07 Agosto 2024 - 10:36:34

di Redazione

Il nuovo arredo urbano del centro storico non convince gli aquilani ed è subito nuovo dibattito in città.

A finire al centro della polemica, dopo la pavimentazione di piazza Duomo e la pensilina di accesso al tapis roulant di Collemaggio, questa volta sono gli arredi urbani posti lungo il corso stretto e su corso Vittorio Emanuele.

“Ad un certo punto non sappiamo se sia il caso di fermare la furia visionaria ed iconoclasta dell’amministrazione Biondi oppure assecondarla per vedere fino a che vette riesce ad arrivare – afferma Fabrizio Giustizieri di Sinistra Italiana L’Aquila – Alleanza Verdi Sinistra – Non bastava la pietra bianca che ha trasformato il corso in una grande tavoletta di galak sporca; non potevano limitarsi ai lampioni modello doccia di stabilimento balneare; non è stato sufficiente aver trasformato Piazza Duomo in una novella Piazza Oronzo, gemella della famosa piazza salentina; ora abbiamo anche un arredo urbano, comprato probabilmente in saldo da Maison du Monde, che sta attirando la curiosità delle maggiori riviste di moda”. 

“C’è qualcosa che ci sfugge ed andrebbe analizzato nella psicologia degli amministratori comunali pro tempore (e che tempi…!) che si stanno sbizzarrendo, come dei bambini con un foglio bianco e dei pastelli, a lasciare il loro segno per la città – aggiunge – Più di un sospetto, a dire il vero, c’era venuto dopo aver visto la campagna elettorale di qualche consigliere comunale, quel mix tra Topolino e gadget “di mio cugino” ci aveva incuriosito ma mai saremmo arrivati a pensare che si potesse volare così in alto: altro che viceré spagnolo, come ebbe a dire la consigliera Mannetti, qui siamo a Dalì, a De Chirico! Qui c’è dell’arte! A L’Aquila si respira un’aria surrealista che ci porterà dritti dritti sui libri di architettura, magari nella sezione “come rendere imbarazzante una città, ma lì andremo.  Dopo il terremoto qualcuno propose “L’Aquila come Berlino” immaginando una città nuova, audace, funzionale e dai mille volti ma forse, chi oggi guida il capoluogo abruzzese, ha inteso ‘L’Aquila alla Berlina’ perché altrimenti non riusciamo a spiegarcelo, a capacitarci. Cosa ci riserverà il domani? Un divano di poltrone e sofà a piazza del Teatro? Una cucina dell’Aran ai quattro cantoni? Le tende da sole Arquati sul rosone di Collemaggio? Pare che i bookmakers inglesi stiano quotando una libreria Billy dell’IKEA a piazza Palazzo, al posto della statua di Sallustio”.

“Attendiamo fiduciosi di vedere come sarà Ponte Belvedere, probabilmente tutto lastricato in pietra bianca (ma quante lastre hanno comprato? Finiranno mai?) ed intanto, con lo stesso sguardo attonito di Checco Zalone, ci chiediamo ma sono del mestiere questi?”, conclude la nota.