08 Agosto 2024 - 13:05:43

di Tommaso Cotellessa

Questa mattina, in occasione del sessantottesimo anniversario del disastro di Marcinelle, l’Abruzzo ha celebrato questa importante e drammatica ricorrenza dalla cittadina di Manoppello, da cui erano partiti 22 dei 60 minatori abruzzesi che persero la vita sotto il crollo della miniera di carbone di Bois du Cazier  quell’8 agosto del 1956.

Il ricordo dei lavoratori che persero tragicamente sul loro posto di lavoro è stato mantenuto vivo da una commemorazione che ha unito simbolicamente l’Abruzzo al Belgio. Si sono, infatti svolte contemporaneamente, le commemorazioni organizzate a Manoppello e quelle organizzate nella cittadina belga di Charleroi lì dove la miniera sorgeva.

Un gemellaggio quello fra la cittadina della provincia pescarese e quella belga stretto nel sangue di un pesante martirio.

Il programma di questa mattina è stato particolarmente toccante, alle ore 8.10 sono stati ricordati i caduti nella piazza Marcinelle, con la solenne cerimonia della lettura dei nomi dei caduti abruzzesi e la deposizione della corona d’alloro al monumento che ricorda i minatori. Non sono mancati momenti dedicati alla testimonianza con il coinvolgimento dei familiari dei minatori scomparsi in Belgio e della vedova Lucia Romasco, raccolti intorno all’associazione Marcinelle per non dimenticare presieduta da Davide Castellucci.

Si è poi proceduto con la visita alla Cappella Vittime di Marcinelle ospitata nel cimitero comunale nei pressi della Basilica del Volto Santo.

Alla cerimonia hanno preso parte le autorità politiche, militari e religiose non solo per ricordare ma anche per tener viva e costante l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro.

Il presidente della Regione Marco Marsilio, presente per la commemorazione ha dichiarato:

“Quella di Marcinelle è forse la più grande ferita che ha colpito i lavoratori. Si tratta dell’emblema di una condizione di sfruttamento e di messa in pericolo e dunque della non curanza del rischio di vite umane che si correva in determinati lavori. All’epoca questo drammatico avvenimento diede una spinta forte verso la presa di consapevolezza e la necessità che le istituzioni si facessero carico di un diverso trattamento e di un rispetto integrale dei diritti e della dignità dei lavoratori. Ricordare oggi – ha proseguito Marsilio – significa rinnovare questo impegno e non abbassare mai la guardia e il livello di attenzione sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro”.

Proprio al fine di non dimenticare la Regione Abruzzo ha istituito una fondazione per far sì che la memoria di questo drammatico evento non cada mai nel dimenticatoio.

“Abbiamo voluto creare una struttura giuridica permanente – ha spiegato Marsilio – che possa continuare a tramandare questa memoria, nella consapevolezza che quando il tempo passa e gli eventi si allontanano rischia di sbiadire un po’ tutto, allora bisogna rafforza gli strumenti a disposizione delle giovani generazioni per consentire di comprendere ciò che è successo”

Proprio con il fine di non dimenticare e non lasciare che questo disastro divenga una polverosa pagina di un manuale di storia  il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, è entrato a far parte dei patrimoni storici dell’UNESCO.

“Ogni volta a Manoppello è un’emozione grande ricordare il sacrificio dei 60 abruzzesi che 68 anni fa morirono nella miniera belga di Marcinelle. Questa mattina ogni comune toccato da quelle morti ha ricordato i padri e i fratelli persi in quei cunicoli, come Manoppello, dove le vittime accertate furono 22 tanto da essere considerata “Città martire”, anche Turrivalignani, Lettomanoppello, Passolanciano e Serramonacesca. Una tragedia che non si può dimenticare che appartiene all’Abruzzo e che per questa ragione deve essere anche rappresentata ad alto livello istituzionale nelle celebrazioni che si svolgono fuori dall’Italia. A questo proposito chiederò con una risoluzione che il gonfalone della Regione Abruzzo venga accompagnato non da semplici funzionari o rappresentanti non eletti della Regione, ma da membri dell’Esecutivo oppure del Consiglio regionale”, così il consigliere regionale PD Antonio Di Marco, reduce dalle celebrazioni a Manoppello.

“Dalle testimonianze dirette degli eredi, in particolare quella di Nino Di Pietrantonio che questa mattina ha raccontato la memoria della sua perdita, emerge che i 262 minatori morti a Marcinelle potrebbero essere molti di più, perché molti corpi non furono riconosciuti oppure e non avevano alcun tipo di elemento che ne identificasse il nome e cognome – aggiunge Di Marco – . Un sacrificio che deve essere ricordato, con la costruzione di una memoria collettiva soprattutto rivolta alle giovani generazioni e che va coniugato Al grande tema della sicurezza del lavoro e del diritto a un lavoro per realizzare i propri progetti di vita, non per andare a morire lontano da casa e dei propri cari oppure a causa del bisogno di lavorare.  L’incidente del Bois du Cazier questo non lo ha consentito, ma è diventato un monito per tutti e per sempre a cui soprattutto le istituzioni e chi crea lavoro, devono dare ascolto”.