09 Agosto 2024 - 11:32:58

di Martina Colabianchi

Dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale del calendario venatorio regionale 2024/2025, che si aprirà il primo settembre e si chiuderà a fine gennaio, molte le polemiche e le richieste a fare di più per la caccia agli animali selvatici che hanno causato, spesso, problemi a colture e automobilisti.

Un primo importante passo, ma bisogna fare di più e al più presto“, questo il commento di Coldiretti Abruzzo.

Bene il controllo faunistico di questa specie, così come già previsto da molti anni in molte Regioni italiane, allo scopo di riequilibrare la fauna con attività di contenimento in eccedenza di popolazione, ma non basta – dice Roberto Rampazzo, direttore di Coldiretti Abruzzo – è necessario risolvere il problema di tutta la fauna selvatica a partire dalla specie più temuta, i cinghiali”.

Coldiretti Abruzzo ricorda anche, nella stessa nota, con l’ultima manifestazione in Sicilia, salgono a cinquantamila gli agricoltori scesi in piazza nelle regioni italiane per dire stop ai cinghiali e chiedere i piani straordinari di contenimento per fermare un’invasione che devasta le colture e mette a rischio la vita dei cittadini, nei centri urbani come nelle aree interne.

L’obiettivo è contenere la popolazione di tutti i selvatici, fermando le incursioni nei campi e mettendo in sicurezza le strade – dice Rampazzo – lo scorso 27 giugno abbiamo manifestato anche a Pescara con migliaia di agricoltori per chiedere misure straordinarie in applicazione del decreto interministeriale varato lo scorso anno sulla gestione e il contenimento della fauna selvatica. Nel piano della Regione dovrà essere previsto il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette. Richieste – conclude Rampazzo – che il presidente della Regione Marco Marsilio, insieme all’assessore Imprudente, hanno recepito impegnandosi ad intervenire concretamente entro il mese di settembre. Siamo in attesa e fiduciosi che gli impegni vengano rispettati”.

Più critico, invece, il segretario regionale Italcaccia Francesco Verì.

“Ancora una volta, per l’ennesimo anno“, attacca deciso Francesco Verì, segretario regionale Italcaccia, ”la Regione Abruzzo con l’assessore Imprudente riesce ad emanare, per la nuova stagione venatoria, un calendario deludente e carente sotto ogni forma. Ormai è evidente come il mondo venatorio abruzzese sia in costante declino, con una Regione, apertamente, schierata dalla parte opposta dei cacciatori eludendo la possibilità di confronto con tutte le associazioni riconosciute del settore o, meglio, ascoltando soltanto una piccola percentuale di rappresentanza“.

L’italcaccia ha più volte segnalato”, aggiunge Verì, “l’opportunità di effettuare un’apertura generale della stagione venatoria nella terza domenica di settembre oppure a decorrere dal 2 Ottobre, così facendo si sarebbero risolte le problematiche riguardanti le pressioni venatorie solo su alcune specie“.

“Inoltre sarebbe stato opportuno”, prosegue,”modificare la data di inizio per l’allenamento cani, così da non farlo coincidere con le date stabilite per le preaperture.  Da diversi anni che questa associazione, chiede la regolamentazione e la redazione di un disciplinare per l’utilizzo dei richiami vivi consentiti dalla legge e il censimento degli appostamenti fissi ma, ad oggi, la Regione Abruzzo è l’unica del Centro Italia a non essere dotata di questo tipo di regolamenti. Un innegabile intento punitivo e persecutorio”, sottolinea Verì, ” trova, incontrovertibile, conferma nella sconcertante decisione di recepire, acriticamente, il parere reso dell’ISPRA, anche nella parte in cui non vengono espresse valutazioni di ordine tecnico con evanescenti considerazioni di merito, non rientranti nella competenza di tale istituto e, quindi, per consolidata giurisprudenza, non vincolanti“.

“Tra l’altro, incalza Verì, “si apprende stamane (ieri ndr), da un articolo pubblicato sul quotidiano locale “Il Centro”, dove è, alquanto strano, che un documento venatorio trovi il plauso da parte del WWF che, addirittura, approva a chiare lettere l’elaborato della Regione Abruzzo. Un segnale chiaro  per capire chi siano stati gli attori principali della concertazione!

Il calendario venatorio”, dice senza mezzi termini Verì, “non può essere appeso alla speranza di un “non ricorso” o di una sentenza amministrativa favorevole. Siamo stanchi di sopportare e sottostare ad un sistema che, ormai, da anni percorre una strada opposta a quella della caccia e dei cacciatori“.

Sarebbe opportuno ricordare all’assessore Imprudente”, rimarca Verì, “che il popolo dei Cacciatori abruzzesi ha sempre rispettato le leggi e le regole democratiche, che danno tanti contributi all’ambiente, a partire dalla lotta al bracconaggio per la tutela della fauna selvatica, alla lotta agli incendi boschivi, all’inquinamento, alla pulizia di boschi, a dare una cultura di amore per l’ambiente, ed è stanco di essere, ancora una volta, maltrattato. A questo punto appare palmare l’ostracismo opposto al mondo venatorio e gli insensati pregiudizi avversati alla categoria dei cacciatori, composta da cittadini <ed elettori> dalla specchiata ed integerrima condotta civile e morale“.

“Cosa importante e fondamentale”, aggiunge il segretario regionale, “ come più volte segnalato dall’Italcaccia, è il ripristino dei territori utili per l’esercizio venatorio. Ormai i confini dei parchi, troppo estesi, hanno reso impraticabile questa passione che funge da controllo anche della fauna selvatica. L’Abruzzo è considerato il polmone verde dell’Italia ma è anche una regione con un al tasso di cacciatori che hanno gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri“.

L’obiettivo dell’Italcaccia”, conclude, “è sempre lo stesso e cioè quello di difendere i diritti di ogni cacciatore, valorizzando il più possibile, tutte le forme di cacce consentite nel pieno rispetto delle regole e delle attuali normative vigenti in materia”.