni di euro;
  2. Si intervenga urgentemente sul Governo nazionale e sul Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini affinché sia lo Stato che fino a prova contraria finanzia ancora il trasporto pubblico locale (visto che l’autonomia differenziata non è ancora diventata operativa), ad adeguare urgentemente al tasso d’inflazione il previsto Fondo Nazionale dei trasporti con il quale si distribuiscono le risorse per il trasporto locale alle regioni a statuto ordinario. Il fondo eroga per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro (e ne occorrerebbero almeno 6 per finanziare adeguatamente il settore) e di queste risorse appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo. Risorse insufficiente per una Regione dove persistono aree interne e spopolamento.
  3. Si estendano su base regionale i benefici del biglietto unico, così come il Consiglio regionale si è impegnato a fare con le diverse risoluzioni approvate a fine della precedente legislatura, ponendo fine ad una assurda discriminazione tra territori e cittadini abruzzesi che va avanti dal 2004 e che determina svantaggi per i cittadini delle aree interne che pagano le imposte al pari degli altri abruzzesi.
  4. Si introducano al pari di altre realtà regionali, agevolazioni tariffarie e finanche la gratuità del trasporto pubblico per i cittadini a basso reddito e in generale per tutti gli studenti che frequentano istituti scolastici abruzzesi.

La nota il presidente regionale di Italia Viva Camillo D’Alessandro

“Condivido le proposte dell’opposizione, ma si faccia un supplemento di riflessione. Si abroghi la legge mancia e le risorse liberate vadano indirizzate per l’emergenza acqua, sia per uso civile, sia per l’agricoltura e la zootecnia”

“Forse non è chiaro, ma sul fronte acqua, la grande questione di questo tempo, che non risparmia l’Abruzzo, tra perdita delle reti e la drammatica riduzione delle sorgenti, c’erano 14,5 miliardi di Euro per l’intero Paese, ma il Governo ne ha tagliati 13 destinandoli al ponte sullo stretto di Messina, per Meloni e Salvini questa è la priorità.”

” Siamo già nel dramma, bisogna rispondere subito con risorse regionali.Si apra il capitolo acqua o sarà troppo tardi “